Lampedusa travolta dall’emergenza migranti: in soli due giorni e a partire dallo scorso 13 settembre, l’isola ha assistito all’arrivo di ben 7.500 migranti. La situazione si rivela un duro colpo per l’isola, costretta a fare i conti con una crisi umanitaria senza precedenti. Le autorità locali si sono viste superate dalla massa di persone in cerca di salvezza al di fuori del proprio paese. Le restrizioni imposte da vari Paesi europei hanno acuito il problema, lasciando l’isola in balia di un flusso migratorio incontrollato. Nella corsa contro il tempo, le risorse disponibili si sono rivelate insufficienti, lasciando gli operatori umanitari sul terreno con un carico di lavoro insostenibile. Questa nuova ondata migratoria solleva dubbi sulle politiche europee di accoglienza e sul futuro di Lampedusa, l’isola simbolo dell’incontro tra solidarietà e sconforto.
Lampedusa / Emergenza migranti: perché questo flusso migratorio fa più “rumore” rispetto ai precedenti?
L’ultimo flusso migratorio si presenta come un’emergenza umanitaria senza eguali negli ultimi decenni. L’emergenza non è ideale o ideologica, ma effettiva. E ad asserirlo sono i numeri. Basti pensare che il numero degli abitanti reali e locali dell’isola è stato soppiantato dal numero di migranti arrivati in sole 48 ore. Lampedusa ospita poco più di 6.000 abitanti, i migranti arrivati nelle ultime sono 7.500. Seppur si tratti della più grande delle Pelagie, Lampedusa non ha le strutture e le risorse sufficienti per gestire quasi 14.000 persone in loco.
Per questo, chiede aiuto all’attuale governo. Il quale sostiene di stare già lavorando al livello internazionale con l’UE. Il Commissario dell’emergenza migranti, il prefetto Valerio Valenti, sostiene che l’isola ha da sempre provveduto a fornire servizi di primissima accoglienza ai migranti. Aggiunge che l’emergenza è dovuta all’eccezionalità dell’evento. “I flussi migratori si potrebbero definire tramite fasi. Consideriamo che fino a pochi giorni fa l’hotspot di Lampedusa ospitava 16 persone. In pochissimi giorni, oserei dire ore, al largo delle coste lampedusane è arrivata un’intera popolazione di 7.500 persone. E’ chiaro che davanti a numeri del genere diventa difficile per le autorità anche solo far rispettare un ‘divieto di sosta’.
Lampedusa / Emergenza migranti: da dove arrivano i migranti e perché?
I migranti arrivati lungo le coste di Lampedusa negli ultimi giorni provengono principalmente da paesi dell’Africa Subsahariana. Dalla Nigeria, Senegal, Guinea e Costa d’Avorio. Ma anche da altre regioni come il Medio Oriente e l’Asia. Le ragioni principali per cui lasciano il loro paese d’origine e cercano di raggiungere l’Europa sono molteplici. Tra queste ci sono conflitti armati e instabilità politica. Le violazioni dei diritti umani, la povertà estrema e la mancanza di opportunità economiche. Generalmente, i migranti intraprendono un percorso per raggiungere l’Italia attraverso rotte rischiose. Per esempio, il viaggio attraverso il deserto del Sahara e l’attraversamento del Mar Mediterraneo su imbarcazioni precarie. Questi viaggi sono spesso pericolosi e molti migranti perdono la vita lungo il cammino.
Lampedusa / Emergenza migranti: “Navi madri” e “barchini”
Comincia a prendere forma l’idea della presenza di diverse “Navi madri” affiancate da un numero cospicuo di barchini al largo di Lampedusa. Non sono ancora stati specificati i numeri esatti, ma il dato sorprendente che ha caratterizzato i flussi migratori di questi giorni è determinato dagli arrivi in contemporanea. Una nave madre è un’imbarcazione più grande che funge da base logistica per i barchini che trasportano migranti. In media, un barchino può trasportare circa 100-150 migranti.
