Puntalazzo / La rassegna “Mi parra ‘u cori” contribuisce a tutelare la lingua siciliana

0
275
rassegna poesie dialettali

Una  partecipata rassegna di poesie dialettali in lingua siciliana si è svolta lo scorso 27 luglio a Puntalazzo.  Il titolo della prima edizione di “Mi parra ‘u cori” la dice lunga sulle parole che, nelle diverse poesie decantate, hanno  espresso  la diretta provenienza dal cuore di ciascun poeta.
L’evento è organizzato dalla ProLoco Puntalazzo APS, presieduta dall’ing. Alfio Casella, vicepresidente Giovanna Cardillo. Proprio quest’ultima ha condotto con garbo la serata che, insieme alla poesia, ha visto protagonisti la musica, il canto, la pittura e la scultura.  Il duo musicale Gesuele Sciacca e Daniela Greco con le loro poesie in musica hanno allietato l’incontro culturale. Manufatti e opere in bronzo sono state esposte dallo “Studio d’ arte – Fonderia Laconeo”. Vecchie ma decorate in modo originale le damigiane esposte da Paola Maugeri. Un’ anteprima della mostra di modellismo statico che a settembre potrà essere vista al completo, quella curata da Antonio Salanitri. Infine, i presenti hanno potuto ammirare la mostra fotografica di foto del territorio di Puntalazzo e Montargano.

Giovanna Cardillo
Giovanna Cardillo, vicepresidente Pro loco Puntalazzo

“Mi parra ‘u cori” è uno sprone a tutelare la lingua siciliana

Svariati i temi delle poesie, alcuni allegri altri più profondi. Ma tutti i poeti amatoriali protagonisti della rassegna hanno fatto si che il messaggio arrivasse in modo chiaro e inequivocabile. Ossia la conferma della bellezza e dell’importanza della nostra lingua siciliana da tutelare e valorizzare in quanto patrimonio culturale identitario.

Questi gli autori delle poesie partecipanti alla rassegna: Maria Albani, Marco Catalano, Maria Di Vita, Pina Fazio, Giovanna Ferrara, Salvatore Leone, Giuseppe Lodato, Natale Maugeri, Paola Maugeri, Mario Patti, Giovanni Puglisi, Jonni Souto Rodriguez e Angelo Vecchio.

Chiaro e significativo il video – messaggio del dott. Marco Lo Dico, vicepresidente dell’ Accademia della Lingua Siciliana. Egli sostiene l’importanza della lingua in quanto argomento identitario del territorio dove si nasce, si cresce e si matura.
Ogni lingua – ha detto – è un patrimonio immateriale che racconta la storia e l’identità di un determinato popolo, di una etnia e di un’area geografica dove si sono sviluppati diversi eventi. Dalla lingua si può risalire alla storia, alle tradizioni di quel popolo. Ma non solo!

Il carattere identitario della lingua regionale di Sicilia, riconosciuta accanto alla lingua standard nazionale italiana, ha un’enorme importanza perché il bilinguismo favorisce un’apertura multiculturale fondamentale, se teniamo presente il mondo globale nel quale siamo immersi. La lingua regionale di Sicilia è una lingua a tutti gli effetti e non un dialetto – continua – in quanto esiste un organismo internazionale che ha codificato il “siciliano” con un proprio codice ISO”.  (I codici lingua ISO 639-1 rappresentano i nomi delle principali lingue del mondo. Si tratta di codici identificativi univoci sviluppati per rispondere alle esigenze della terminologia, della linguistica, della traduzione, della documentazione, della lessicografia e dell’informazione).

Daniela Greco, Giovanna Cardillo e Gesuele Sciacca
Daniela Greco, Giovanna Cardillo e Gesuele Sciacca

Sosteniamo la lingua siciliana

Purtroppo la lingua siciliana -conclude Lo Dico- che nel 2003 era considerata una lingua in piena salute, dal 2009 invece è stata declassata a lingua vulnerabile. Ecco perché noi come Accademia e voi come organizzatori di eventi culturali dobbiamo dare un segnale. Un segnale forte a chi invece istituzionalmente dovrebbe adottare metodi adeguati per salvaguardarla”.

Lo spirito giusto e propositivo di eventi culturali come questo consiste nelle emozioni che riesce a suscitare nell’animo di chi vi prende parte, di chi approfondisce i contenuti della tradizione. E’ questo il segreto per permettere alle nostre radici di mantenersi in vita e sostenere gli alberi che, si spera, possano fiorire e dare frutti.

 

                                                                         Caterina Maria Torrisi

 

 

Print Friendly, PDF & Email