Il 21 ottobre si è tenuta la presentazione del libro “Una Vita di Parola” presso la Chiesa di San Rocco di Acireale; in questa sede sono stati in molti ad argomentare sulla figura di padre Pino Puglisi e tra questi è intervenuta Paola Geraci, Presidente del Movimento Presenza del Vangelo. Ginecologa per una vita, ha raccontato ai presenti l’effetto che la conoscenza del Beato Puglisi ha avuto sulla sua vita. Si è data ad un excursus dei momenti più significativi che vanno dalla prima volta che lo ha visto all’ultima. Non sono mancate, certamente, delle digressioni sulla Palermo del tempo e sull’influenza che aveva la mafia su quest’ultima.
Una Vita di Parola / Paola Geraci spiega perché la Chiesa ha scelto il 31 ottobre come data di Beatificazione di Don Pino Puglisi
“Solitamente, quando si rammentano la vita e le opere di un Beato, lo si fa in riferimento alla data della sua morte. Non perché la morte rappresenti la fine di qualcosa. Anzi, la religione cristiana celebra quest’ultima come dies natalis, cioè la nascita della Vita in cielo. Il caso ha voluto che il giorno della nascita terrena di Don Pino Puglisi coincidesse con quello della sua morte. Padre Puglisi è dunque nato e morto il 15 settembre, cioè quando la Chiesa celebra le Beata Vergine Maria Addolorata” – ha esordito così la dott.ssa Paola Geraci.
Come celebrare il ricordo di due Beati così immensi per la loro opera senza che il ricordo dell’uno non sottragga quello dell’altro? – ha aggiunto. “Per questo, la Chiesa ha stabilito come data dedicata al ricordo di Padre Pino Puglisi il 21 ottobre. Vale a dire il giorno del suo battesimo. Si tratta di un giorno simbolicamente forte per un cristiano. Questo proprio perché Don Pino Puglisi ha dimostrato – vivendo e morendo per la sua fede – di aver interiorizzato a pieno il sacramento”.
Una Vita di Parola / Paola Geraci e Don Pino Puglisi: come si sono conosciuti?
“Io faccio parte del Movimento Presenza del Vangelo dal 1976 circa. Soprattutto durante i primi anni ho preso parte a diversi cenacoli. Tra questi, quello dell’Eucarestia e della Pentecoste. Accanto a questo tipo di attività ho seguito diversi professionisti come educatori, ginecologi, assistenti sociali ecc. la cui attenzione era rivolta soprattutto alla formazione delle giovani generazioni. In una di queste occasioni, Padre Puglisi mi chiese di contribuire a mia volta alla formazione e all’educazione dei giovani. Fu così che cominciai ad incontrare un gruppo di ragazzi il martedì pomeriggio, in un luogo vicino Santa Maria dei Lebbrosi. Il suo interesse riguardo l’educazione dei giovani andava ben aldilà della sola informazione. Infatti, si preoccupava di organizzare dei campi estivi e da gioco, coinvolgendo anche i suoi studenti del liceo”.
Una Vita di Parola / Paola Geraci: “di padre Pino Puglisi mi colpì la sua dedizione nell’educazione dei giovani…”
“Anche in queste attività di diletto Don Pino Puglisi richiese la mia presenza. E del mio incontro con lui conservo bene il ricordo di un padre a cui stava a cuore soprattutto la formazione dei giovani. È un argomento molto importante anche oggi e per questo il discorso del Beato deve essere attualizzato. Lui custodiva dentro di sé l’importanza della formazione globale della persona.
Sono diventata responsabile del Movimento ad un certo punto ed è ad oggi mio desiderio sottolineare un aspetto molto importante concernente le narrazioni che vengono fatte su Don Pino. Dopo la sua morte spesso si è sentito parlare di “prete anti-mafia”; dire questo non corrisponde esattamente alla verità. Don Pino Puglisi non era “anti” niente e nessuno. Era “pro” tutto, anche verso i mafiosi”. (n. d. r. nel senso che cercava di portare sulla retta via anche coloro che per ragioni socio-familiari tendevano alla criminalità).
