L’1 novembre, festa di Tutti i Santi, nella splendida chiesa Madre di Aci Platani, è stata presentata l’ultima fatica letteraria di don Salvatore Coco. Una straordinaria raccolta di poesie dal titolo “Povera Voce – Versi scomposti”.
Presenti, oltre all’autore, il relatore don Cosimo Gangemi, il vicario parrocchiale don Giuseppe Ciappa e Giuseppe Oliveri, autore della postfazione. L’incontro è stato coordinato da Maria Chiara Gangemi.
Tra gli intervenuti all’importante evento il cardinale Paolo Romeo e il deputato regionale Giuseppe Zitelli. Presenti anche alcuni rappresentanti dell’Amministrazione acese: l’assessore alla Cultura dott. Enzo Di Mauro, il presidente del Consiglio comunale Michele Greco, il consigliere Gaetano Di Mauro e il comandante della Polizia Municipale dott. Alfio Licciardello. La Corale Polifonica “Lorenzo Perosi”, diretta dalla maestra Camilla Grasso ha curato gli interventi musicali. Mentre la lettura di alcune poesie è stata affidata ad alcuni giovani della parrocchia.
La serata, vissuta all’insegna della poesia e delle emozioni, si è aperta con un intervento canoro della corale parrocchiale. A seguire don Cosimo Gangemi, commentando alcune poesie, ha voluto sottolineare come l’autore con la sua opera si propone di offrire ai lettori un’emozionante e coinvolgente raccolta di versi che aiuta ad approfondire e comprendere meglio sé stessi e la propria esperienza di vita. Versi che riescono a penetrare nell’animo umano e a trasmettere intense emozioni nelle quali ciascuno può identificarsi.
“Povera voce”, ritrovare se stessi nel silenzio
“Povera Voce” sembra, infatti, avere origine nella quotidianità e nelle esperienze vissute dall’autore. Ma, allo stesso tempo, nella poesia di don Salvatore, si fa spazio il desiderio di sperimentare il prezioso dono del silenzio, come presupposto necessario per ritrovare se stessi e dare senso alla propria esistenza. E’ come se si scavasse nelle profondità del suo animo. Che si presenta al lettore come un autentico contenitore ricco di gioie, paure e speranze che, attraverso i delicati versi, si trasformano in immagini e sentimenti da condividere.
Nei diversi interventi che si sono susseguiti si è sottolineato come in questo nostro tempo, segnato da solitudine, smarrimento e stanchezza, i versi di don Salvatore non vogliono essere un “canto solitario”, bensì un invito alla condivisione: «Chi possiede pane, lo condivida». La poesia è donazione, apertura del cuore, «radicale svuotamento di sè». Un autentico processo comunicativo, in cui l’autore svela se stesso, per consegnare al lettore emozioni, sentimenti e stati d’animo.
La poesia si fa preghiera
Tra le tracce tematiche che si possono individuare nei versi di don Salvatore, vorrei menzionarne uno che, a mio parere, è particolarmente significativo e sembra permeare l’intera raccolta: la consapevolezza che l’uomo non è mai solo. Anche quando si è alle prese con momenti travagliati e difficili, c’è sempre una presenza luminosa che dà senso alla nostra vita. E allora la poesia di don Salvatore si fa silenziosa ricerca: «Una forza mi spinge, / una scheggia di luce mi ferisce / nel profondo di me. / Il bello infinito m’attira: / nostalgico vado in cerca di una pienezza. / Sono mendicante, / insoddisfatto mi chiedo “dove abiti?”».
Lo stesso autore, nel suo intervento conclusivo, ha voluto invitare i presenti ad intravvedere nella lettura dei suoi versi un incoraggiamento a riconoscere questa presenza. E a cercare costantemente, anche attraverso la poesia, qualcosa che sta al di là delle cose materiali. Una poesia capace di sfiorare i confini della preghiera per divenire relazione personale con il Signore. Ecco come recita una delle poesie più belle della raccolta: «Venuto nella notte / alla tua luce / Ti ho sentito / Ti ho parlato / Tu eri li. / Svanito ogni altro pensiero / inquieto e falso / in Te riposavo».
L’intero ricavato, proveniente dalla vendita del libro, sarà utilizzato per rinnovare e migliorare gli spazi dell’oratorio parrocchiale. Un atto di generosità, tipico di don Salvatore, un prete sempre premuroso e sensibile alle varie esigenze della comunità.
Giovanni Centamore