In occasione della “Giornata Mondiale dell’Acqua”, a Catania, nell’Aula Magna del DICAr UniCt in Via Santa Sofia,64 si è tenuto il convegno “ Acqua: troppa, troppo poca, troppo sporca”.
Un evento promosso dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Catania in collaborazione con l’Università etnea, il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura UniCT, della Consulta degli Ordini degli Ingegneri di Sicilia e dell’Associazione Idrotecnica Italiana che ha incentrato il focus sulle risorse idriche e la gestione integrata e sostenibile in Sicilia.
Un confronto legato ai possibili investimenti per la città di Catania, analizzando i problemi attuali legati alla siccità e alla gestione delle risorse e dell’emergenza idrica. Ma anche le possibili soluzioni per il sistema fognario e di depurazione.
Tra i cambiamenti climatici e nuove tecnologie, si è discusso su come far fronte ai fenomeni di natura atmosferica. Ciò al fine di garantire la sicurezza ai cittadini e affrontare i periodi di siccità di cui soffre l’isola.
Convegno sull’acqua: interventi e approfondimenti
Ad aprire il dibattito è stato Francesco Priolo (rettore dell’ateneo). Sono intervenuti Mauro Scaccianoce (presidente dell’Ordine degli Ingegneri etnei), Gaetano Galvagno (presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana), Maria Carmela Librizzi (prefetto di Catania). Poi, Enrico Trantino (sindaco di Catania), Elena Pagana (Assessore del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana), Pancrazio Savasta (presidente del TAR Sicilia). Ancora, Matteo Ignaccolo (direttore del DICAr), Fabio Corvo (presidente della Consulta degli Ingegneri di Sicilia), Salvatore Alecci (presidente dell’Associazione Idrotecnica della Sicilia Orientale). E anche Nello Musumeci (ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare).
Nell’ultimo decennio, i cambiamenti climatici, stanno evidenziando e aumentando le emergenze legate alla siccità con allerte sempre più gravi. Soprattutto in Sicilia e Sardegna, dove la gestione delle risorse idriche sta diventando sempre più impegnativa.
Si è discusso di aumenti di fenomeni dannosi con forti e abbondanti precipitazioni che mettono a rischio un territorio arido e spesso non pronto a ricevere quantitativi così importanti di acqua.
A seguire, gli approfondimenti dei relatori Rosario Mazzola (presidente nazionale Utilitatis) e Salvatore Cocina (dirigente della Protezione Civile Sicilia). Di Leonardo Santoro (autorità di bacino del Distretto Idrografico della Sicilia), Girolamo Andrea Cicero (Enel Green Power), Vincenzo Belgiorno (consulente Commissario Unico per la Depurazione). Di Paolo Roccaro (DICAR UniCT), Antonio Cancelliere (DICAr UniCT), Aurora Gullotta e David J. Peres (DICAr UniCT). Ha moderato Enrico Foti, professore del DICAr.
Tavola rotonda sulla gestione del sistema fognario
e di depurazione a Catania
I lavori si sono conclusi con la tavola rotonda sui possibili investimenti nella città di Catania, analizzando problemi e possibili soluzioni per il sistema fognario e di depurazione.
Il giornalista Mario Barresi ha fatto qui da moderatore cedendo poi la parola a Fabio Fatuzzo (commissario straordinario Unico per la Depurazione). Sono intervenuti:Davide Giugno (presidente Consiglio di gestione SIE), Francesco Fatone (Università politecnica delle Marche), Marisa Meli (Dipartimento di Giurisprudenza UniCT). Poi, Michela Le Pira (DICAr UniCT), Carlo Pezzini (Assemblea Territoriale Idrica Catania), Elita Caudullo (responsabile Servizio Fognatura SIDRA Spa). E anche Giovanni Saitta (consulente del commissario straordinario per la Depurazione) e Giacomo Antronaco (RUP della Struttura commissariale per la Depurazione).
Convegno sull’acqua: la preoccupazione della Coldiretti
L’Istat ribadisce che le acque trattate provenienti dagli impianti di depurazione delle acque reflue urbane possono rappresentare una fonte di approvvigionamento di acqua non convenzionale utile per integrare i volumi utilizzati per diverse finalità, escluso l’uso potabile.
Anche Coldiretti manifesta la propria preoccupazione. “In Sicilia – afferma –non c’è acqua per irrigare, tra dighe che quando si riempiono devono essere svuotate perché non collaudate, strutture fatiscenti e un commissariamento dei consorzi di bonifica che dura da oltre 30 anni, mentre i raccolti vengono bruciati dalla mancanza di pioggia”.
Giusy Giacone