Queste navi offrono riparo, cibo e provviste per i viaggi. Inoltre, l’organizzazione di questi grandi viaggi di migrazione verso l’Italia è complessa. Può coinvolgere varie reti di trafficanti, i quali si approfittano della disperazione di coloro che cercano una vita migliore. Questi trafficanti organizzano spesso il trasporto dei migranti in cambio di pagamenti considerevoli. E nonostante gli sforzi delle autorità italiane e internazionali per fermare tali attività, il fenomeno della migrazione irregolare continua ad essere una sfida complessa ed urgente da affrontare.
Lampedusa / Emergenza migranti: perché l’Italia, rispetto agli altri paesi europei, ospita un numero così alto di migranti?
Ci sono diverse ragioni per cui l’Italia ospita un numero così grande di migranti rispetto ad altri paesi europei. Innanzitutto, l’Italia si trova geograficamente in un punto di accesso strategico per i migranti provenienti dalle coste nordafricane e balcaniche. La vicinanza all’Africa e l’assenza di barriere geografiche come montagne o deserti facilitano il viaggio dei migranti verso l’Italia. In secondo luogo, l’Italia è il primo paese dell’Unione Europea che i migranti raggiungono dopo essere usciti dalla Libia, uno dei principali paesi di transito per i migranti provenienti dall’Africa.
Inoltre, la politica di accoglienza dell’Italia verso i migranti è stata storicamente più aperta e solidale rispetto ad altri paesi. Negli ultimi anni, tuttavia, l’Italia ha sperimentato episodi di tensione politica e sociale a causa dell’afflusso massiccio di migranti. Ciò ha portato a un cambiamento nella politica di accoglienza. Infine, il nostro paese ha sperimentato un’alta affluenza di migranti anche a causa delle sue leggi sullo ius soli, che prevedono la concessione della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia da genitori stranieri residenti legalmente nel paese.
Lampedusa / Emergenza migranti: l’Accordo di Dublino
Un’ulteriore ragione per cui l’Italia è maggiormente coinvolta nei fenomeni migratori è l’Accordo di Dublino. Ma in cosa consiste questo accordo? L’accordo di Dublino è un accordo internazionale che stabilisce le regole secondo cui viene gestita la domanda di asilo nei paesi membri dell’Unione Europea. L’accordo prevede che il primo paese europeo in cui un migrante arriva deve gestire la richiesta di asilo, fornire assistenza e decidere se concedere o meno lo status di rifugiato. L’obiettivo principale è evitare che i richiedenti asilo vadano in giro per l’Europa senza una regolamentazione chiara. Inoltre, l’accordo prevede che i richiedenti asilo non possono scegliere in quale paese presentare la loro domanda, ma devono farlo nel primo paese in cui arrivano. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni all’accordo di Dublino. Ad esempio, se il richiedente ha familiari o una connessione particolare con un paese membro.
Lampedusa / Emergenza migranti: critiche all’Accordo di Dublino
Tale accordo è stato oggetto di critiche in quanto ha messo un carico sproporzionato sui paesi di confine come l’Italia e la Grecia, che sono stati sovraccaricati dal flusso di migranti. Per questo, alcuni paesi membri hanno cercato di rinegoziare per ridistribuire più equamente la responsabilità dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Nel 2015, l’accordo di Dublino è stato temporaneamente sospeso a causa dell’afflusso di migranti in Europa durante la crisi dei migranti. Mentre nel 2019, è stato proposto un nuovo accordo di Dublino per sostituire quello esistente e affrontare alcune delle lacune e delle critiche del precedente accordo. Tuttavia, l’accordo di Dublino è solo uno degli strumenti utilizzati dall’Unione europea per gestire la domanda di asilo, che include anche la cooperazione tra i paesi membri e l’assistenza finanziaria fornita alle nazioni di confine.
Lampedusa / Emergenza migranti: il principio di solidarietà
Il principio di solidarietà nell’ambito della gestione e del ricollocamento dei migranti si riferisce all’idea che i paesi europei collaborino e si sostengano reciprocamente nella gestione dei flussi migratori e nel ricollocamento dei migranti che hanno bisogno di protezione internazionale. In linea di principio, questo significa che i paesi che si trovano di fronte a un afflusso di migranti devono ricevere supporto e solidarietà dagli altri paesi europei per affrontare le sfide che ciò comporta. Tra cui l’accoglienza, l’identificazione delle persone che richiedono protezione e l’elaborazione dei loro casi. Inoltre, i migranti possono essere ricollocati in altri paesi europei per garantire una distribuzione equa delle responsabilità tra gli Stati membri.
