Domenica 29 settembre, il FAI di Acireale, unitamente a quello di Catania, ha realizzato la pregevole iniziativa della visita di 20 altarini del centro storico, attraverso un percorso che ha permesso anche di ammirare la bellezza di suggestivi vicoli sovrabbondanti di fiori. Il gruppo dei visitatori, in maggior parte professionisti, è stato abbastanza cospicuo. La responsabile del FAI acese, architetto Loredana Grasso, coadiuvata dalla dott. Lucia Calderone, ha tracciato le essenziali linee dell’argomento in oggetto, facendo riferimento allo specifico libro di Michele Pricoco, edito negli anni Ottanta, ricco di foto e di notizie storiche. Il prof. Franco Calì dell’Università di Catania, accademico della Zelantea, ha tenuto una sintetica conversazione in Piazza Porta Gusmana sui significati dei tradizionali altarini, segni evidenti della grande fede dei nostri antenati; in particolare ha illustrato il primo altarino locale, “Il saluto di Cristo alla Madre”, prima d’intraprendere il doloroso cammino della sua Passione: nei secoli scorsi la Via Crucis si snodava lungo la città con altrettanti altarini, artisticamente molto belli. Ogni altarino è stato commentato dai soci del Fai. Il secondo altarino di via Lettighieri raffigura la Deposizione; un altro la Crocifissione; due, Cristo alla Colonna. La maggior parte degli altarini visitati riguardano la Madonna nei suoi vari, eletti attributi, tutti ben tenuti e adornati per lo più di fiori. Molto singolare l’altarino di via Lilibeo su san Giuseppe che tiene per mano il Bambino; monumentale quello di Piazza Marconi in onore della Madonna del Rosario, eretto intorno al Settecento per lo sfuggito pericolo della peste; nella stessa piazza, un altarino sul santo protettore Sebastiano. Taluni altarini sono in condizioni precarie, necessitando di immediato restauro, come ad esempio il ”Transito di san Giuseppe” in via Lancaster e quello di vico Santo Stefano, dove esiste solo la grande lastra zincata. Ultimo altarino, in via Romeo, Cristo alla Colonna, riproducente la statua molto venerata nella basilica dei santi Pietro e Paolo. La dott. Paola Bonaccorsi nel suo commento ha riportato la tradizionale notizia del ritrovamento della statua in uno scantinato di una famiglia facoltosa di Acireale, da parte di una serva, che, in seguito ad un’esperienza mistica, ne rivelò la presenza alle autorità ecclesiastiche. In seguito si verificarono eccezionali eventi. La prof. Antonella Mandalà, delegata del FAI di Catania ha elogiato l’iniziativa, dando appuntamento ai soci per il 16 ottobre.
Anna Bella