Crisi climatica / Dialogo intorno alla “Laudate Deum” all’Università di Catania

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Il 19 Dicembre presso l’Università di Catania si è svolta una conferenza di grande rilevanza sulla crisi climatica globale, che ha avuto come fulcro il dialogo attorno all’enciclica “Laudate Deum'” di Papa Francesco. L’evento ha visto la partecipazione dell’Arcivescovo di Catania, il Monsignor Luigi Renna, e di Simone Morandini, Salvo Adorno, Marco Mazzone e Melania Nucifora. E’ stato organizzato da Arianna Rotondo, professoressa Associata di Storia del cristianesimo e delle chiese.

La conferenza è cominciata con una breve introduzione da parte della stessa Nucifora, professoressa associata di Storia contemporanea, che ha fornito un excursus sul cambiamento climatico dal punto di vista storico, dalla rivoluzione industriale ad oggi. Prima di passare la parola ai relatori, la professoressa ha letto una citazione dal libro “Rapporto Brundtland”, che richiama alla responsabilità dell’uomo sulla natura: “L’uomo si è arrogato il ruolo di amministratore del pianeta, e in quanto amministratore del pianeta ha una responsabilità non solo nei confronti delle generazioni future ma anche delle altre specie”.

Crisi Climatica / Laudate Deum: l’intervento del Monsignor Renna

Il primo dei relatori a prendere la parola è Monsignor Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, che tocca molteplici argomenti trattati dalla Laudate Deum. Comincia col definirlo una versione meno approfondita della Laudato Sì, pubblicata 8 anni prima dal Papa, ma allo stesso tempo più urgente, poiché ha una finalità molto chiara: “Non reagiamo abbastanza perché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando, e forse si sta avvicinando ad un punto di rottura”.

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L’Arcivescovo tocca il tema del negazionismo, e dopo aver letto un passaggio dal libro di un ambientalista danese che si definisce “L’ambientalista scettico”, afferma “Il problema del negazionismo non sta solo nell’analisi, ma nel mettere sullo stesso livello la priorità della salvaguardia ambientale con altri problemi della società, in questo caso l’aumento dei finanziamenti, non stanno sullo stesso livello perché ci troviamo davanti a delle problematiche incommensurabili”.

Successivamente il Monsignor Renna critica il modello tecnocratico portato avanti dai paesi più sviluppati, guidati da un interesse economico. Dice “Questo modello non assicura uno sviluppo globale, come diceva Paolo VI, perché impoverisce invece i paesi in via di sviluppo, che diventano oggetto di un atteggiamento predatorio di una impostazione tecnocratica”.

Infine l’Arcivescovo parla del nuovo modello di multilateralismo proposto da Papa Francesco. “Quello che il Papa propone è un multilateralismo che metta tutti i paesi sullo stesso piano, e ci faccia notare come alcune proposte abbiano portato a dei cambiamenti a livello internazionale perché ci si è mossi anche da parte dei piccoli paesi. Il Papa arriva a proporre dei modelli di rapporto uomo-ambiente presenti in culture che spesso rimangono nell’ombra. Quindi il multilateralismo del Papa è uno che assicura una relazione democratica di tutti i paesi del mondo”.

Crisi Climatica / Laudate Deum: l’impatto della Laudate Deum sulla Cop28

Simone Morandini, Vicepreside dell’Istituto di Studi ecumenici San Bernardini di Venezia, apre il suo intervento definendo la Laudate Deum come una lettera a Dubai, alla Cop28. “È una lettera che serviva a preparare il terreno all’intervento che avrebbe dovuto poi personalmente fare in sede. Le parole forti usate nel discorso di Papa Francesco fanno da background alla Laudate Deum”.

Il professor Morandini spiega come mai Papa Francesco abbia pubblicato questa lettera proprio quest’anno, a 8 anni dalla Laudato Si: “Nonostante gli accordi di Parigi la situazione non è cambiata molto, sembrava un dibattito non destinato ad andare avanti. E quindi Francesco ha deciso di usare il peso della sua autorità morale per spostare la bilancia. Questa lettera è stata in parte recepita, ad esempio, ha aperto per la prima volta un dibattito sul problema dei combustibili fossili, cosa che da un paese produttore di petrolio non mi sarei aspettato”.

Il professore conclude con un’ultima riflessione “Comprendere Laudate Deum e Laudato Sì ci chiede una riflessione etico-politica, non si tratta soltanto di dare informazioni sulla prossima Cop, ma di ricomprendere il nostro rapporto di esseri umani nel pianeta terra. Come ci dice Francesco, la natura umana è insostenibile senza le altre creature.”

Crisi Climatica / Possibili soluzioni per il cambiamento

Prende poi la parola Salvo Adorno, professore di Storia Contemporanea, che spiega come l’uomo dovrebbe agire per agevolare il cambiamento. “Il cambiamento può essere fatto in quattro modi: il cambiamento di visione, che prevede una mobilitazione di tutte le energie umanistiche, scientifiche, intellettuali per ribaltare il paradigma dell’antropocentrismo e della tecnografia. Poi ci può essere il cambiamento per crisi, che però non deve essere una crisi regressiva ma progressiva, verso un interesse collettivo.

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Il professore continua “Successivamente abbiamo il cambiamento attraverso la tecnica. Francesco ci allarma sulla tecnocrazia e propone l’utilizzo della tecnica in modo che aiuti la natura e non che si affermi su di essa. Infine c’è il cambiamento attraverso la scienza, perché essa ci permette di sapere in che modo si stia alterando il pianeta. Porto l’esempio della scoperta del buco dell’ozono, che ha portato alla conseguente limitazione del problema”.

Adorno parla poi del problema dell’antropocene e introduce il tema della coscienza epocale, citando lo storico Chakrabarty. “Quello del cambiamento climatico è un problema che riunisce l’umanità, spinta dalla necessità di sconfiggere un nemico comune, di gestire una catastrofe imprevedibile e ingovernabile. Avendo un destino condiviso, possiamo lavorare tutti insieme per costruire un orizzonte politico”.

Crisi Climatica / L’importanza della responsabilità individuale

Marco Mazzone, professore di Filosofia e Teoria dei linguaggi, è l’ultimo a intervenire. Si concentra sulla responsabilità individuale e l’importanza dell’educazione. “La crisi globale è un peccato strutturale, per questo c’è un appello alla responsabilità di tutti. Ma la responsabilità di tutti diventa facilmente la responsabilità di nessuno. È come il fenomeno dell’effetto spettatore che si studia in psicologia, ci si sente privi di ogni responsabilità nel momento in cui la responsabilità cade su molteplici persone”.

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Mazzone poi esprime la sua critica nei confronti della politica e il suo timore sulla mancanza dei tempi per reagire. “Il problema dei governi democratici è che sono sempre in cerca del consenso, il governo sarebbe capace di non reagire di fronte a una catastrofe nel momento in cui questo potrebbe togliere consensi. Mettere la crisi globale unicamente nelle mani delle forze politiche è pericoloso. Io temo che ci si stia perdendo in chiacchiere, che non ci sarà il tempo materiale per reagire.”

Il professore conclude poi ribadendo la responsabilità individuale di ognuno di noi. “Quindi uno dei modi con cui si potrebbe produrre un vero cambiamento è se contribuiamo tutti. Bisogna che ognuno di noi individui il minimo comune denominatore di valori condivisi, in modo che non ci siano dissensi, e poi si crei un’alleanza civile contro il nemico comune.”

                             Ottavia Pressato

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