Clima / Gennaio 2024, il più caldo della storia

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Il mese di Gennaio 2024 è il più caldo mai registrato finora secondo le rilevazioni del Copernicus Climate Change Service (C3S).

Clima / Gennaio 2024, il più caldo della storia: Cos’è il C3S?

Il  servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), pubblica a cadenza regolare dei bollettini climatici mensili. Da questi si evincono non solo i cambiamenti osservati nelle temperature globali dell’aria superficiale, ma anche quelle del mare. Questi report contengono anche dati sulle variazioni della copertura di ghiaccio marino e sulle variabili idrologiche. Tutti i risultati riportati si basano su analisi generate al computer, basate sulla rielaborazione di dati. Questi vengono raccolti da miliardi di misurazioni effettuate da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche dislocate a livello globale. 

Clima / Gennaio 2024, il più caldo della storia: Il bollettino

Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service (C3S), ha affermato: “Il 2024 inizia con un altro mese da record: non solo è il gennaio più caldo mai registrato, ma abbiamo anche appena vissuto un periodo di 12 mesi di oltre 1,5°C al di sopra del periodo di riferimento preindustriale. Una rapida riduzione delle emissioni di gas serra è l’unico modo per fermare l’aumento della temperatura globale”. Per l’esattezza, se consideriamo la temperatura media globale del periodo febbraio 2023 – gennaio 2024, questa è stata la più alta mai osservata. Si parla infatti di ben 0,64°C sopra la media del periodo 1991-2020 ed esattamente 1,52°C sopra la media preindustriale del periodo 1850-1900.

La temperatura globale dell’aria superficiale è stata di 13,14°C, che è 0,70°C superiore alla media di gennaio 1991-2020 e 0,12°C superiore al precedente gennaio più caldo, verificatosi nel 2020. Il mese è stato di 1,66°C più caldo rispetto ad una stima della media di gennaio per il periodo 1850-1900 (periodo preindustriale). Il periodo preindustriale che – l’IPCC suggerisce di inquadrare nell’arco temporale 1850-1900 – è quello al quale fanno riferimento gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La principale challenge che i paesi firmatari si propongono di mettere in atto è quella di contenere l’aumento della temperatura media globale. Il limite invalicabile è di 2°C rispetto ai sopracitati livelli preindustriali, ma l’obiettivo è limitare il surriscaldamento a 1,5°C in esubero.

Clima / Gennaio 2024, il più caldo della storia: Clima in Europa e oltre

Nello specifico in questo gennaio le temperature europee sono variate da molto al di sotto della media del periodo 1991-2020 nei paesi nordici a molto al di sopra della media nel sud del continente. Al di fuori dell’Europa, le temperature sono state ben al di sopra della media nel Canada orientale, nell’Africa nordoccidentale, nel Medio Oriente e nell’Asia centrale. Il Canada occidentale, gli Stati Uniti centrali e la maggior parte della Siberia orientale hanno invece riportato valori sotto la media.

Clima / Gennaio 2024, il più caldo della storia: Mare e variabili idrologiche

La temperatura media globale della superficie del mare (SST) per gennaio al di fuori delle regioni polari ha raggiunto 20,97°C. Si tratta della più alta registrata per gennaio, 0,26 gradi in più rispetto al record antecedente (2016). La temperatura della superficie del mare è rimasta elevata anche al di fuori del Pacifico equatoriale, la regione più direttamente colpita da El Niño. Il calore eccezionale osservato negli oceani è un fattore chiave, che ha influenzato anche la temperatura record dell’aria superficiale globale nel mese di gennaio.

Nel gennaio 2024 il clima è stato più umido della media in gran parte dell’Europa, con tempeste che hanno colpito l’Europa settentrionale e sudoccidentale. Condizioni più secche rispetto alla media sono state osservate nella Spagna sudorientale e settentrionale, nel Maghreb, nel Regno Unito meridionale, in Irlanda, nell’Islanda orientale, in gran parte della Scandinavia, in parte della Russia nordoccidentale e nei Balcani orientali. Al di fuori dell’Europa, la California ha registrato valori record di precipitazioni. Le precipitazioni sono state superiori alla media anche in un’ampia zona della regione eurasiatica, nel sud-est del Sudamerica e in Africa, colpita dal ciclone tropicale Alvaro, che si è abbattuto sul Madagascar.

                                                                           Maria Maddalena La Ferla

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