Ospitiamo la riflessione del professore Francesco Pira sulla fondamentale figura del padre accudente, in grado di cambiare il rapporto genitori-figli.
Qualche tempo fa, ho cercato di analizzare come sta cambiando la famiglia e in particolare come si relazionano i giovani con i loro padri. I genitori cercano di trovare un modo per dialogare con i loro figli e devono adattarsi a nuovi codici e nuovi linguaggi. I ragazzi si chiudono nel silenzio ed è un silenzio che i genitori non sempre riescono a leggere e ad interpretare. Inoltre, devono tenere per mano i propri figli e accompagnarli in quella che sembra ormai una società piena di “ismi” in cui a vincere sono l’individualismo, l’egoismo e il cattivismo.
Ci sono genitori “elicottero”, pronti a decollare per soccorrere i figli. Vi sono genitori “spazzaneve”, disposti a spianare la strada ai loro figli. Genitori “curling”, disponibili a far scivolare i figli lungo il loro percorso irto di ostacoli. Ci sono anche tante mamme “sentinella” che vigilano sulla vita dei loro figli e sono attente ad ogni loro problema. Un vortice di iperprotezione che si scontra con due fenomeni importanti: la democratizzazione delle relazioni e la pariteticità di diritti e doveri tra genitori e figli. Si assiste alla perdita di autorevolezza genitoriale e al frequente tentativo di sostituirla con altri mezzi sbagliati.
Il nuovo volto della famiglia: oscuramento della figura del padre
Qualche tempo fa, in un podcast per il portale di informazione tecnica della scuola, ho parlato di una ricerca, curata dalla Fondazione Foresta ONLUS, in cui è emerso il nuovo volto delle famiglie. A quanto pare nei giovani sta avvenendo “un oscuramento della figura del padre” con una svalutazione che raddoppia nel caso di genitori separati. I figli vedono autorevole la figura della madre. I questionari sono stati somministrati dal 2022 al 2024 a 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni delle scuole superiori di Padova e Lecce all’interno del progetto “Prevenzione andrologica permanente nelle scuole”.
Il presidente della Fondazione Foresta ONLUS, il professore di Endocrinologia all’Università di Padova, Carlo Foresta, ha spiegato l’obiettivo dell’indagine. Ovvero come i ragazzi percepiscono il ruolo genitoriale all’interno della famiglia, tra amichevole, autorevole, indifferente e problematico, con distinzione tra madre e padre.
I figli percepiscono sempre meno il padre come figura autorevole
“Un ragazzo ogni cinque è figlio di persone separate o divorziate. In questo contesto monogenitoriale, la madre è più spesso descritta come autorevole dai figli maschi (50%), ma molto meno dalle figlie (32,8%), che invece la descrivono come amichevole nel 55% dei casi rispetto al solo 29,8% dei coetanei maschi”. E ancora: “Agli occhi dei figli l’autorevolezza di un padre separato si dimezza (dal 45 al 23% nei maschi, e dal 30 al 15% per le femmine); il rischio di apparire indifferente aumenta di 2-3 volte, e di risultare problematico fino a 4-5 volte rispetto ai padri coniugati. Questa svalutazione sembra più intensa nei figli maschi, per i quali crolla la figura del padre come di riferimento autorevole”.
Francesco Pira / Padre “accudente”: i benefici per i figli
I ragazzi, quelli che io incontro negli istituti di tutta Italia, affermano che i genitori li giudicano e non li ascoltano. Di fatto bisognerebbe fare qualcosa per rivalutare il ruolo del padre. Adesso, sono arrivati i risultati di altre importanti ricerche che danno importanza alla figura del “padre accudente”. La giornalista Laura Badaracchi ha scritto un articolo, pubblicato su Avvenire, in cui ha spiegato i vantaggi della “paternità accudente”. L’articolo riporta i dati degli studi scandinavi, raccolti nel 2008 su un campione di 22 mila persone, che affermano come “il padre coinvolto precocemente (nella cura familiare) provoca effetti benefici sull’età evolutiva, non solo per il successo scolastico, ma anche riguardo le competenze sociali e il comportamento in genere, quindi riduce il comportamento antisociale violento che in alcuni adolescenti è presente”.
Francesco Pira / Altri studi sulla figura del padre accudente
I benefici della paternità accudente sono stati confermati da Alessandro Volta, direttore del Programma materno-infantile della Ausl di Reggio Emilia, nell’ultima puntata del podcast di 4e-parent, il progetto europeo che mira alla promozione sociale, politica e culturale della genitorialità paritetica in Italia, “affinché padri e futuri padri siano coinvolti fin da subito nella cura attiva, reattiva ed empatica dei figli e delle figlie”.
La figura del padre accudente è stata studiata poco in Italia, ma lo è stata nei Paesi scandinavi e nel Regno Unito. La nascita interessa tutti e due i genitori ed è importante il coinvolgimento del padre. Infatti, l’Avvenire cita le parole di Angela Giusti, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità e responsabile del coordinamento scientifico del Progetto 4e-parent, che ha sottolineato come anche “i benefici di affrontare il parto insieme sono tantissimi” e proprio nel parto “inizia un processo di sintonizzazione del papà, a livello neurobiologico e ormonale”. Insomma, la genitorialità va vissuta e condivisa insieme ed è necessario vivere in armonia la relazione.
I genitori che educano i figli tramite l’umorismo
A questo si aggiunge l’importanza dell’umorismo e a parlarne è stato il giornalista Niccolò De Rosa sul portale di informazione Fanpage.it. Una ricerca, pubblicata sulla rivista PLOS One, ha coinvolto circa 400 persone, tutti adulti di età compresa tra i 18 e i 45 anni, le quali hanno risposto ad un questionario “per testare le rispettive esperienze educative, sia quelle ricevute come figli, sia quelle adottate come genitori”.
Le percentuali rilevate devono farci riflettere e ragionare. “Il 71,8% del campione ha infatti dichiarato di ritenere l’umorismo uno strumento genitoriale efficace, mentre per il 63,3% degli intervistati tale approccio offre più potenziali benefici rispetto ai possibili danni. Il 69,7% dei partecipanti si è inoltre detto interessato all’idea di partecipare ad un corso specifico per utilizzare l’umorismo come strumento educativo nella quotidianità”.
Gli autori di questa ricerca hanno sottolineato come questo studio può diventare un ottimo punto di partenza per approfondire l’argomento. Perché l’umorismo sembra essere davvero un buon modello educativo. Mamme e papà devono capire come confrontarsi ed è importante che collaborino anche quando decidono di separarsi. La separazione non può influire sul benessere dei figli. Si tratta di un atto di amore e di rispetto nei confronti dei figli.
Curare il fragile e complesso rapporto genitori/figli
Credo che entrambi i genitori debbano ritrovare il giusto equilibrio nel loro rapporto e nel rapporto con i loro figli e per farlo è necessario ripartire dall’educazione ai sentimenti e alle emozioni. I genitori devono anche essere pronti ad essere guidati e aiutati, per poter fronteggiare le fragilità e le paure dei loro figli. Ricordiamoci che la presenza di un papà “accudente” porta con sé tanti vantaggi. Così come ha scritto Gabriel Garcia Marquez, “quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre”. E i bambini hanno bisogno di meno conflitti e di tanto tanto amore.
Francesco Pira, delegato del Rettore della comunicazione all’Università di Messina. Professore di Comunicazione e giornalismo presso l’Università di Messina e coordinatore didattico del Master in Social media Manager del Dipartimento di civiltà antiche.