In calendario tra le attività divulgative catanesi di pregio, si annovera l’iniziativa: Existing building forum, biennale su rischio sismico e restauro del costruito, tenutasi al Four Points by Sheraton di Catania.
“Il forum “Existing building” ha dimostrato, sin dalla sua ideazione, eccellenti credenziali divulgativo-scientifiche. L’organizzazione dell’evento è stata curata da un team di esperti.
Si ricordano: Vincenzo Coniglio, presidente Tradimalt spa; Ivo Caliò, ordinario di Scienza delle Costruzioni, e Francesco Cannizzaro, associato di Scienza delle Costruzioni dell’Università di Catania. Essa, nella fattispecie, si è adoperata per proporre un focus sull’attuale contesto abitativo e sul costruito esistente, con riguardo al territorio nazionale e a quello etneo e catanese. L’appuntamento è stato proficuo per avvalorare le tesi provenienti da varie aree scientifico/sperimentali. In tal caso, si parla di interventi altamente qualificati e di un uditorio composto da ingegneri, architetti, geologi, geometri.
E persino da ditte specializzate nel settore della progettazione e delle costruzioni, sia a livello locale che nazionale e internazionale.
Forum sugli edifici esistenti: i relatori
Tra i relatori si citano Bassam Izzuddin, docente dell’Imperial College London e Sergio Lagomarsino, docente dell’Università di Genova. E ancora Paulo Lourenco, docente dell’Università di Minho e Ivo Caliò, docente dell’Università di Catania. Mentre per i saluti istituzionali, si menzionano: Paolo La Greca, vicesindaco di Catania e docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica UniCt; Matteo Ignaccolo, direttore del Dipartimento DICAR UniCT. Ed inoltre: Mauro Antonino Scaccianoce, presidente Ordine Ingegneri CT; Sebastian Carlo Greco, presidente Ordine Architetti CT; Agatino Spoto, presidente del Collegio dei Geometri CT.
Nel novero dei conferenzieri, si rammentano ancora: Rosario Fresta, presidente Ance Catania; Eleonora Bonanno, presidente Fondazione Architetti PPC Catania. E, non in ultimo, Stefano Branca, direttore Osservatorio etneo INGV.
Il forum, d’impronta scientifica internazionale, nasce dalle valutazioni afferenti all’evento sismico avvenuto ben 330 anni addietro (1693 – 2023), nella Val di Noto. Il fine è dialogizzare sulle azioni più consone da intraprendere, al fine di prevenire e/o mitigare effetti derivabili da un presunto rischio sismico. Il dilemma, a tratti shakespeariano, rivolto all’attenzione degli esperti internazionali, è: restaurare e riadattare o demolire e ricostruire? Qual è, dunque, la miglior soluzione da prospettare e, ancora, quali sono le strategie d’intervento mirate, nonché idonee per far fronte alle situazioni attuali, che evidenziano in larga parte edificazioni in cui impera, o quasi, l’inesistenza di deferenza a norme sismiche.
Forum sugli edifici esistenti: valutazione del rischio sismico
Tali congetture ragionate si propagano come onde di pensiero per ripensare, con criteri di innovata prevenzione, il rischio sismico. E in tal caso, il pensiero corre al terremoto del 1693, un presunto “Big One” pareggiabile per magnitudo (7.3) a quello avutosi lo scorso febbraio in Turchia (7.8) e Siria (7.5). “Se, nel tempo corrente, si avesse un fenomeno di tale entità nelle nostre città, stante il grado di inadeguatezza antisismica, la maggior parte del costruito sarebbe raso al suolo” (Stefano Branca).
A tal punto, nasce l’esigenza di creare un tavolo di lavoro per promuovere best practices applicative, funzionali alla prevenzione del rischio sismico. In più, con specifiche competenze e studi progettuali di next generazione e Know how, possono determinarsi neo stratagemmi in ambito edilizio. Ad esempio, l’impiego di controventi esterni (Sergio Lagomarsino). È importante prevedere logiche di rinforzo e sostegno alle costruzioni esistenti o l’abbattimento e la riedificazione di nuove strutture abitative. “Anche l’accademia, attraverso la “terza missione” può contribuire a sviluppare tecnologie/metodologie avanzate in una combinazione: università-azienda-decisori politici-istituzioni” (Matteo Ignaccolo – DICAR).
Forum sugli edifici esistenti: sinergia tra chi opera nel mondo delle costruzioni
Sulle nuove progettualità o quelle in corso d’opera, devono predisporsi da subito soluzioni antisismiche. Una delle chiavi di lettura è “a più mani”, in una riveduta sinergia tra: ingegneri, architetti, geologhi, geometri. In più, tra chi si adopera a vario titolo nel mondo delle costruzioni a vari livelli tecnico-empirici. “La parola d’ordine è, pertanto, mitigazione del rischio sismico, con la posa in opera di apposite strategie valevoli erga omnes, nell’ottica di visioni globali e rigenerative per i territori” (Paolo La Greca).
La tavola rotonda su Existing building è divenuta persino sede istituzionale, per valutare il rischio su scala urbana, mettendo in relazione il costruito e le infrastrutture esistenti. In particolare, l’Italia risalta all’attenzione della comunità scientifica, giacché Paese a maggior rischio sismico nel Mediterraneo. “Inoltre, è noto che, tra le altre peculiarità del territorio italiano, si rubrica la vulnerabilità dell’edificato, nonché la densità abitativa. In aggiunta, si ricorda che l’Italia, e in particolare la Sicilia, sono siti a forte concentrazione di Patrimoni Unesco. Così, ancor di più si palesa l’esigenza di predisporre piani d’azione per la tutela dei beni architettonici, artistici e naturalistici del territorio” (Biagio Bisignani – direttore urbanistica e controllo del territorio di Catania).
In chiosa, relativamente al comparto delle costruzioni, emerge chiara la responsabilità di guidare l’edilizia verso un futuro d’avanguardia. Così, diviene imperativo impegnarsi per mettere in cantiere soluzioni efficaci, al fine di affrontare compiutamente le challenge del rischio sismico.
Luisa Trovato