Sacerdoti secolari / Padre Vincenzo Castiglione: “San Sebastiano è l’anima cattolica degli acesi”

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padre Vincenzo Castiglione

Il suo passo è felpato ma deciso. Ha con sé taccuino e telefonino. Ci sediamo e ci presentiamo. E subito il discorso si fa incalzante. Comunico al mio intervistato che farò alla vecchia maniera, carta e penna. Lui sorride e rallenta sensibilmente. Ci raggiunge anche don Giambattista Rapisarda. Capisco che dovrò tenere ben salda la penna nella mia mano. Prima che lo dimentichi, invito il mio intervistato per qualche foto di rito. Le prime sono discrete, lui non approva. Erano spente. Poi, finalmente le foto riescono. Ecco il sorriso, il suo sorriso. Quello di monsignor Vincenzo Castiglione, 92 anni, ospite presso l’Oasi di Aci Sant’Antonio.

Padre Vincenzo Castiglione

Nasce a Randazzo il 25 febbraio del 1931. È ordinato sacerdote il 7 agosto del 1955 dal vescovo monsignor Salvatore Russo, nella chiesa Maria Santissima degli Ammalati di Acireale. E con lui anche Salvatore Messina, Antonino La Rosa e Giuseppe Costanzo, quest’ultimo vescovo emerito di Siracusa.
Subito dopo l’ordinazione il vescovo lo nominò vicario parrocchiale nella sua Randazzo, come collaboratore di monsignor Giovanni Birelli, arciprete parroco della chiesa Basilica di Santa Maria.padre vincenzo castiglione

Ricco e fecondo il suo servizio alla chiesa di Acireale: dopo Randazzo, si trasferì presso il Santuario diocesano di Loreto di Acireale in qualità di vice priore; dal 1959 al 1966 a Santa Venerina come parroco della matrice Santa Venera; infine, la lunga parentesi ventennale presso Santa Maria dell’Odigitria di Acireale, che abbracciava le chiese minori di Sant’Antonino, San Francesco di Paola e San Crispino.
Presidente e per tanti anni punto di riferimento dell’Odar (Opera assistenza diocesana religiosa), diede il via alla costruzione della casa per campeggi a Milo. Guidò poi dall’ottobre del 1993 a novembre del 1994 la parrocchia di San Michele.

Un ictus accorso subito dopo lo costrinse a dimettersi.  Nel 1996 si adoperò per l’istituzione dell’adorazione eucaristica perpetua, finanziando di tasca propria buona parte dei lavori di restauro della chiesetta di San Vincenzo Ferreri di via Rosario Currò ad Acireale, diventata oggi oasi di pace per il bisogno della preghiera di alcuni adoratori.
Insegnò lettere al seminario e religione cattolica al liceo scientifico Archimede di Acireale. Tra gli altri innumerevoli incarichi pastorali segnaliamo quelli di assistente unitario dell’Azione cattolica, canonico della Cattedrale di Acireale e amministratore della Basilica di San Sebastiano. Con monsignor Vincenzo Castiglione apriamo questa nuova rubrica dedicata ai “sacerdoti secolari”.padre vincenzo castiglione davanti al fercolo di san Sebastiano

Padre Castiglione, ci racconti la nascita della sua vocazione.

Distrutta Randazzo dai bombardamenti della guerra, conclusi la quinta elementare e i miei mi mandarono da un falegname. Una sera mi trovavo ad un incontro dell’Azione Cattolica tenuto da don Antonino Maugeri e ricordo che sul muro di una stanza vi era un quadro del Sacro Cuore. Io lo guardai e mi rivolsi così: ‘Signore, fatemi venire la febbre domani che non voglio andare dal falegname!’. E l’indomani mi alzai con la febbre alta. Mi presi una cotta per il Signore.

Ci sono dei Santi che hanno segnato il suo percorso di studi?

Ho fatto il ginnasio dai Salesiani di Randazzo, che è stato il primo istituto in tutta la Sicilia. Poi continuai gli studi al seminario di Acireale. A quei tempi si studiava sul catechismo di Pio X, ed io una volta risposi in modo corretto a tutte e duecentocinquanta domande. Sono molto legato a San Giovanni Bosco per questo motivo. Anche San Luigi Gonzaga, protettore della gioventù cattolica.

Un aneddoto sui primi giorni del seminario e la figura di un educatore in particolare.

All’epoca ognuno di noi seminaristi doveva portarsi tutto da casa: materasso, biancheria per il letto, coperte. Non essendoci i mezzi di oggi, per tutto ciò ho noleggiato un carretto trainato dai muli, che partì da Randazzo la sera precedente e arrivò ad Acireale il giorno dopo. Arrivai il primo giorno al seminario di Acireale a bordo di un camion pieno di giovani della Democrazia Cristiana che si stava dirigendo verso Catania per un comizio. Mi piace ricordare padre Vincenzo Sozzi, un filosofo estroso e grande comunicatore.

Padre Castiglione, non possiamo non parlare del legame tra San Sebastiano e gli acesi. Lei ha vissuto in prima persona la festa; cosa dobbiamo chiedere al santo martire?

San Sebastiano è l’anima di Acireale cattolica. Dovremmo tutti lavorare, e sodo, per una festa più cristiana possibile dove il centro resta sempre Gesù Cristo, re di amore e di pace, per sempre e per tutti. San Sebastiano quando ci conduce tutti a Gesù per amore e con amore ha ottenuto per noi e per tutti quello che ha sempre richiesto: amatevi e Gesù vi amerà sempre di più e nulla vi mancherà, di serenità, pace, gioia e amore.

Uno sguardo sul mondo di oggi. Come lo vede e quale cura ci consiglia?

Viviamo in un mondo senza morale e coscienza, dove prevale l’Io. I conflitti attuali ne sono un riflesso. Credo sia importante tornare a rispettarsi. La cura è rispettare sé stessi e l’altro. Gesù Cristo lo ha detto in modo chiaro: amatevi gli uni e gli altri come io ho amato voi.

A conclusione, padre Castiglione, diamo un messaggio ai nostri lettori.

Vogliamoci bene. Anzi, aggiungo, veramente bene.

Domenico Strano

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