Giornata del rifugiato / Il cardinale Zuppi a Roma Con l’UNHCR: “Il mondo non sta accogliendo chi soffre”

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Il 20 giugno si celebra la Giornata internazionale del rifugiato, indetta da UNHCR (Onu) allo scopo di intensificare gli sforzi per la prevenzione dei conflitti e contribuire alla pace e alla sicurezza dei rifugiati. La Giornata internazionale del rifugiato UNHCR si è svolta per la prima volta nel giugno del 2001, in occasione della commemorazione per il 50° anniversario della convenzione relativa allo status dei rifugiati e da allora. Grazie all’impegno dell’UNHCR il calendario di eventi promossi in favore di questa iniziativa si è sempre più arricchito.

UNHCR / la forza dell’inclusione al centro della tavola rotonda di Roma: presente anche il Cardinale Zuppi

UNHCR , agenzia Onu per gli esodati, ha promosso nella Capitale, alla vigilia della giornata mondiale del rifugiato, una tavola rotonda dal tema “la forza dell’inclusione”. L’evento, che ha visto tra gli altri la partecipazione del cardinale Matteo Zuppi, ha coinvolto istituzioni e settore privato, oltre ad alcuni rifugiati che hanno avuto occasione di poter raccontare sul palco dell’auditorium del campus Guido Carli Luiss la propria storia. Un momento proficuo per esplorare le opportunità colte e riflettere su quelle ancora da cogliere per promuovere l’inclusione delle persone in fuga dalle proprie terre martoriate.

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“Il nostro è un mondo dove i rifugiati non sono i benvenuti” – ha detto il Presidente della CEI, nel suo discorso- “i rifugiati vengono spesso dipinti come nemici: non darò mai il benvenuto a una persona di cui ho paura, lo guarderò sempre con diffidenza. Ma un mondo dove i rifugiati sono i benvenuti è un mondo più bello per tutti: cominciamo da noi”.

La tavola rotonda / i relatori 

A precedere l’intervento del card. Zuppi il saluto di Luigi Gubitosi, presidente dell’Università Luiss Guido Carli, a cui ha fatto seguito la testimonianza di Alina Vasiekina, artista e rifugiata ucraina in Italia.

Ad introdurre la manifestazione le parole di Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino che così si è espressa: “Il quadro che emerge dai dati raccolti racconta quanto siano fondamentali le relazioni sociali per promuovere il benessere delle persone in fuga e rappresenta un invito importante per tutti gli attori del sistema asilo, dell’accoglienza e dei servizi, a compiere una riflessione comune che rimetta al centro l’inclusione e la coesione sociale”. Ha infine anticipato l’avvio della tavola rotonda l’intervento di Wanda Ferro, sottosegretario del ministero dell’Interno.

Moderato dal giornalista Roberto Natale, direttore di Rai per la Sostenibilità, l’incontro ha visto alternarsi le voci di Laura Lega, capo Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione; Claudia Parzani, presidente di Borsa Italiana e Senior Advisor Linklaters; Paolo Bonassi, Group Chief Social Impact Officer, Banca Intesa Sanpaolo; Samuel Mesfin Tsegay, impiegato Banca Ifis.

UNHCR / a Roma la premiazione del “Welcome: working for refugee integration”

L’aula magna “Mario Arcelli” è stata la location scelta anche per conferire il premio “Welcome. Working for refugee integration” che UNHCR conferisce ogni anno alle imprese italiane che si sono distinte per aver favorito l’inserimento lavorativo dei beneficiari di protezione internazionale e strettamente legata alla giornata internazionale del rifugiato.  L’occasione è stata favorevole per presentare anche il rapporto contenente dati e storie di inclusione che sono emerse dalla sesta edizione del progetto.

logo welcome Il premio

Il prestigioso riconoscimento è conferito ogni anno attraverso l’attribuzione del logo omonimo. L’obiettivo dell’esposizione di questo logo è duplice: da una parte diventa testimonianza di una società inclusiva, che previene e combatte attivamente la xenofobia e il razzismo; dall’altra conferma una presa di coscienza ed una responsabilizzazione sociale nella costruzione di una realtà pienamente inclusiva e sensibile ai bisogni di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre, conflitti e persecuzioni. Sono oggi 11 mila e 700 i percorsi professionali per persone rifugiate avviati in Italia. 34mila gli inserimenti realizzati attraverso il programma dal 2017. Con questa iniziativa l’ONU sposa in maniera attiva il senso della Giornata internazionale del rifugiato.

