L’alba del 2014, porterà in Sicilia cambiamenti radicali nel tessuto socio politico dell’isola; la novità ha il nome di “Aree Metropolitane”. Scompariranno così circa 52 comuni che saranno trasformati in municipalità, ed accorpati alle nascenti aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania; queste ultime, oltre alle attuali competenze dei comuni, si occuperanno anche di settori come gestione dei rifiuti, beni culturali, fondi europei ed edilizia popolare, sino ad oggi di competenza della Regione. Praticamente, nei Comuni inglobati nelle aree metropolitane, scompariranno i consigli comunali e i cittadini eleggeranno il sindaco e il consiglio della città metropolitana oltre al presidente della municipalità. Nello specifico, all’area metropolitana di Catania, saranno annessi i comuni di: Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Sant’Antonio, Camporotondo Etneo, Gravina di Catania, Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, Pedara, San Giovanni La Punta, San Gregorio di Catania, San Piero Clarenza, Sant’Agata Li Battiati, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Valverde e Viagrande.
Questo tema, negli ultimi giorni, ha animato i dibattiti popolari nella città barocca dei cento campanili, intasando social network, quotidiani locali, ecc… Al centro delle discussioni la paventata ipotesi che anche Acireale possa venir risucchiata dal vortice metropolitano, perdendo di fatto quell’identità che tanto caratterizza i suoi abitanti. Proprio in tal senso, nasce un comitato civico spontaneo, apartitico ed apolitico, composto da numerosi cittadini e diverse sigle associative acesi che, per scongiurare questa infausta ipotesi, vogliono far sentire la propria voce, il proprio attaccamento e la propria visione ai novanta inquilini dell’Assemblea Regionale Siciliana. Nel comunicato stampa divulgato dal comitato spontaneo, denominato “per la difesa dell’identità e delle autonomie delle Aci”, si evince come l’obiettivo principale sia quello “di salvaguardare le esistenti prerogative gestionali e amministrative dei comuni del territorio acese, messe in pericolo dal paventato rischio di inclusione forzata nell’area metropolitana di Catania.”; inoltre, sempre nel documento si sottolinea come “le caratteristiche socio-economiche, culturali, storiche e turistiche della zona acese infatti, rendono impraticabile qualsiasi ipotesi di annessione all’area metropolitana”.
Al comitato ha aderito anche il sindaco della città di Acireale che, con veemenza e decisione, dichiara il suo impegno affinché Acireale conservi la sua autonomia comunale ed anzi, nella prossima riforma (percorso quasi obbligatorio), venga indicata come comune capofila del libero consorzio delle Aci, figura amministrativa che prevede una sorta di collaborazione fra comuni limitrofi e contigui. Acireale vive un periodo difficile ed ha certamente bisogno di nuovi stimoli per poter riacquistare una contemporaneità economica e sociale rimasta troppo tempo ferma al capolinea; indubbiamente, la sua annessione alla costituenda area metropolitana, cancellerebbe per sempre la storica città barocca, un tempo culla di artisti e scuola artigiana di grande livello. Alla città di Acireale serve un’iniezione di fiducia che solo la sua valorizzazione può darle!
Dario Liotta