Immigrazione / I dati della Sicilia e la gestione da parte del governo

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L’immigrazione è un tema complesso e polarizzante che ha influenzato il governo e la società in Sicilia per molti anni. Con il governo Meloni al timone, la gestione dei flussi migratori è al centro dell’attenzione. Il governo ha una posizione precisa sulla gestione del fenomeno, attuando misure come il decreto “Cutro” o i nuovissimi decreti del mese scorso. Nonostante questi apparentemente duri provvedimenti, il fenomeno è ancora una questione aperta e drammatica in Italia.

La gestione del fenomeno da parte del Governo Meloni

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha adottato sempre una posizione precisa sulla gestione dell’immigrazione. Una delle iniziative più significative è quella di rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e di transito per prevenire la partenza dei migranti. Il governo ha anche cercato di rafforzare i controlli alle frontiere. Ha inoltre aumentato la presenza militare lungo la costa siciliana per impedire l’approdo dei migranti.

Per aiutare la gestione dei flussi migratori erano state approntate, intorno all’inizio di quest’anno, due diverse misure. La prima è la dichiarazione dello stato di emergenza e la seconda è il decreto “Cutro”. Lo stato di emergenza è stato deciso per dare delle risposte più veloci alla gestione dei flussi. Il decreto è stato convertito in legge il 5 maggio del 2023. Il decreto nasceva per limitare i flussi migratori, rendendo molto più difficile per le persone entrare nel nostro paese, in modo da decongestionare i nostri porti ancora impreparati dal punto di vista organizzativo.

I dati dell’immigrazione in Sicilia nel 2023 e il confronto con il 2022

La quota ad oggi è di circa 120mila sbarcati in Italia dall’inizio del 2023 a inizio settembre. In base ai dati diffusi dal Viminale, il numero delle persone arrivate nel nostro Paese è oltre il doppio rispetto a 12 mesi fa: al 9 agosto 2023 sono sbarcate 93.754 persone (di cui 9.857 minori non accompagnati) rispetto alle 44.951 dello stesso giorno del 2022. Un aumento che sfiora il +110%.

Il problema dei porti congestionati

Ciò significa che, nonostante le dure misure della Meloni, non si sono decongestionati i porti siciliani. Per via delle decisioni del governo, molte barche sono state costrette a fare molti più chilometri del dovuto per non stressare ulteriormente i consueti punti d’approdo. Secondo i dati di Openpolis, a gennaio sono state l’83,87% le persone soccorse da porti del centro e del nord Italia. Il problema è che la maggior parte di migranti sono arrivati in Italia in estate, e nei mesi estivi la Sicilia ha dovuto gestire praticamente da sola i flussi.

Significa che il governo, al di là di dichiarazioni varie, man mano ha allentato la presa. Considerando il dato di Openpolis della quota di sbarchi effettuati in Sicilia piuttosto che in altre regioni italiane nel corso del 2023 (84,47%), comprendiamo ancora meglio come il fenomeno non è assolutamente rientrato e che le misure del governo Meloni non sono efficaci per gestire l’immigrazione in Sicilia.

Il dibattito pubblico in merito all’immigrazione

L’Italia e la Sicilia sono spaccate in due sull’approccio del governo verso l’immigrazione. Vi è chi crede che le misure della Meloni siano necessarie ed efficaci per proteggere il territorio, già piegato dalle proprie problematiche interne. Dall’altra parte vi è l’opinione delle organizzazioni umanitarie e dei diritti umani. Esse ritengono che metta in pericolo la vita dei migranti che fuggono nella speranza di una vita migliore scappano da guerre, povertà e cambiamenti climatici. Si concentrano dunque sull’importanza di risolvere il problema umanitario, vista anche l’irrisoria presenza rispetto ad esempio ai dati allarmanti sulla denatalità nel nostro Paese, sempre più vecchio e spopolato.

I sostenitori delle misure del governo, concentrano parte delle loro argomentazioni sulla questione dei posti di lavoro: ce ne sono troppo pochi in Italia per farli occupare da immigrati. Gli occupati stranieri sono oltre due milioni e 280 mila, cioè l’11,2 per cento del totale. Si tratta in realtà di una forza lavoro positiva soprattutto per via della sua giovane età, soprattutto considerando che l’età media nel nostro paese sale e la natalità diminuisce. I settori in cui sono impegnati sono: Agricoltura (18,0%), Costruzioni (15,5%) e Alberghi e ristoranti (15,3%).

Prospettive future sulla gestione di flussi migratori 

E’ opportuno fare un punto della situazione più recente possibile. Il mese scorso il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto-legge sull’immigrazione. I provvedimenti riguardano principalmente la facilitazione dei rimpatri per chi crea problemi di ordine pubblico e per chi comunica dati falsi sulla propria identità.

È il terzo decreto sull’immigrazione approvato dal governo Meloni, dopo il cosiddetto “decreto Cutro” e quello della settimana scorsa che ha aumentato la permanenza dei centri di rimpatrio (Cpr) da 3 a 18 mesi. Il Governo Meloni continua dunque a dichiarare “un approccio duro” che ha l’obiettivo di ridurre i flussi e aumentare i rimpatri, in modo da portare l’Italia a usare per se le proprie risorse. Sull’efficacia però, chiede di fatto ancora tempo per risultati ancora da attendere e valutare.

Martina Fidelio

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