Giornata mondiale del Rifugiato / dalla Diocesi di Acireale 

Anche la diocesi di Acireale promuove e sostiene le iniziative in favore dei rifugiati e, attraverso le voci dei direttori dei due uffici maggiormente legati alla tematica, consegna il proprio messaggio.

don Andrea Grasso

Afferma don Andrea Grasso, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei Migranti e dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso: “La giornata del rifugiato ci interpella non solo come cristiani e credenti, ma come uomini e donne cittadini del mondo. Essa accende le luci su un dramma in merito alla giustizia sociale. Si definiscono rifugiati tutte quelle persone che, nel timore giustificato di essere perseguitati per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trovano fuori dello Stato di cui sono cittadini e non possono domandare la protezione di detto Stato.

Tra i rifugiati troviamo chiunque – continua – essendo apolide e fuori dai propri Stati di domicilio, non possono o, per timore di cui prima, non vogliono ritornarvi. Pertanto vanno accolti e tutelati. Non possiamo rimanere indifferenti: ci sono ancora molto esuli sospesi, in attesa, nei campi per rifugiati (comunemente conosciuti come campi profughi) ed è fondamentale che si celebri questa giornata non solo per sensibilizzare le coscienze ma per contribuire a formarle attraverso i principi di reale inclusione.”

Giornata mondiale del Rifugiato UNHCR / la voce della Caritas diocesana 

don Orazio tornabeneFortemente sensibile al tema anche Don Orazio Tornabene che così dice al SIR: “La Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall’ONU e proseguita con l’impegno di Uhcnr , è prima di tutto una giornata della memoria. Attraverso la memoria si cerca di risvegliare la coscienza di uomini e donne fin troppo spesso assopite dalla frenesia della vita. Questo fenomeno globale non deve essere considerato come un problema altrui ma, proprio per la sua natura planetaria, coinvolge ogni cittadino del mondo. La Giornata del Rifugiato ci invita a riflettere sui drammi causati dalle ingiustizie sociali che, per vari motivi, spingono migliaia di persone a lasciare il proprio paese”. 

Diritti umani dei rifugiati e valorizzazione della dignità 

Prosegue poi il direttore dell’ufficio caritas diocesano “Nonostante si parli molto di diritti e dignità per tutti esiste ancora un divario tra la teoria e la pratica. Non dobbiamo dimenticare che i diritti dei rifugiati spesso si scontrano con la realtà dei campi profughi. La Giornata del Rifugiato ci invita a riflettere sui drammi causati dalle ingiustizie sociali che spingono migliaia di persone a lasciare il proprio paese. Non dobbiamo dimenticare che i diritti dei rifugiati spesso si scontrano con la realtà dei campi profughi. La Chiesa, che fa rete tra le organizzazioni civili ed ecclesiali, si impegna a tenere accesa l’attenzione sulle vite dimenticate in questi luoghi di confine, affinché sia possibile restituire loro la dignità che ogni essere umano merita.”

Il sacerdote conclude poi così- “La provocazione sta tutta in una domanda, che vuole condurre alla riflessione ciascuno di noi: se, in un futuro non troppo lontano, ci trovassimo anche noi nella situazione di dover lasciare il nostro paese per vari motivi saremmo capaci di vivere in quelle condizioni? Questa giornata del rifugiato ravvivi la memoria, svegli la coscienza e, soprattutto, sviluppi in ognuno un’empatia sociale fondamentale per riconoscere nell’altro il fratello.”

Chiara Costanzo

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