Autonomia differenziata / Intervento di Agostino a nome di AC e MEIC ad Acireale: “dare voce a chi non ha voce”

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Parlamento Autonomia differenziata Acireale

Lo scorso 22 marzo, nell’ambito del ciclo dell’iniziativa E20 relativa al mese della cultura della Città di Acireale per marzo, si è tenuto nella sala Pinella Musmeci un dibattito sull’Autonomia differenziata introdotto da Carmelo Agostino, dopo il quale è intervenuto il giornalista meridionalista Pino Aprile. Agostino, intervenendo in qualità di delegato del Consiglio diocesano di Azione Cattolica diocesana e del Consiglio MEIC del gruppo di Acireale, sottolinea le preoccupazioni di queste importanti associazioni riguardo alla possibile adozione da parte della Regione Siciliana dell’autonomia differenziata, approvata dal Senato della Repubblica il 23 gennaio 2024, in attuazione del Disegno di Legge n° 615, e attualmente in fase di discussione alla Camera.

Cos’è l’autonomia differenziata e perché rischia di “spaccare” il Paese?

Il governo Meloni sta valutando il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato da Roberto Calderoli. Si tratta di una nuova proposta su un tema di cui il partito del Nord Italia parla da anni e che deriva dalla riforma del titolo V della Costituzione del 2001, in base a cui le regioni possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie di politiche pubbliche. L’Autonomia differenziata comporterebbe, da parte dello Stato, l’attribuzione alle regioni a statuto ordinario un’autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente e in tre casi di materie di competenza esclusiva dello Stato.

Ma tale disegno di legge, rileva Agostino, pur muovendosi all’interno del quadro costituzionale sancito dall’articolo 116 della Costituzione italiana, che prevede la possibilità di attribuire forme di autonomia differenziata alle regioni, non sembra assicurare la conformità con quanto previsto dalla Costituzione in relazione al rispetto dei principi di unità e indivisibilità della Repubblica, nonché del principio di uguaglianza tra i cittadini (vedi art. 3 della Costituzione).

Acireale Carmelo Agostino autonomia differenziata

Se è vero, inoltre, che la Sicilia, in quanto regione a statuto speciale, gode già di una certa autonomia rispetto alle altre regioni italiane, e che l’adozione di ulteriori forme di autonomia differenziata potrebbe comportare una maggiore attribuzione di competenze e poteri alla regione – ad esempio in materia di fiscalità, sanità, istruzione e ambiente -, si ritiene che l’attribuzione di forme di autonomia differenziata non controllate potrebbe creare ulteriore disparità tra la Sicilia e le altre regioni italiane. Ciò solleva dubbi di costituzionalità del provvedimento e potenziali rischi riguardo alla coesione sociale nel Paese.

Acireale E20 / Valutare l’autonomia differenziata “dando voce a chi non ha voce”

Introdotto dal deputato regionale Nicola D’Agostino, Carmelo Agostino ha esposto una riflessione da “comune cittadino” fatta di dubbi, perplessità ed ansie, che però riguardano tutta la società. “Mi sembra giusto, in questo mio intervento, dare voce a chi non ha voce. Ho ascoltato tante realtà e tante persone, e vorrei riportare ciò che dice la gente, in virtù anche del mio essere volontario. Sono storie di persone che hanno avuto malattie o parenti malati, come ognuno di noi. Mi hanno quasi dato una consegna, calzante con il tema di cui tratteremo stasera.

E’ forte in noi l’esigenza di ascoltarli, in un gap sempre più presente tra Nord e Sud. Ma è ancora più importante comprendere cos’è l’autonomia differenziata e soprattutto poterla spiegare a chi, tra le persone che ho incontrato, mi chiede di cosa si tratta.Cosa succederà al malato siciliano? A chi ha difficoltà ad accedere alle cure? – ha esordito Agostino, per bocca del quale Azione Cattolica e MEIC di Acireale invitano in proposito il governo della Regione Siciliana a considerare attentamente la propria posizione sull’autonomia differenziata. Ma soprattutto a individuare soluzioni politiche più attente alla peculiare situazione territoriale, che tengano conto di alcune criticità, espresse in punti sintetici da Agostino.

