Un maestro di musica e non solo, anche un maestro di vita, come lo definisce il soprano Rosanna Furnari, autrice della pubblicazione Francesco Celso. Maestro di musica e di vita. Come avrete capito, è venuto a trovarci il maestro Francesco Celso (Acireale, 13 giugno 1903 – Catania, 21 febbraio 2006).
Buongiorno, maestro. Avete forgiato tanti allievi all’arte della musica, oggi affermati musicisti. Ci raccontate della vostra famiglia di origine.
Sottolineo che oltre a Francesco, i miei genitori aggiunsero come secondo nome Antonio, perché nato nel giorno di sant’Antonio di Padova, il 13 giugno 1903 ad Acireale in una casa vicina al Palazzo Pennisi, nella salita di via Vittorio Emanuele II.
Mio padre, Gabriele, era un ferrotipista e pittore di origini agrigentine. È stato il primo fotografo di Acireale, invitato a venire in città da monsignor Gerlando Maria Genuardi, primo vescovo della Diocesi. Mio padre conobbe mia madre, Sebastiana Palella di Acireale, durante una funzione liturgica nella chiesetta di Sant’Antonino, catturato dalla sua voce. Sono l’ultimo di quattro figli, prima di me sono nate le sorelle Francesca, Maria e Rosaria.
Com’è nata la passione per la musica, in una Acireale – ricordiamo – dove la tradizione musicale era fortemente radicata?
Oltre al meraviglioso Teatro Bellini, dove ancora i ruderi sprigionano gli echi degli anni di gloria e sembra udire armoniose arie di opere liriche, esisteva una banda musicale fondata nel 1587 che si esibiva ne Il Cinque oro al centro di piazza Duomo e nel padiglione della villa Belvedere.
Circondato dalla musica pure in famiglia, intrapresi lo studio del violino a soli sette anni sotto la guida di Salvatore Neglia e del violoncello con Salvatore La Rosa.
Frequentai l’Istituto Tecnico Superiore con indirizzo fisico-matematico presso piazza Duomo e superai il biennio propedeutico alla facoltà di Ingegneria e medicina di Catania. Ai tanti impegni di studio, aggiungevo la passione per la scherma, la sciabola, la spada e l’equitazione.
Quando avete intrapreso gli studi musicali?
Nel 1926 mi trasferisco a Palermo per studiare al Regio Conservatorio Vincenzo Bellini. La scelta non è casuale. Era amico di famiglia il compositore catanese Antonio Savasta che frequentava spesso casa nostra e aveva dedicato una lirica a mia sorella Sarina, dotata di una bella voce.
Nell’anno in cui mi trasferii, il maestro Savasta venne chiamato a ricoprire la carica di direttore del conservatorio. Perfezionai la tecnica dello studio del violoncello con i maestri Olivieri e Caminiti. Nel 1933 ottenni con il massimo dei voti il Diploma di Licenza Superiore in Composizione.
Antonio Pagano ha definito la vostra casa di famiglia Casa delle Muse, un cenacolo culturale frequentato da artisti e letterati.
In famiglia la passione per la musica aveva contaminato quasi tutti: mia sorella Francesca era una valente pianista e arpista e Sarina una brava cantante lirica, che è stata chiamata a insegnare alla Scuola di Canto del Teatro Bellini di Catania.
Maria è stata l’unica sorella che ha abbracciato lo studio dell’architettura laureandosi a soli 18 anni. Casa nostra è stata frequentata da illustri personaggi, come il pittore Giuseppe Sciuti e il pittore e scultore Michele La Spina, e tanti altri. La casa di via Galatea era nominata la casa del glicine, per il bel rampicante che copriva parte del prospetto frontale dell’abitazione.
Tante le composizioni e i riconoscimenti ricevuti nella sua lunga carriera, tra questi ricordiamo la nomina a socio dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici nella serata del 13 giugno 1993, giorno in cui compie novant’anni. Numerose le allievi che ha formato, tra queste ricordiamo due in particolare: Rosanna Furnari, autrice della pubblicazione citata all’inizio, e la maestra Vera Pulvirenti. Entrambe portano vivo il ricordo di Francesco Celso, come maestro di musica e di vita, come ribadito.
Il 13 giugno 2003, in occasione del mio centesimo genetliaco, gli ex allievi e gli amici, coordinati dalla cara professoressa Vera Pulvirenti, hanno organizzato un fantastico festeggiamento pubblico al Teatro Bellini di Catania dove vennero eseguite le composizioni più significative della mia carriera musicale.
Marcello Proietto