Il principio di solidarietà nell’ambito dei fenomeni migratori è stato introdotto nell’Unione europea con il Trattato di Lisbona del 2009 per rafforzare la politica comune dell’UE sull’asilo e l’immigrazione. Tuttavia, l’attuazione pratica e il grado di adesione variano tra i paesi membri e spesso ci sono tensioni e disaccordi sul modo in cui dovrebbe essere applicato. Tra paesi europei che aderiscono al principio di solidarietà figurano la Germania, la Svezia, la Francia, l’Olanda, la Finlandia. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutti i paesi membri aderiscono pienamente a questo principio e spesso ci sono divergenze sulla sua applicazione.
Lampedusa / Emergenza migranti: tensioni tra l’Italia, la Francia e la Germania
Alla base delle tensioni tra l’Italia e la Francia e l’Italia e la Germania, c’è proprio il principio di solidarietà. Sia la Francia che la Germania hanno fornito risposte diverse all’emergenza migranti che si sta verificando a Lampedusa. La Francia offre il proprio sostegno a Lampedusa stabilendo un protocollo d’intesa per accogliere i migranti sbarcati sull’isola. Secondo l’accordo, i migranti che arrivano a Lampedusa possono essere trasferiti in Francia per richiedere asilo, a condizione che soddisfino determinati criteri di ammissibilità. Tuttavia, non tutti i migranti possono beneficiare di questo trasferimento.
La Germania esprime solidarietà con l’Italia e Lampedusa ma non ha firmato un accordo simile a quello della Francia. Tuttavia, il governo tedesco ha annunciato che avrebbe accolto un numero limitato di minori non accompagnati, provenienti da Lampedusa, e ha invitato gli altri paesi europei a fare lo stesso. Entrambi i paesi hanno sottolineato l’importanza di una soluzione europea condivisa per l’emergenza migranti, chiedendo una maggiore solidarietà e una più equa distribuzione dei migranti tra i vari Stati membri dell’Unione Europea.
Lampedusa / Emergenza migranti: cosa succede quando arrivano i barconi?
Quando i barconi arrivano al largo delle coste siciliane, la prima cosa che si fa è l’identificazione e il monitoraggio delle imbarcazioni da parte delle autorità competenti. Le forze di sicurezza marittima, come la Guardia Costiera, si avvicinano ai barconi per determinare le condizioni delle persone a bordo e stabilire il loro numero esatto. Si forniscono disposizioni per garantire la sicurezza delle persone a bordo, come l’invio di unità di soccorso, imbarcazioni di salvataggio o elicotteri per fornire assistenza medica in caso di necessità.
Inoltre, si avviano contatti con le organizzazioni umanitarie per coordinare l’accoglienza e l’assistenza delle persone migranti appena sbarcate. Le forze di sicurezza marittima cercano di evitare che le imbarcazioni si avvicinino troppo alla costa, in modo da prevenire incidenti o naufragi. Successivamente, si stabiliscono reti di comunicazione con i paesi di provenienza delle persone migranti per informarli dell’avvenuto arrivo e coordinare la gestione dei casi umanitari.
Lampedusa / Emergenza migranti: cosa accade una volta che i migranti vengono identificati?
Una volta che si identificano le persone a bordo, si raccolgono informazioni sulle condizioni di salute delle persone, in modo da fornire cure mediche immediate se necessario. Per altro, esistono dei protocolli di protezione per i minori non accompagnati per garantire il loro adeguato sostegno e assistenza, secondo le leggi nazionali e internazionali. Infine, si avvia una fase di registrazione e controllo delle persone appena sbarcate, per assicurarsi che i dati forniti siano corretti e che non siano presenti situazioni di rischio. Parallelamente, le autorità competenti iniziano le procedure per l’identificazione delle persone migranti e l’avvio dei processi di richiesta d’asilo o di rimpatrio, in accordo con la legislazione italiana e internazionale.
Grazia Patanè