Una Vita di Parola / Paola Geraci: “Ho pensato di realizzare un libro su Don Pino Puglisi perché…”
“Dopo un paio di anni, ho maturato dentro di me il desiderio di voler rendere vivido il ricordo di padre Puglisi. Volevo che venisse raccontata una storia in parte diversa da quella che negli anni si è fatta eco tra le strade di Palermo. Volevo restituire un’immagine quanto più verosimile possibile di quel che è stato realmente Don Pino Puglisi. Per questa ragione, ho voluto dar voce a coloro i quali hanno conosciuto davvero padre Pino. Quelli la cui vita è stata segnata dalla sua conoscenza cambiata, migliorata. La raccolta delle testimonianze ha avuto un’importanza sostanziale per la stesura del libro. L’obiettivo era quello di far rivivere Don Pino attraverso la memoria di chi lo ha conosciuto veramente e soprattutto fornire ai posteri un’immagine più articolata rispetto a quella del ‘prete anti-mafia’”.
Una Vita di Parola / Paola Geraci: “Ho scelto Mario Agostino per la realizzazione del progetto prima di conoscerlo di persona”
“In seno alla verosimiglianza che il mio desiderio pretendeva, ho voluto che a raccogliere queste testimonianze fosse una persona ben lontana dal tessuto sociale palermitano. Non perché i palermitani non abbiano conosciuto realmente padre Pino. Ma forse perché, proprio per il fatto di averlo conosciuto e di aver vissuto gli anni difficili della Palermo del tempo, le persone hanno cominciato a parlarne in maniera stereotipata. A quel punto Mariella mi disse:
‘Mio nipote Mario (ndr Mario Agostino) è un giornalista’. Ed io, dal mio canto, le risposi: ‘chiamiamolo’. Ho scelto Mario probabilmente prima di conoscerlo personalmente. Solo dopo avergli accennato qualcosa circa il progetto, Mario ha preso la macchina e si è diretto verso Palermo. Mi sono detta che, se una persona davanti ad un semplice invito e senza alcun riferimento riguardo agli aspetti economici del progetto si mobilita in modo così immediato e dedito, allora è la persona giusta”.
Una Vita di Parola / Paola Geraci: “Don Pino Puglisi era sempre in ritardo, ma non è mai venuto meno all’ascolto del prossimo”
“Sin dalla prima volta mi hanno colpito soprattutto due aspetti di Don Pino Puglisi: il suo modo di presentarsi e la sua percezione del tempo. Il suo aspetto era quello di un francescano. Nel senso della scelta della povertà, del vivere con l’indispensabile. Per quanto riguarda la sua percezione del tempo, si dice – e confermo – che fosse sempre in ritardo! Tuttavia, non tardava mai quando si trattava di ascoltare qualcuno. Confermo anche questo sulla base della mia esperienza. Lui ascoltava molto e spiegava poco. Le risposte che ogni suo interlocutore cercava nel dialogo con lui sorgevano dal dialogo stesso e di frequente venivano proferite dalla bocca di chi cercava consiglio in lui.”
Una Vita di Parola / Paola Geraci: l’ultimo incontro con padre Pino Puglisi
“L’ultima volta che lo incontrai è stata nel luglio del 1993 e ci trovavamo in casa sua (ndr oggi casa-museo). Mi ricordo che faceva caldo, che aprì la grande finestra. Ma non bastava, per questo chiesi a padre Pino di uscire a prendere aria. Facemmo un giro in macchina, io guidavo e lui era seduto al mio fianco. Mi sembrò strano all’epoca e ad oggi quella stranezza è ancora tangibile: per la prima volta dopo anni mi sembrò che padre Pino non mi stesse ascoltando.
All’epoca non riuscivo ancora a spiegarmelo, ad oggi lo capisco. Già in quei giorni c’erano state aggressioni, minacce e screzi da parte della mafia. Il ricordo di padre Pino Puglisi deve rimanere eterno, deve contribuire al migliorare il presente, a fare in modo che certe cose non accadano più e che il bene prevalga sempre sul male. Con ‘Una Vita di Parola’ si è fatto un piccolo grande passo, un passo che certamente Don Pino Puglisi avrebbe apprezzato”.
Grazia Patanè