Carmelo Agostino
In foto, Carmelo Agostino

“Molta gente in Sicilia ha rinunciato a curarsi perché l’accesso a determinate terapie e diagnosi non è permesso. E’ una situazione di svantaggio. Ma ciò che spicca è un grido, le persone sono costantemente scisse tra domande del tipo: ‘Perché devo andare via dalla Sicilia? Perchè devo andare fuori a curarmi? Perché la lista d’attesa dura un anno quando la diagnosi è nefasta?’ Sono domande che ci interpellano tutti! – sottolinea Agostino, che enuncia puntualmente alcuni temi.

Acireale / Carmelo Agostino sull’Autonomia differenziata: le prime tre criticità

La prima criticità riguarda la copertura economica atta a garantire tutti i servizi sociali e sanitari garantiti dalla Costituzione. Già oggi si evidenziano differenze significative rispetto a regioni del nord nell’adozione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA). Pertanto si ritiene fondamentale il reperimento di risorse finanziarie sufficienti a garantire l’adozione dei Livelli Essenziali di Prestazioni (LEP).

Inoltre, il cambiamento radicale nel sistema socio-sanitario della Sicilia, richiesto dall’adozione dei livelli essenziali di prestazioni, potrebbe trovare facili resistenze e riluttanza al cambiamento da parte dei professionisti della salute e degli operatori del settore, rilevabili già nel divario sempre più evidente tra strutture pubbliche e private.

Un terzo punto riguarda la carenza di strutture sanitarie e personale qualificato, già evidente specialmente nelle lunghe liste di attesa nei servizi pubblici e nei pronto-soccorso – costantemente intasati e con tempi di attesa inaccettabili per i pazienti sofferenti.

Acireale / Carmelo Agostino sull’Autonomia differenziata: altri punti gravemente critici

Un quarto punto riguarda la migrazione dei pazienti dalla regione di residenza a sedi più rispondenti ai bisogni relativi alla salute. La Sicilia è nella disagiata lista delle Regioni con il maggior indice di fuga che, secondo quanto riportato nel Report della Fondazione Gimbe del 2021, comporterebbe per le casse siciliane un saldo negativo di oltre 177 milioni di euro. Fanno peggio la Campania, con 220,9 milioni di euro, e la Calabria, con 252 milioni di euro. E’ significativo rilevare che la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di 4,25 miliardi di euro e che Emilia Romagna, Lombardia e Veneto che rappresentano le regioni capofila dell’autonomia differenziata, registrano il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia.

Infine, è palese una disomogeneità territoriale che caratterizza la Sicilia, con aree più svantaggiate in termini di servizi e risorse, con la conseguente difficoltà di garantire i livelli essenziali stabiliti.

Acireale / L’appello di Carmelo Agostino per conto dell’Azione Cattolica e del MEIC sull’Autonomia differenziata: “la deputazione regionale e nazionale reagisca”

L’Azione Cattolica nasce con lo scopo di essere testimone – ricorda Agostino. – Come qualcuno che deve ascoltare, comprendendo in profondità il linguaggio ben diverso da quello che conosciamo e che spesso ascoltiamo: parlo del linguaggio del cuore. L’Azione Cattolica, improntata all’unità nazionale, ha fatto un’importante scelta: essere presente in tutte le realtà, accompagnando mano per mano giovani, adulti, anziani. D’altro canto, il MEIC è presente e dà risposte anche da un punto di vista culturale e professionale. Dunque, nel ribadire alla politica parlamentare di prendere in seria considerazione il documento sull’Autonomia differenziata depositato in Senato dai Vescovi siciliani, da laici ci sentiamo particolarmente provati, perché l’Italia non appartiene solo a qualcuno, ma a tutti.

Alla luce dei punti evidenziati – conclude – l’AC e il MEIC diocesani invitano tutta la deputazione regionale e la Presidenza a chiedere al governo nazionale l’attuazione completa dello statuto speciale (vedi r.d.lgs. 455, 15 maggio 1946) e l’ottimizzazione delle risorse in dotazione. Ciò favorirebbe un percorso di superamento delle criticità evidenziate, e comunque migliorerebbe la qualità e la quantità delle risposte concrete, per ridurre il divario già esistente con le regioni del Nord. L’ACI e il MEIC di Acireale chiedono a tutta la deputazione siciliana (nazionale e regionale) una posizione politica più decisa per reagire agli squilibri strutturali ed economici – fortemente presenti nel Meridione e in particolare in Sicilia – che con l’adozione dell’autonomia differenziata potrebbero colpire in modo grave l’unità nazionale e favorire preoccupanti spinte secessioniste istituzionalizzate.

Giorgia Fichera

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