Scuola / Assegnata la borsa di studio in ricordo del giovane Carmelo Quagliata trucidato dai tedeschi

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Borsa di studio Carmelo Quagliata
Insieme agli studenti premiati il vicesindaco Stefano Brianni, Ida Bonfiglio, Mariella Grimaldi e la preside Lucia Rigano

Carmelo Quagliata era solo un ragazzino di 15 anni che i tedeschi hanno trucidato durante la frenetica ritirata nel 1943. Da qualche anno Ida Bonfiglio, attivista del “Movimento delle Agende Rosse”, sempre in prima linea per affermare la legalità e per animare una permanente educazione civica nella scuole, si è interessata dell’argomento.
Affinché la tragica fine di questo giovane non cadesse definitivamente nel dimenticatoio, ha creato una borsa di studio a nome di Carmelo perché in tanti potessero conoscere la sua vicenda e ricordarlo.

Il concorso si svolge presso l’istituto comprensivo G. Macherione di Calatabiano, preside la prof.ssa Lucia Rigano. Il ricordare è un mezzo, uno strumento potente. Fare memoria vuol dire ricordare a chi vuol dimenticare. A chi si rifiuta di vedere le onde della storia lambire sempre uguali le nostre vite, di generazione in generazione, che portano sempre alla stessa disumana follia: la guerra.

Ex aequo i due vincitori della borsa di studio

Sono ex aequo i vincitori del concorso del III anno della borsa di studio Carmelo Quagliata. Sono: Valerio Samperi della III A del Macherione e Domenico Pennisi III E del Galilei di Piedimonte Etneo. Entrambi molto felici e soprattutto sorpresi, perché il nome dei vincitori è stato svelato durante la manifestazione.

Presenti alla cerimonia la nipote di Carmelo, Mariella Grimaldi, molto commossa ed emozionata al ricordo del giovane zio, e la cugina, la professoressa Annamaria Marchese.
La Grimaldi ha parlato alla platea di ragazzi e genitori dell’importanza della memoria come antidoto agli orrori della guerra e della sopraffazione dei più deboli.

Borsa di studio Carmelo Quagliata
Insieme agli studenti premiati il vicesindaco Stefano Brianni, Ida Bonfiglio, Mariella Grimaldi e la preside Lucia Rigano

Il saluto del sindaco e dell’Amministrazione è stato portato dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Vanessa Gambacurta, e dal vice sindaco, ing. Stefano Brianni. Quest’ultimo ha annunciato l’avvenuto finanziamento per la riqualificazione della via Stazione e la sua intitolazione a Carmelo Quagliata.

Il luogo scelto è particolarmente significativo perchè Carmelo viveva lì, essendo il papà capostazione. Durante la ritirata, i tedeschi, si riversarono nel paese di Calatabiano, che è sulla strada, rendendosi artefici di furti e saccheggi. In particolare, presero di mira la casa del capostazione, Angelo Quagliata, e la saccheggiarono più volte.

Il Quagliata decise di sfollare e recarsi nelle campagne vicine e ogni tanto, con la famiglia, rientravano nell’abitazione per prendere alcuni oggetti. Fu in una di queste occasioni che i tedeschi prelevarono e poi uccisero barbaramente il figlio del capostazione, Carmelo, di appena 15 anni. L’amministrazione ha preso la decisione di dedicargli un luogo in risposta alla istanza di Ida Bonfiglio. Si attende, quindi, la data dell’intitolazione al giovane Quagliata.

Carmelo Quagliata
Il giovane Carmelo Quagliata

Parla Mariella Grimaldi

A Mariella Grimaldi, figlia della sorella dello scomparso, le abbiamo chiesto quanto questo atroce delitto abbia influito sulla sua vita.

Credo che la mia infanzia e la mia adolescenza sia stata, più o meno, comune a quella di tutti gli altri – ci ha spiegato Mariella.- Di questo devo ringraziare la forte tempra di mia madre che, all’epoca dell’assassinio, aveva solo 19 anni. Visse la tragedia del fratello e le sue conseguenze nella famiglia furono devastanti. Suo padre, con il quale lei ebbe un ottimo rapporto, dopo un breve periodo ritornò a lavorare.
Sua madre, invece, non fu più la stessa, non levò mai più il lutto, la sua vita fu segnata e di conseguenza anche quella di mia madre. Questo fece sì che la tempra, sicuramente forte, di mia madre, aggiunta a periodi veramente difficili, le fece prendere la decisione che il passato deve essere chiuso senza interferire sulla vita futura in modo devastante, visto che l’accaduto non si può cambiare.

Io ho pochi ricordi di mia nonna che è morta quando io avevo 8 anni, e stava poco con me perché doveva pensare al figlio morto. Mia madre ci ha parlato pochissimo della perdita del fratello e non perché non l’avesse amato. Ma proprio perché la tragedia non potesse influire negativamente sulla vita mia e di mia sorella. La sua forza ci ha trasmesso la capacità di lavorare nel presente per realizzare il futuro visto che il passato non può essere cambiato.

Mariella Di Mauro