Ricerca / Sempre più microplastiche nel nostro cervello

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La ricerca dimostra un allarmante aumento del 50% delle concentrazioni di microplastiche nel cervello umano rispetto al 2016.

Ricerca / Sempre più microplastiche nel nostro cervello: ambiente e salute

Negli ultimi anni, la crescente presenza di micro e nanoplastiche (MNP) nell’ambiente ha suscitato preoccupazioni non solo per l’impatto ecologico, ma anche per le possibili conseguenze sulla salute umana. Le MNP sono particelle di plastica derivanti dalla degradazione di materiali polimerici, con dimensioni che variano da 500 micrometri a 1 nanometro. Queste particelle, sebbene invisibili ad occhio nudo, possono penetrare nei tessuti umani e accumularsi in vari organi, con effetti ancora poco chiari sulla nostra salute.

Sempre più microplastiche nel nostro cervello: lo studio dell’Università del New Mexico

Uno studio condotto dall’Università del New Mexico (UNM) ha gettato nuova luce su questo fenomeno. Campioni di tessuti umani raccolti durante autopsie eseguite presso l’Office of the Medical Investigator ad Albuquerque, New Mexico, sono stati analizzati. I ricercatori hanno confrontato i livelli di MNP in campioni di fegato, reni e cervello, prelevati nel 2016 e nel 2024. Hanno utilizzato una tecnica avanzata nota come pirolisi-gascromatografia-spettrometria di massa (Py-GC/MS).

I risultati dello studio hanno rivelato che il cervello umano accumula quantità di MNP significativamente superiori rispetto al fegato e ai reni. Mentre le concentrazioni di MNP nel fegato e nei reni si attestano rispettivamente a 465 μg/g e 666 μg/g nei campioni del 2024, nel cervello queste concentrazioni salgono a valori medi di 4.806 μg/g, con un picco massimo registrato di 8.861 μg/g. Questi dati indicano un aumento del 50% delle concentrazioni di plastica nel cervello rispetto ai campioni del 2016.

Il polimero più frequentemente rilevato è il polietilene (PE), che rappresenta la maggioranza delle MNP identificate, con una percentuale che raggiunge il 74% nel cervello. Questo dato è particolarmente preoccupante, poiché suggerisce un accumulo preferenziale di questo tipo di plastica nel tessuto cerebrale. Uno degli aspetti più inquietanti dello studio è l’aumento nel tempo delle concentrazioni di MNP in tutti gli organi analizzati. Dal 2016 al 2024, i livelli di plastica nel cervello sono aumentati drasticamente, suggerendo che l’esposizione umana a queste particelle è in costante crescita. Questo trend è coerente con l’aumento globale della produzione e dell’uso di plastica, e con la conseguente dispersione di micro e nanoplastiche nell’ambiente.

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Sempre più microplastiche nel nostro cervello: implicazioni per la salute umana

Le implicazioni di questi risultati sono vaste e ancora in gran parte inesplorate. L’accumulo di MNP nel cervello solleva interrogativi sui potenziali effetti neurotossici di queste particelle. Le microplastiche possono causare infiammazione e stress ossidativo nei tessuti, ma il loro impatto a lungo termine sulla salute neurologica rimane poco chiaro. Studi precedenti hanno suggerito che le nanoplastiche possono attraversare la barriera ematoencefalica, la struttura che protegge il cervello da sostanze tossiche presenti nel sangue, e accumularsi nel tessuto cerebrale, potenzialmente contribuendo allo sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

La composizione lipidica del cervello, la seconda più alta nel corpo umano dopo il tessuto adiposo, potrebbe facilitare l’accumulo di queste particelle, data la loro affinità per i lipidi. Inoltre, il cervello riceve circa il 25-30% del flusso sanguigno cardiaco, il che potrebbe favorire il trasferimento di MNP attraverso la circolazione sanguigna.

Sempre più microplastiche nel nostro cervello: prospettive future

Lo studio condotto dall’UNM rappresenta un importante passo avanti nella comprensione della distribuzione delle micro e nanoplastiche nel corpo umano e delle loro potenziali implicazioni per la salute. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati e per esplorare i meccanismi attraverso i quali le MNP possono influenzare la salute neurologica.

Il crescente accumulo di microplastiche nel cervello potrebbe rappresentare una nuova frontiera nella ricerca sulle malattie neurodegenerative, aggiungendo un ulteriore fattore di rischio in un contesto già complesso. La comunità scientifica è chiamata a rispondere con urgenza, sviluppando nuove tecniche analitiche e promuovendo studi di coorte su larga scala per valutare l’impatto delle MNP sulla salute umana. La lotta contro l’inquinamento da plastica non riguarda solo la protezione dell’ambiente, ma è una questione di salute pubblica che richiede l’attenzione immediata di scienziati, politici e cittadini.

                                                                                             Maria Maddalena La Ferla

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