Dopo la pausa estiva Mons. Antonino Raspanti riprende da Altarello gli appuntamenti con la visita pastorale, che si erano interrotti con l’incontro con la comunità giarrese della parrocchia Regina Pacis lo scorso giugno.
La visita pastorale nella comunità di Altarello
La prima parrocchia ad essere oggetto della visita pastorale, alla ripresa dei lavori, è stata quella della comunità di Altarello, che nella chiesa di Maria Santissima di Porto Salvo ha accolto il vescovo Raspanti ed i covisitatori. Per tre giorni il prelato è stato accanto al parroco, don Sostene Distefano, ed ai fedeli, coi quali ha condiviso il racconto di esperienze, fatiche ed obiettivi raggiunti sentendosi messo a parte dell’impegno che la piccola comunità giarrese ha raccontato attraverso le voci dei suoi rappresentanti.
Ad interloquire con il vescovo Raspanti in apertura di visita pastorale sono stati dapprima i bambini della catechesi, che mons. Raspanti ha rincontrato anche nell’appuntamento con le scuole, e poi i rappresentanti delle varie realtà parrocchiali.
Il programma della visita / l’incontro con i bambini
La visita pastorale ha avuto inizio domenica 27 Ottobre, con la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Raspanti e cocelebrata dai sacerdoti covisitatori ed il parroco della comunità.
Protagonisti principali di questo primo pomeriggio di visita pastorale i bambini ed i ragazzi della catechesi, ai quali si è rivolto il vescovo di Acireale durante l’omelia, rendendo la comprensione del Vangelo alla loro portata e lasciando un messaggio semplice che potesse restare nella mente dei più piccoli della parrocchia.
Le parole del vescovo Raspanti nella sua omelia
Così nell’omelia mons. Raspanti, spiegando l’episodio del cieco di Gerico: “Gesù era una persona importante e la folla non era felice che il cieco volesse avvicinarlo. Gesù però ferma il tumulto che lo sta travolgendo e lo fa chiamare, desideroso di incontrarlo. Il primo grande insegnamento che troviamo nella lettura di oggi è questo: mentre tutti vogliono scacciare il cieco, Gesù vuole invece accoglierlo.
Si distingue dalla folla, facendo spazio accanto a sé anche per uno degli ultimi. Quando il cieco si avvicina e si getta ai suoi piedi il Maestro gli chiede cosa desidera. Ma perché glielo chiede? Gesù sa già cosa vuole.
Quello che vuole ottenere Gesù è che, davanti a tutti, il cieco abbia il coraggio del suo desiderio. Per il cieco assumersi la responsabilità di ciò che sente di volere significa superare la vergogna che prova per la sua condizione.
Gesù, in questo modo, rende il cieco testimone di una verità: la sua condizione non è qualcosa che lo deve spingere alla vergogna. La malattia non è una condizione da nascondere ed uscendo allo scoperto può uscire anche dalla sua vergogna. Le malattie del corpo o le difficoltà della vita non sono una maledizione o una punizione divina, con il suo gesto Gesù ribalta le convinzioni del tempo”.
Prosegue ancora il prelato: “La vista restituita diventa il segno del vedere non solo con gli occhi, ma anche con il cuore e la mente, per comprendere e scegliere la via della prudenza, dell’amore, della giustizia.
Il programma della visita / il dialogo con le realtà parrocchiali
A seguire la Celebrazione Eucaristica l’incontro coi bambini della catechesi, una trentina, che guidati dalle catechiste hanno rivolto le loro domande al vescovo. Alcune ingenue curiosità che hanno fatto sorridere i presenti e che hanno reso il clima in sala leggero e piacevole.
Le domande dei piccoli, al quale il vescovo Raspanti non si è sottratto, hanno inaugurato il dialogo che il prelato ha voluto istaurare con le varie realtà della parrocchia.
Conclusosi con un canto il momento del dialogo con i bambini, è stata la volta dell’incontro con i membri del consiglio pastorale e del consiglio affari economici.
A relazionare Ivana Chiaramonte, segretaria del consiglio pastorale, che ha raccolto in un intervento la riflessione sull’andamento della vita parrocchiale.
La segretaria del consiglio pastorale si è poi così espressa in merito alla preparazione ed alla visita stessa: “In preparazione della visita pastorale del vescovo abbiamo intanto fatto un incontro preparatorio con i covisitatori, responsabili dei vari uffici diocesani, che ci hanno spiegato lo schema del questionario che la diocesi aveva preparato e inviato ad ogni parrocchia.
Sulla base dell’incontro avuto con loro abbiamo poi indetto un incontro del consiglio pastorale, in modo da poter coinvolgere tutti i gruppi della parrocchia tramite i loro rappresentanti. Insieme abbiamo valutato questo questionario e risposto passo passo ad ogni domanda che ci veniva fatta. Da questo abbiamo avuto modo di realizzare la relazione finale, che è stata non solo esposta al vescovo durante la visita ma anche consegnata alla diocesi per essere messa agli atti.
Per quanto riguarda la preparazione, chiaramente, oltre a questo consiglio pastorale sono stati previsti anche altri incontri e altri momenti di confronto. Siamo stati contenti di ricevere il vescovo ma anche un pò ansiosi, perché chiaramente è sempre un momento importante per la comunità.
La visita pastorale è un passo fondamentale che permette di coinvolgere il vescovo nell’attività delle parrocchie e poter condividere con lui anche i problemi inevitabili che ci sono in ogni comunità, trovando nel dialogo un confronto costruttivo e stimolante”.