Convegno / Nella lotta al pizzo è fondamentale l’educazione alla legalità

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convegno insieme contro il pizzo

Al Polo culturale “Giovanni Verga” di Sant’ Agata Li Battiati, si è tenuto il convegno “Insieme contro il pizzo. La forza di una denuncia”, organizzato dall’ associazione antiracket Rotaract di Catania Est, in sinergia con l’amministrazione comunale.

Presente il primo cittadino Marco Nunzio Rubino, il quale dopo i ringraziamenti di rito, ha evidenziato l’importanza della cooperazione tra le varie istituzioni. Ha sottolineato anche il valore del ruolo educativo  e formativo della famiglia, setting fondamentale per lo sviluppo e la crescita. E anche della scuola, contesto basilare di formazione di coscienze critiche.

Il sindaco Rubino ha sempre posto al centro dell’ agenda politica iniziative valide di sensibilizzazione e promozione alla legalità in svariati contest culturali. In linea con i progetti della sua amministrazione, ha invitato a partecipare la scuola media statale “Mario Pluchinotta” di Sant’ Agata Li Battiati. Alcuni studenti, accompagnati dalla professoressa Arcifa, hanno illustrato un interessante cartellone caratterizzato da riflessioni e considerazioni inerenti il tema argomentativo.convegno sul pizzo

Di fronte a queste realtà i giovani dovranno incarnare attivamente i principi di legalità. A tal fine i dirigenti scolastici e gli insegnanti assumono un ruolo determinante nell’ introduzione di lavori collettivi inseriti nel piano formativo, affinché la scuola sia il primario  tessuto sociale  nel quale la cultura antimafia prenda forma.

Nicola Grassi e Nicoletta Zinna al Convegno sul pizzo

L’incontro si è avvalso del contributo di  prestigiosi esperti. Nicola Grassi, presidente ASAEC, Associazione antiestorsione di Catania Libero Grassi, e Nicoletta Zinna, presidente dell’ associazione antiracket Rotaract di Catania Est.

Affrontando un tema particolarmente avvertito nel contesto della Giornata Nazionale della Memoria e dell’ Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, durante il convegno si è voluto indagare sul fenomeno delle condotte di stampo criminale. E in particolare dell’ impatto dell’ attività estorsiva nel mondo dell’ imprenditoria e del sociale.

In tale direzione si sono succeduti gli interventi degli esperti. Ha aperto i lavori la dottoressa Nicoletta Zinna che nel suo intervento iniziale ha posto l’accento su tematiche particolarmente attrattive quali la memoria e il coraggio.
Il recupero dell’identità personale e la ricostruzione di una storia comune diventa, difatti, una memoria viva che strappa all’ oblio le vittime di mafia e di chi vittima non vuole più esserlo.

Durante l’interessante convegno, il dott. Nicola Grassi ha relazionato in merito ai numerosissimi casi di estorsioni ai danni di imprenditori e professionisti, al calo purtroppo delle denunce, al clima di paura e timore ancora esistente.

Il dott. Grassi ha inoltre  rimarcato la possibilità di scardinare questi meccanismi rivolgendosi  alle Forze dell’ordine e a tutte quelle associazioni impegnate nella lotta al racket e all’ usura.

Al convegno sul pizzo la testimonianza di una vittima dell’usura

Il dibattito è stato arricchito dalla testimonianza di una vittima dell’usura, Lucy Salice, l’imprenditrice che si è ribellata al racket denunciando i suoi aguzzini. La denuncia di Lucy Salice  ha portato al sequestro milionario di beni di un uomo del clan catanese Santapaola.

Negli interventi dei relatori si è delineata l’esigenza, quanto mai attuale, di dare voce alle vittime, in un rinnovato clima di collaborazione tra cittadino, forze dell’ ordine, istituzioni e enti associativi.
Il tema molto sentito dal pubblico ha favorito un dibattito ricco di interessanti interventi.
Le conclusione sono state affidate alla moderatrice Rita Vinciguerra, collaboratrice di diverse testate giornalistiche.

La sopravvivenza e il rigenerarsi delle mafie poggia su note coordinate: l’omertà, il silenzio, il timore. Quando i fatti mancano di coerenza, le parole non bastano. Non si tratta di retorica, ma di responsabilità e impegno. Urge dunque un cambiamento del comune modus operandi e soprattutto della generale forma mentis, se vogliamo consegnare ai nostri figli  una società pulita e un futuro di libertà.

La sala, stracolma di un pubblico partecipe e di autorità civili, militari, accademici, ha salutato l’evento con un lungo applauso.

L.V.