Bronte, cittadina ubicata nel versante occidentale dell’Etna, è uno dei territori più estesi della provincia di Catania. Il centro etneo con i suoi quasi ventimila abitanti, è conosciuta a livello nazionale ed internazionale per la prestigiosa Sagra del Pistacchio. Il pregiato frutto ha ottenuto il marchio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).
La cittadina etnea ha un ricco patrimonio storico, artistico, architettonico e naturalistico. Nel centro storico si trovano luoghi sacri di notevole pregio, come la chiesa Madre, la chiesa di San Giovanni Evangelista, quella del Rosario e quella di San Silvestro. Famoso è il Castello di Nelson, edificato dalla regina Margherita di Navarra nel XII secolo e donato nel 1799 da Ferdinando di Borbone all’ammiraglio inglese Nelson. Il territorio brontese nel corso dei secoli è stato minacciato da diverse colate laviche del 1770, 1536, 1651, 1758, 1763, 1832 e quella disastrosa del 1843, che causò la morte di oltre 50 brontesi.
Abbiamo incontrato il primo cittadino di Bronte, senatore Giuseppe Firrarello a cui abbiamo rivolto alcune domande sulla sua Comunità. Firrarello, da oltre sessanta anni, svolge attività politica, ha ricoperto diversi ruoli a livello istituzionale, e dal 2005 al 2015 è stato sindaco di Bronte. Dal 2020 è stato nuovamente eletto alla guida della cittadina etnea.
Senatore Firarello, quali sono le peculiarità che contraddistinguono Bronte?
Il territorio è molto vasto. Con i suoi 24000 ettari di terreno è il più grosso centro abitato di montagna all’interno del Parco dell’Etna. E’ attraversato da fiumi, quali il Cutò, il Saracena e il Simeto. Nella zona sono sorti magnifici frutteti. Ci sono 3500 ettari di pistaccheti e i coltivatori di Bronte dedicano la vita a questo frutto che è diventato il fulcro fondamentale dell’economia del paese. Ci sono realtà ancora non utilizzate per colpa delle attuali leggi e degli oltranzisti. Sicuramente il futuro di Bronte è legato al turismo e questo lo contraddistingue dalle altre realtà.
Nel territorio brontese si trova l’incantevole Castello di Nelson, un gioiello prezioso che arricchisce il patrimonio storico-artistico locale. Senatore Firrarello, in che modo intendete promuoverlo?
Il castello di Nelson l’abbiamo voluto comprare perché è parte integrante della storia del paese. Ma abbiamo comprato un castello di guai. Penso che complessivamente sono stati spesi una cinquantina di milioni di euro. Ora sono entrato nell’ordine di idee di darlo in gestione perché il Comune non è in grado di reggere le spese della struttura. Allora è necessario trovare una via d’uscita. A giorni vi sarà un bando pubblico perché l’esperienza di questi 40 anni mi porta a dire che nessuna organizzazione comunale si può fare carico di una gestione così onerosa.
Secondo lei, quali sono le strategie economiche e sociali che possono favorire la crescita della sua Comunità?
Abbiamo delle realtà consolidate che sono l’agricoltura così variegata fra la frutta secca e quella fresca. Inoltre vi è la pastorizia e moltissime attività commerciali. In ogni caso è fondamentale il mondo della scuola, perché le 18 discipline delle scuole superiori frequentate da 500 giovani, rappresentano una realtà a livello lavorativo. Inoltre i giovani potranno scegliere cosa fare nella vita.
Senatore Firrarello, il comune di Bronte ha redatto dei progetti per attingere ai finanziamenti messi a disposizione dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)?
Il Comune di Bronte ha partecipato a tutti i bandi, ottenendo finanziamenti per oltre cinquanta milioni di euro.
Quali eventi sono in programma per l’edizione 2024 della Sagra del Pistacchio?
La Sagra del Pistacchio è un sistema collaudato in 35 anni che ha portato ad una crescita enorme dell’economia del centro etneo e a far conoscere questo frutto e il buon nome di Bronte in tutto il mondo. Noi pensiamo di continuare questa esperienza altamente positiva.
Senatore Firrarello, da oltre 60 anni di attività politica, lei ha ricoperto diversi ruoli a livello istituzionale. Quale messaggio politico vuole trasmettere alle future generazioni?
Penso che i ragazzi che si avvicinano all’idea di amministrare la cosa pubblica, devono riflettere su cosa pensano di fare per migliorare un futuro che non ci lascia tranquilli. Ci sono problemi legati all’ambiente, all’occupazione. Se dentro se stessi sentono di dover svolgere questo impegno, dovranno riflettere e trovare le motivazioni che spingono a queste scelte. Inoltre, tutti coloro che si sentono attratti verso questo impegno, devono sapere che le fatiche sono enormi ed occorre pazienza ed un grande lavoro.
Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una crescente disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. I partiti non vengono considerati punto di riferimento. Secondo lei, quali sono le cause di tale fenomeno?
Si dovrebbero interrogare alcuni magistrati, alcuni giornalisti, alcuni professionisti dell’editoria, perché quello che è successo in Italia negli anni novanta, difatti ha azzerato l’organizzazione politica e ci siamo ritrovati nel baratro. Ricostruire è difficile e occorre molto tempo.
Lei è favorevole alla creazione di scuole di formazione politica per amministratori locali?
Io penso che la scuola non la frequenterebbe nessuno. Probabilmente sarebbe più utile dare agli amministratori specialmente quelli locali, la possibilità di consultare degli specialisti per affrontare determinati problemi.
E’ in discussione alla Commissione Affari Istituzionali dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana ), il disegno di legge della Riforma degli Enti Locali, che prevede la possibilità di nomina di un sesto assessore comunale, e di un altro vice presidente del consesso civico, e l’introduzione della figura del consigliere supplente. Senatore Firrarello, cosa ne pensa di questa riforma?
Non si risolve con questi aggiustamenti. Per quanto riguarda gli Enti Locali, io li considero il fulcro dell’economia e della crescita civile del popolo. Penso che sarebbe opportuno abolire i consigli comunali. Il candidato sindaco presenta la sua Giunta e per i primi due anni e mezzo non può cambiare, perché specialmente nel Meridione quella dei consigli comunali è una remora all’attività amministrativa.
Giuseppe Russo