WonderLAD / Quando l’architettura incontra la solidarietà

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WonderLAD è una realtà nata a Catania dall’idea della psicologa Cinzia Favara Scacco e concretizzata grazie all’aiuto dell’architetto Emilio Randazzo. La struttura sorge su un parco di due ettari con una superficie coperta di 2.000 mq, un basso impatto ambientale, costi di gestione limitati e consumi energetici prossimi allo zero. La scelta di materiali come il sughero naturale segue i principi della bioarchitettura, consente ai piccoli pazienti di vivere in un ambiente sano e rigoglioso. La struttura apre le sue porte al pubblico il 20 Novembre 2019 in occasione del trentesimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

La scelta del nome – così come si conferma la Direttrice Favara Scacco – proviene dalla favola “Alice in Wonderland“, tradotto in italiano come “Alice nel Paese delle Meraviglie”. “Il mio amore per i Simply Red, basti pensare alla loro canzone dal titolo Wonderland, mi ha permesso di trovare un nome adatto a questa struttura, insieme all’acronimo LAD. Dunque, un luogo magico, proveniente dal mondo delle fiabe, per i bimbi affetti da gravi malattie. 

Come nasce WonderLAD

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WonderLAD vista dall’interno

“Il tutto inizia dopo la mia esperienza in America come psicologa e arte terapista al Mount Sinai Hospital di New York. L’esperienza americana mi ha insegnato come il mestiere dello psicoterapeuta può lavorare con i bambini ricoverati. Arricchita da questa esperienza ho scelto di tornare a Catania e di portare in Sicilia l’esperienza formativa. Subito dopo essere entrata al reparto di oncologia pediatrica ho iniziato un percorso che mi ha anche permesso di conoscere l’arteterapia.

Si tratta di un percorso che prova a migliorare la qualità di vita intervenendo in procedure mediche e diagnostiche. Questo mi ha permesso, dunque, il voler applicare questo metodo non solo nel reparto ma anche nel quotidiano, una volta dimessi dalla realtà ospedaliera. Lo scopo del percorso è quello di far elaborare l’esperienza traumatica al bambino, ai genitori e alla famiglia tutta. Proprio per questo presso la nostra struttura è possibile accogliere l’intero nucleo familiare”.

Un luogo in cui condividere giochi e attività proprie di una vita normale, pur nella malattia. Un ambiente in cui, attraverso lo strumento della creatività del bimbo è costantemente stimolata per migliorare la vita e stimolare le parti di un’infanzia messa in ombra dalla patologia. Un ambiente accogliente definito dal Corriere della Sera come “casa abbraccio” per via di un grande albero dei desideri con intorno laboratori d’arte, che spaziano dalla ceramica alla scrittura creativa fino ad arrivare al CineLAD. Ma WonderLAD non finisce qui! Infatti, ci sono laboratori di musicoterapia, PETteraphy, pittura e falegnameria. Il progetto di Cure & Care si esprime anche attraverso l’accoglienza e la bellezza dei luoghi di cura.

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Una struttura che sa di casa 

Ogni bambino deve potersi esprimere con strumenti adeguati alla propria identità, insieme ai processi di riabilitazione di neopsicomotricità, fisioterapia e logopedia. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto lo sport, comprendente sport come la scherma, il tennis da tavolo e il ju jitsu, per offrire una riabilitazione globale in fase di terapia. Mentre fa le cure, che durano anni, nell’arco di questi anni si continuano ad offrire stimoli per crescere fisicamente, mentalmente ed intellettivamente”.

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Bimbi durante un’attività

Il programma di attività – tra medicina, arte-terapia, architettura e solidarietà – applicato al suo interno fa della struttura uno dei progetti privati del Terzo Settore più importanti e innovativi in Italia. Per questo LAD realizza luoghi a “dimensione bambino”.  “Poter offrire un senso di memoria della propria casa è l’ideale: infatti la sensazione di casa appartiene alla struttura pronta ad accogliere i bambini meno fortunati. Il nostro lavoro, sinteticamente, lo raccogliamo nella formula arte, architettura e psicologia che è uguale a LAB project.

“Tra l’altro – aggiunge la psicologa Federica Maio la struttura è curata in ogni minimo dettaglio una volta varcato l’ingresso della struttura. In particolare, l’architetto Randazzo, ha creato insieme al suo team una struttura calda ed accogliente, ben diversa dagli ambienti freddi e poco ospitali delle strutture ospedaliere. Ai muri bianchi e senza vita si contrappongono vetrate luminose, immerso nel verde, con molto uso del legno e pareti colorate”.

Il ruolo dello psicologo: un caleidoscopio di compiti ed emozioni 

“Il team di psicologi che lavora a WonderLAD lavora in sinergia e dinamicità circa sulla progettualità del percorso del bambino stesso e della famiglia. Ciascuno di noi, nel proprio piccolo ruolo, riesce a ricoprire moltissimi aspetti che il bambino fronteggia in questa malattia: come il passaggio dal policlinico al reparto o coloro i quali si occupano di arteterapia. Io, in particolare, mi occupo di un percorso più nuovo rispetto alle mie colleghe: ho avuto modo di effettuare due tirocini in questa struttura durante il mio percorso universitario ed ho colto subito l’opportunità di poter lavorare presso questa struttura.

Mi sono cimentata in più mansioni, alcune più organizzative o altre più amministrative, avendo cura spesso delle resistenze che i genitori e la famiglia, in generale, fronteggia, prendendocene cura. Il nostro ruolo, in una realtà del genere, è fondamentale ma piuttosto complesso essendo un lavoro globale. Non è un semplice occuparsi del bambino ma è anche un occuparsi degli operatori, dei genitori, dei volontari e dei tirocinanti. Il cuore pulsante del progetto è proprio questa: la ψυχή (la psiche, in greco antico). Si tratta di un lavoro che abbraccia più ruoli e che non può essere, appunto, settorializzato. 

WonderLAD / Il rapporto con il COVID-19

“L’inaugurazione della struttura è avvenuta nel Novembre del 2019, aprendo le porte nel gennaio del 2020. A Marzo, a causa dell’ondata del Coronavirus, siamo stati costretti a chiudere. All’inizio del progetto c’era anche un importante collaborazione con le scuole, proprio perchè il bambino con malattie oncologiche non dovesse sentirsi ghettizzato, anzi, fosse accolto in un processo inclusivo. Nonostante la chiusura, ci siamo immediatamente attivati online. Le nostre attività le abbiamo proposte online, compiendo ogni giorno una narrazione di storie da raccontare ai bambini in modo che potessero seguirci invitando personaggi famosi. Abbiamo pensato di attribuire a questo progetto il nome di SmartLAB.

A giugno 2020, subito dopo l’apertura post lockdown, non abbiamo più chiuso. L’assessorato alla sanità siciliano ci ha concesso un permesso speciale che ci ha permesso di continuare a lavorare, anche grazie agli ambienti di WonderLAD. La struttura, nonostante il cambiamento che ha dovuto effettuare, trasformando un progetto che, inizialmente, era stato pensato per tre anni è riuscita nel suo intento. Il cambiamento è stato faticoso ma non ci siamo mai arresi né fermati. Il covid19, per la nostra realtà, non è stato un grande ostacolo: questo perchè la struttura era stata pensata per essere un ambiente sicuro per il malato oncologico, e così è stato!

Giorgia Fichera

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