Per una settimana, il salone dell’ex chiostro del Gulli e Pennisi di Acireale ha ospitato la mostra fotografica dedicata all’attrice catanese Rosetta Santillo, spentasi a Catania nel 2010, dopo una breve malattia. La mostra è stata organizzata dal centro culturale”Don Francesco D’Urso”, che ha voluto intitolare la nascente compagnia teatrale proprio all’artista.
Nella mostra si sono ammirate circa 500 foto, alcuni abiti di scena, recensioni sui maggior giornali, depliants, locandine ed alcuni riconoscimenti ricevuti dall’attrice catanese. Sono state esposte anche alcune poesie scritte dall’attrice, sia in italiano che in vernacolo, e, comodamente seduti, si sono potute visionare, da una postazione video, scene tratte da commedie da lei interpretate.
Centotrentadue sono i personaggi nei cui panni si è calata l’attrice nel corso della sua lunga carriera; insieme ai personaggi , nella mostra vengono rappresentati 50 anni di teatro catanese, fin dagli esordi dell’attrice, nel 1948 quando il regista Carmelo Molino la fece entrare nella Compagnia “Amici del dialetto” che agiva al Circolo Artistico di Catania. L’attrice passò nel 1967 al Teatro “Rosina Anselmi” di Catania, in questa occasione il noto regista Accursio Di Leo puntò su di lei le sue carte, la diresse nel capolavoro di Giovanni Verga “La lupa”. Da qui ebbe inizio un periodo indimenticabile in cui l’attrice interpretò i maggiori classici di grandi scrittori come Martoglio, Pirandello, Verga. Partecipò nel 1969 alla Rassegna Internazionale del Teatro Amateur di Montecarlo, con “La Giara” di Luigi Pirandello, alla presenza del Principi Ranieri e della moglie Grace. Sempre con la compagnia Rosina Anselmi, nel 1971, portò i classici del teatro siciliano per tutta la Sicilia, recitando con Tino Scotti, Lea Padovani, Vinicio Sofia, Sergio Ammirata al Teatro Biondo di Palermo, al Vittorio Emanuele di Enna, al Royal di Gela, al Teatro Galatea di Acireale, oltre lo stretto, al Sannazaro di Napoli e al Piccini di Bari.
Nel 1975 Rosetta Santillo ritornò al suo primo amore, la lirica. Venne richiamata, infatti, dal Teatro Massimo Bellini di Catania per interpretare grandi opere come Il Trovatore, la Bohéme, Carmen, Aida, Madame Butterfly .
Ma il teatro rimase sempre la sua passione e dal 1976 all’81, l’attrice ritornò alla recitazione con Jacobello al teatro Piccadilly. Nel 1982 iniziò il sodalizio con Toni Aiello, nella Compagnia “Il Ficondidia”, che durò ben 18 anni, fino al 2000 quando l’attrice si ritirò dal teatro.
Alla inaugurazione della mostra erano presenti, tra gli altri, Toni Aiello che ha dato testimonianza del talento e della grandezza di questa donna e Santi Consoli , presidente regionale della Fita (Federazione italiana teatro amatoriale), che ha letto due delle 144 poesie scritte dall’attrice.
Durante la serata, altre poesie sono state lette, con comprensibile commozione, dall’attore e regista Franco Cannata, figlio di Rosetta Santillo che, insieme al centro culturale ”Don Francesco D’Urso”, in particolare con Maria Cristina Torrisi, giornalista, scrittrice ed editor, è stato autore e direttore dei lavori per la realizzazione della mostra . Mostra che, forse, verrà riproposta in altre sedi.
Rosita Colavecchio