È stato presentato presso la Mondadori Bookstore di piazza Roma a Catania, l’ultima pubblicazione del noto volto del TG LA7 Massimo Mapelli. Il professionista, che nasce come giornalista radiofonico con il programma Rai Stereo Notte, attualmente ricopre l’incarico di vicecapo della redazione Cronaca del TG ed è docente di giornalismo televisivo e tecnica del linguaggio radiofonico.
Negli ultimi anni si è occupato di importanti inchieste giudiziarie. Ha seguito grandi fatti di cronaca in Italia e all’estero ed è stato autore di studi e pubblicazioni di critica letteraria e sociologia delle comunicazioni. Un giornalista di grande sensibilità e grande fluidità di penna, capace di raccontare le grandi storie anche attraverso le piccole storie.
Ad Alta Voce, vita da giornalista. Sul campo e dietro le quinte
Quello di Mapelli è un racconto di formazione. Trent’anni di giornalismo vissuto in prima persona. Dagli esordi radiofonici alla lunga marcia verso il praticantato e la conquista di un’assunzione in pianta stabile. Da qui il titolo Ad Alta Voce. La voce che è stata il suo primo strumento di lavoro. Ma anche, in alcune occasioni, quella voce che è stato necessario alzare di tono per mostrarsi capaci, meritevoli e non condizionabili.
Oggi molte cose sono cambiate. Anzi, forse tutto è cambiato. Attraverso un racconto che si snoda in un arco temporale che raggiunge l’era dei social media, delle fake news, passando attraverso la pandemia e i conflitti bellici in atto, il libro vuol essere una riflessione sul presente e sul futuro dell’editoria. Ridare valore alla professionalità giornalistica che oggi sembra vacillare sotto i colpi di una pseudo informazione quella cioè delle notizie e delle fake news che rimbalzano con molta superficialità sui social.
Una riflessione che raggiunge pienamente il suo obiettivo durante la presentazione del 7 novembre dove, seppur esiguo, il pubblico era composto fondamentalmente da giornalisti, dunque colleghi di Massimo Mapelli. Giornalisti alle prime esperienze e giornalisti veterani. L’incontro si è trasformato quindi in un piacevole e interessante confronto. Un salotto improvvisato dove dei “quasi” amici ricordano e si raccontano e si confrontano, arricchendo l’uno il bagaglio dell’altro.
Massimo Mapelli: mi sono costruito da solo
La passione per la scrittura e il giornalismo di Massimo matura sui banchi di scuola, alla fine del biennio del ginnasio. La matematica non era mai stata il suo forte e, in generale, non si impegnava molto nello studio. Nutriva però un forte interesse per le materie umanistiche e la svolta arriva proprio dopo lo svolgimento di un compito in classe sull’interpretazione di una poesia di Bertolt Brecht.
La sua insegnante di italiano apprezza molto il lavoro svolto e lo incoraggia a non buttarsi via. Massimo decide allora di proseguire gli studi umanistici dopo la maturità e, magari, tentare anche un approccio al giornalismo. Padre imprenditore, madre artigiana che sfida il mondo dell’alta moda. Nessuno si sarebbe mai aspettato una scelta simile, soprattutto perché non c’è alcuna tradizione giornalistica alle spalle. Questo gli preannuncia un percorso per niente facile, ma Massimo abbraccia la sfida e oggi, possiamo dire concretamente, ci riesce alla grande.
Cristiana Zingarino