LaSSD Città di Acireale 1946, la maggiore squadra sportiva della città che milita nella Lega Serie D, nelle persone dei Presidenti, Giovanni Di Mauro ed Enrico Strano, dei dirigenti generale e operativo, Leonardo e Lizzio, nonché del segretario Ragonesi, dell’amministratore unico Grasso, dei responsabili area, dei tecnici, dei membri dello staff, del team manager e degli atleti della prima squadra (fatta eccezione per Giuseppe Savanarola, colpito nella notte da un lutto in famiglia), è stata ricevuta al palazzo vescovile di Acireale dal vescovo mons. Antonino Raspanti.
Ne dà notizia un comunicato dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi.
La SSD Acireale dal vescovo Raspanti
Nel corso dell’incontro la delegazione calcistica ha presentato il progetto che ha preso il via a giugno di quest’anno fondato sul termine “rinascita”. Sono intervenuti il cappellano sociale, don Arturo Grasso, e il responsabile dell’area comunicazione, Sebastiano Ambra.
Il vescovo Raspanti ha espresso il suo compiacimento per l’impegno fino a qui portato avanti, sottolineando l’importanza dello sport in ambito sociale. Ha anche fatto cenno al suo rapporto con il mondo del calcio, ricordando il periodo del suo stretto rapporto, da cappellano, con la squadra del Dattilo, nella Sicilia Orientale. E ha raccontato un aneddoto che lo ha visto confrontarsi, simpaticamente, con l’allora CT della nazionale italiana Giovanni Trapattoni.
I presidenti della SSD Acireale consegnano a Raspanti una maglietta personalizzata
Successivamente i presidenti Di Mauro e Strano gli hanno consegnato una maglietta della squadra color granata, recante sul retro il cognome “Raspanti” e il numero 1, e un gagliardetto. Il vescovo ha molto apprezzato gli omaggi ricevuti.
Raspanti, invitato dal direttore generale Leonardo, ha accettato di venire allo stadio ‘Aci e Galatea’ in occasione di una partita di campionato.
Un veloce scambio di battute con l’allenatore della prima squadra, Salvatore Marra, ha concluso l’incontro. Ma solo dopo la proposta di Raspanti di recitare insieme un Padre nostro, prima di conferire la benedizione.