Roma, 14 novembre 2013 – È previsto per le 9.45 di sabato prossimo, 16 novembre -dice un comunicato stampa di Mab.q- il fischio di inizio della IV edizione di Un altro calcio è possibile, il torneo quadrangolare di calcio a 11 tra le Forze Armate e una rappresentativa di seminaristi e sacerdoti dei collegi e delle università pontificie.
Sul campo del Centro logistico della Guardia di Finanza a Villa Spada a Roma (Via Castiglion Fiorentino 50) la Guardia di Finanza, l’Aeronautica Militare, l’Esercito Italiano e la Top C.U.P. si affronteranno amichevolmente in una sfida calcistica volta a promuovere lo sport come scuola di vita, incoraggiando tutti al rispetto per le regole, per i compagni di squadra, per gli avversari, per il proprio corpo, con l’obiettivo di riportare l’attenzione sui valori etico-sportivi insiti nel calcio, sport spesso macchiato da scandali, episodi di violenza e disprezzo delle regole.
Mister delle squadre, celebri allenatori impegnati da sempre nella crescita tecnica e umana dei giocatori: Emiliano Mondonico per la Guardia di Finanza, Fabio Liverani per l’Aeronautica Militare, Felice Pulici per la Top C.U.P. e Serse Cosmi per l’Esercito Italiano.
Per la prima volta sarà una rappresentativa femminile ad aprire i giochi: alle 11 scenderanno in campo le donne della Guardia di Finanza contro le Forze Armate per sfidarsi in una gara amichevole e simbolica, con l’intento di rimarcare il loro ruolo centrale non solo nel mondo del calcio, che per tradizione è maschile, ma anche nell’universo sportivo e in ogni ambito della società.
Alle 12 avranno inizio le partite tra le quattro squadre. Prime a fronteggiarsi, Esercito e Aeronautica Militare; alle 12.30 la Guardia di Finanza gareggerà con la Top C.U.P. Alle 13 si disputerà la semifinale per il 3° e 4° posto e infine, alle 13.30, si giocherà la finale. Al termine, alle 14, si terrà la cerimonia di premiazione e una colazione a buffet.
L’evento si realizza con il contributo di Enel e Finanza Italia e con il supporto di Giosport.
Gli allenatori
Emiliano Mondonico (Guardia di Finanza): “Il calcio si configura come un ottimo strumento per insegnare agli uomini lo spirito di gruppo e l’entusiasmo per il raggiungimento di un obiettivo comune -continua il comunicato stampa di Mob.q-. Lo sport non è solo ideale per i ragazzi in crescita, ma anche per le persone affette da dipendenze da alcol, droga, internet: così possono essere rieducate a fidarsi degli altri e a lottare tutti i giorni, insieme, per combattere il loro problema. Giocando si sentono parte di un gruppo, lavorando insieme per il goal imparano a fare goal anche nella vita, che è la partita più difficile, perché si incontrano avversari sconosciuti che arrivano all’improvviso”. Quanto alla presenza in campo di una rappresentativa femminile, novità di questa edizione, Mondonico la definisce “doverosa”, dal momento che “le donne sono il vero sesso forte, madri, mogli e colonne portanti della società. È ora che le pari opportunità siano tali”.
Fabio Liverani (Aeronautica Militare): “La passione è la ragione per la quale si inizia a giocare a calcio. Così, ci si abitua a stare insieme agli altri, a rispettare delle regole, a entrare nella società e a rapportarsi con idee, persone e pensieri diversi. Lo sport dovrebbe unire, aiutare a vivere meglio. Non vi sono, in questo mondo, sempre e solo cose negative, guadagni o situazioni strane: prima di tutto questo, il calcio è impegno, regole, rispetto dell’allenatore e dei compagni. Per cambiare qualcosa è necessario iniziare dal basso: so che è difficile, per il periodo che sta passando il nostro Paese, perché spesso si pensa che il calcio possa risolvere i problemi, anche economici, delle famiglie in cui vive un ragazzo con qualità o del talento. La ricetta, se esiste, è investire ed educare le nuove generazioni, trasmettere il bello del calcio di un tempo. Quanto alla presenza femminile, forse nel calcio non ha lo stesso risalto di quello maschile ma c’è, ed è giusto che sia così: lo sport non ha colore e non ha sesso, può esser praticato da tutti e fa bene a tutti.
Felice Pulici (Top C.U.P.): “Sono in pista dalla prima edizione, per dimostrare che il calcio può essere diverso da quello che spesso si vede sui campi nell’ambito delle attività professionistiche. È chiaro che ogni qual volta ci si affronta sul campo si va per vincere e far bene, ma questo si fa sempre nel rispetto delle regole e dell’avversario. Per questo dobbiamo avere riguardo nel modo di esprimerci, stando attenti a non oltrepassare le normali logiche di comportamento. C’è bisogno di una crescita culturale tale che il calcio non si possa più considerare sporco, camuffato dalle belle dichiarazioni di dirigenti e calciatori: occorre tornare un po’ indietro, avvicinare di più la tifoseria alla squadra, far conoscere le nuove leve. Condivido la scelta ottimale di coinvolgere le donne in tutti gli ambiti: è giusto che trovino il loro spazio, nella società come nel calcio”.
Serse Cosmi (Esercito Italiano): “In un periodo in cui il calcio spesso dà dei segnali diversi da quelli che la gente si attende, questa è una iniziativa in cui l’unico valore è quello di stare insieme e riproporre valori semplici. È necessario iniziare dal mondo della scuola, perché la chiave è l’educazione. Il calcio, d’altra parte, è lo specchio della società e, dal momento in nella nostra società la violenza esiste, non posso pensare che il calcio sia un’isola in cui non ci sia. Quando anche nella società la violenza costituirà una eccezione e non la consuetudine, allora sarà così anche nei campi di calcio. Quanto al discorso legato alle donne, l’universo femminile è da agoniste, ci sono donne dirigenti del calcio, come è normale e giusto che sia”.