Riflessione / Scandali: dal carcere che non vorremmo, alle provocazioni di Gesù

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“Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele, come segno di contraddizione!” (Luca 2,34)

In questi giorni quasi interminabili di grande caldo e dei suoi pesanti effetti sulla vita di ciascuno, emergono le notizie, drammatiche, riguardanti le carceri italiane.

Luogo, il carcere, peraltro misconosciuto nella Costituzione Italiana che non lo menziona, che non ne fa “la” pena, bensì affida “alle” pene il dovere di tendere alla rieducazione civile che non possono consistere in atti inumani. Condizione incivile ormai secolare, da tutti riconosciuta come inammissibile verso la quale lo stesso presidente della Repubblica e il Papa ammoniscono severissimamente. Inascoltati.Mattarella

Da cittadini abbiamo il dovere di praticare e di pretendere il dettato della Costituzione che, nel momento in cui esprime il termine “diritti”, lo indica per “tutti”. E l’azione peraltro promessa dal potere politico, ma della quale non si scorgono segni immediati, come richiesto dal presidente Mattarella, lo conferma drammaticamente.

Da cristiani, in nome dello “scandalo” della Croce, occorre, ineludibile e accorato, alzare l’appello a quello Spirito Salvatore che, almeno una volta la domenica, invochiamo. Se lo invochiamo.

Se l’Amore senza confini è l’essenza del Cristianesimo, il suo linguaggio è il segno di contraddizione attraverso il quale saremo “riconosciuti” dal mondo. Tutta la Parola del Vangelo è segno di contraddizione, rovesciamento del pensiero dei tempi. La sua forma più risplendente è la Misericordia, che affianca la Potenza nella definizione del Nome proprio di Dio.

Solo rovesciando il senso comune del pensiero, con la misericordia l’anima diviene purissima ”tabula rasa“ nella quale si può iscrivere la nuova Parola, la buona Novella. “L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”. (Giov. 6,45)abbraccio di papa Francesco

Nel Vangelo di domenica scorsa, si riporta lo sgomento degli Apostoli: “Signore la tua parola è dura. Chi potrà ascoltarla? “Questo vi scandalizza?“. Egli risponde con una profondissima sequenza, quasi incomprensibile alla ragione umana, di rivelazione dello spirito del rovesciamento, della “metànoia”, conversione, che quasi mai ascoltiamo in successione alle notissime “Beatitudini”.

“… fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Amate ivostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo. Perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi” (Giov. 6,24-49).

                                                                                                             Rosario Patanè

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