Il nostro Vescovo, Antonino Raspanti, ha scritto e pubblicato un altro libro, ultimo in ordine di tempo ma dall’inizio fulminante dal titolo: ” Bruciata dall’Amore. La vita e le opere di Santa Caterina da Genova”.
Il testo narra la vita di una donna, vissuta tra il ‘400 e il ‘500, che si collega mirabilmente alla tradizione francescana di San Bonaventura e di Jacopone da Todi, dandole uno spessore sconvolgente, tanto da stridere – in verità – con il terrore di tante logorroiche discussioni nelle nostre comunità, anche nei giorni nei quali si conclude la prima sessione di lavoro del Sinodo.
Caterina Fieschi si presenta come una dama rinascimentale, coetanea e concittadina di Cristoforo Colombo. La casa natale di costui non distava molte decine di metri da Palazzo Fieschi.
L’esperienza di vita di Santa Caterina, la rigida educazione cristiana avuta in famiglia, la perdita del padre, il matrimonio e la conversione che l’ha coinvolta con il marito, sono ancora al mondo d’oggi una valida testimonianza.
Santa Caterina da Genova espressione dell’Amore di Dio
Il nuovo mondo, la vita vera e, in generale, tutto ciò che concerne il vivere quotidiano, non dipendono dalle infinite ed inconcludenti chiacchiere. Né da cammini sempre pensati, proclamati e mai sperimentati. Ma da scelte che obbligano interiormente le persone ad esporsi a titolo personale. Come Cristoforo Colombo che con la sua ciurma, parte alla scoperta di un nuovo continente. O come Caterina che abbatte il muro dell’amor proprio per giungere ad amare Dio, nella testimonianza particolare per i poveri e i malati.
Scrivere su quest’opera è molto difficile, anche se non impossibile! Per scrivere su chi è rimasta bruciata, folgorata dall’Amore di Dio in corpo e anima, come la nostra Caterina, bisogna mettersi almeno in una posizione da farsi trasformare dall’Amore di Dio e parlarne solamente per piccole, ma significative esperienze.
Un cristiano vero che vive l’esperienza di Cristo, avendo in un certo senso, come arditamente dice Paolo di Tarso, “il Pensiero di Cristo”, è in grado di mostrare le sue infinite bruciature, ma pur sempre reali. La Chiesa sta chiamando tutti i suoi figli a fare una vera autentica esperienza dell’Amore di Cristo.
Il Sinodo non è altro che saper ascoltare le stesse parole che si leggono nel Vangelo di Giovanni e che vengono pronunciate da Maria di Nazaret, durante le nozze di Cana: “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5).
Un libro da leggere con spirito di trasformazione
Il libro che tengo tra le mani, scritto dal nostro Vescovo, per ovvi motivi, non lo conosco, non l’ho letto! Posso, però, leggerlo. Soltanto chi accetterà la sfida della sua lettura come un’ avventura di trasformazione, ne potrà parlare veramente.
Questo libro, come innanzitutto il Vangelo di Cristo, la Parola di Dio, contenuta nelle Sacre Scritture, non possono stare, in bella mostra, come cozzologia nelle librerie di casa. Ma devono stare sul comodino, a portata di mano, nei posti più disparati. Sempre tra le mani, per stabilire un circolo ermeneutico, in una continuità tra mani, occhi, libro, cuore, vita. Confronto esperienziale, per poter confermare – anche se con tantissime nostre imperfezioni – lo stesso gusto della vita, di un uomo, di una donna che completamente li trasforma.
Sarà l’Amore di Dio gratuito e sovrano a trasformare l’amante nell’Amato.
Come ebbe a dire, alcuni secoli prima, Francesco di Assisi, nel suo Testamento nel 1226:
“Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppa amara. Vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo”.
don Orazio Barbarino
rettore del Santuario “Sacratissimo Cuor di Gesù” di Acireale