Università popolare Cristaldi / Spunti di riflessione sulla violenza sulle donne nello spettacolo “Fino a quando?”

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Spettacolo Fino a quando

Fino a quando dovremo organizzare eventi come quello del 24 novembre?
E fino a quando Alessandra, Giulia, Carla, Mariella … dovranno diventare numeri, per l’elaborazione di statistiche annuali sui femminicidi in Italia?
Fino a quando bambini ed adolescenti, fra le mura domestiche, dovranno assistere a discussioni animate, liti, violenze, e qualche volta purtroppo rimanere orfani?
Sono domande che ad oggi, rimangono senza risposta. Cresce però, fra le Istituzioni, nelle scuole, fra i giovani, la consapevolezza di una necessaria e reciproca educazione dei sentimenti.

L’Università Cristaldi ha realizzato lo spettacolo sulla violenza sulle donne

“Fino a quando…?” è il titolo dell’evento realizzato da alcuni soci dell’Università Popolare Giuseppe Cristaldi, lo scorso 24 novembre, nella sala Pinella Musmeci. L’assessorato alla Cultura del comune di Acireale lo ha inserito all’interno del programma di 5 giorni dal titolo “Rosso come amore”. Programma che si è concluso la sera del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999.

Rosa Maria Garozzo e Angelo Pagano
Rosa Maria Garozzo e Angelo Pagano
I saluti istituzionali sono stati affidati, per il Comune, al vicesindaco dott.ssa Valentina Pulvirenti e all’assessore alla Cultura avv. Vincenzo Di Mauro. Per le Associazioni che hanno patrocinato l’evento, un saluto hanno rivolto il prof. Angelo Pagano presidente Università Popolare; prof.ssa Vera Petralia presidente Fidapa sez. Acireale; prof. Stefano Figuera, in rappresentanza della Fondazione Maria Barbagallo della Diocesi di Acireale; maestro Vera Pulvirenti, presidente sezione Riposto-Giarre dell’UNESCU.

Spunti di riflessione nello spettacolo “Fino a quando” sulla violenza sulle donne

La evento nella sua complessità, con preparazione del materiale, letture, recitazione, musiche, canti, articolazione del programma, ideazione del titolo e disegno della locandina, conduzione della serata, è stato preparato con la collaborazione, a vario titolo di alcuni soci. In ordine alfabetico citiamo: Rosa Barbagallo, Saro Bella, Rita Caramma, Carola Colonna, Lella Costa, Carmen D’Anna, Giovanna Di Bella, Terenzio Falcotti, Rosa Maria Garozzo, Daniela Greco, Alessandra Platania, Vera Pulvirenti, Peppe Spoto, Gesuele Sciacca, Alfio Vecchio.

Uno stile impegnato, ma leggero e vario ha caratterizzato il programma. Stacchi musicali si alternavano alle letture, riproduzioni di quadri di geniali artisti (Klimt, Magritte, De Chirico, Fontana) rendevano immediati a tutti, concetti difficili e teorici. Brevi pezzi di film preparavano alla bella e intensa recitazione finale.
L’obiettivo era quello di fornire al vasto pubblico presente in sala fino alla fine, diversi spunti di riflessione sul tema della violenza fisica e psicologica contro le donne. La contemporanea presenza di donne e uomini sul palco, indicava che l’impegno e la responsabilità comune, nell’affrontare questo triste fenomeno è di tutti. A prescindere dall’età e dai ruoli sociali (genitori, nonni, fratelli, single, ecc.).

Alessandra Platania e Vera Pulvirenti
Alessandra Platania al violino e Vera Pulvirenti alla tastiera

Spettacolo sulla violenza sulle donne: tre considerazioni

In apertura 3 brevi considerazioni sulle donne: quella espressa da San Paolo che prescrive alle donne di tacere in assemblea, e in coerenza con la legge, di essere sottomesse ai mariti. Di seguito quella di Papa Francesco, che denuncia la violenza della società nei confronti delle donne, ritenute materiale di scarto. Infine le parole del Presidente Mattarella che, dopo aver esortato ad un impegno educativo e ad un cambiamento culturale, elogia le capacità e le competenze delle donne, veri agenti di innovazione nella politica, nella cultura e nella società.

In duemila anni, ma più realisticamente dovremmo dire, dal ’46 in poi in Italia, molte cose sono cambiate in favore delle donne. Il diritto di voto, l’abolizione del delitto d’onore, la riforma del diritto di famiglia, l’accesso ai concorsi in magistratura, solo per citarne alcune.

Non è cambiata la mentalità della società

Le disposizioni di legge non cambiano però contemporaneamente anche la mentalità della società. Le posizioni apicali sono ancora ricoperte, nella stragrande maggioranza dei casi, dagli uomini. Le donne, a parità di ruolo ricoperto, guadagnano in media circa il 22% in meno degli uomini. L’atteggiamento paternalistico degli uomini nei confronti delle donne, continua ad essere dominante, come afferma Michela Murgia nel suo libro dal titolo esemplificativo “Stai zitta”.

Ancora più pesante per molte donne è la violenza fisica e psicologica, della quale sono spesso oggetto. Violenza che non conosce confini geografici o isole felici. Colpisce le classi colte, raffinate, ricche, così come quelle della piccola e media borghesia, del proletariato, dei disoccupati.  Quattro letture, liberamente tratte dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte – dieci anni dopo” hanno reso molto bene questa trasversalità nello spettacolo pomeridiano.Spettacolo sulla violenza sulle donne

I chiaroscuri dello spettacolo sulla violenza sulle donne

Il programma è stato suddiviso in due parti. La prima dal sottotitolo “amore e morte” un tema molto caro a poeti, scrittori ed artisti di tutti i tempi. In sala è stato reso, oltre che con le citate letture, anche con la proiezione del quadro di Gustav Klimt “Amore e Morte”. Nella stessa tela, a destra, con colori caldi sono raffigurate scene di vita (una donna giovane, un neonato, un ragazzo) a sinistra con colori freddi e cupi, la morte. L’immagine esprime il potenziale conflitto interiore, presente in ciascuno di noi, fra istinto di vita (procreazione, crescita, creatività) e istinto di morte (auto e/o etero distruzione). L’educazione, l’esempio, le scelte di vita, le frequentazioni, le esperienze, contribuiscono ad orientare queste pulsioni verso l’una o l’altra direzione.

La seconda parte riprende il titolo dell’evento “Fino a quando…?”, questa volta con l’accezione finale positiva.  Se nella vita può capitare che rinunce, compromessi, dipendenze, relazioni malate, frustrazioni, condizionino la nostra mente e impediscano l’espressione delle nostre aspirazioni e capacità, la riflessione, il coraggio, l’aiuto degli altri e l’azione sono alla base della nostra salvezza.

Ce lo insegna alla fine Penelope, in una rilettura di questa eroina classica, pubblicata nel libro “Fimmine”, scritto dell’attrice e regista Luana Rondinelli.
Dopo 20 anni di attesa Penelope va via, sceglie il mare, l’orizzonte. Il filo, usato per la tessitura del sudario di Laerte, il famoso stratagemma senza fine, per tenere diplomaticamente lontani dal trono i Proci, si trasforma in uno strumento di vita. A noi è piaciuto, come disegnato nella locandina dell’evento, utilizzare il filo della tela, per costruire la barca, la vela, consentendo così a Penelope di viaggiare, di raggiungere le nostre coste. E, nel tratto di mare fra S. Tecla e Santa Maria La Scala, incontrare Galatea, anche lei vittima di violenza, ma che nella trasformazione ha trovato la salvezza.

Rosa Maria Garozzo

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