Francesco Pennisi, compositore nato ad Acireale nel 1934 e morto a Roma nel 2000, è stato fra le figure di riferimento della musica colta moderna europea del XX secolo.
Su di lui ha posto l’accento il seminario “La musica del nostro tempo e la Sicilia”, presentato il 18 novembre nella biblioteca “Zelantea” di Acireale, dove si protrarrà per 4 giorni.
E si è accennato anche a musicisti italiani, che hanno detto la loro sulla musica moderna nel vecchio continente.
“L’Accademia, nei suoi 353 anni di vita, si è spesso occupata di musica. Bisogna suscitare la voglia di cultura, che costituisce anche un volano per l’economia. – ha esordito il presidente dell’Accademia degli “Zelanti e dei Dafnici” Michelangelo Patanè. La biblioteca è ricca di partiture e libri musicali.
Nel ‘600, in Acireale, aumentarono le rappresentazioni di oratori e drammi sacri, rappresentati in occasione delle solennità di S. Sebastiano, S. Pietro e S. Venera. Tant’è vero che, nel 1679, gli Zelanti fondarono un teatro ad hoc. E la prima opera eseguita fu il “Sebastiano”, oratorio la cui partitura, oggi, è andata perduta”.
Un seminario dedicato a Francesco Pennisi
“Il seminario – ha illustrato la musicologa Maria Ausilia Grasso – sarà dedicato a Francesco Pennisi. La concezione musicale come disciplina scientifica risale all’antica Grecia; la musicologia è, ormai, diffusa in tutto il mondo con corsi di laurea nelle più rinomate università. Francesco Pennisi nasce in un ambiente culturalmente stimolante: il padre Francesco Pennisi di Floristella fondò e fu presidente della “Società della musica da camera di Acireale”, i cui concerti venivano tenuti nella pinacoteca di questa biblioteca. Il Pennisi, nel 1953, si trasferisce a Roma, dove studia composizione. Esordisce nel 1962, e qualche anno dopo è tra i fondatori dell’associazione di musicisti “Nuova Consonanza”.
“Acireale – continua – è sempre stata una città, come dire, sensibile musicalmente. Basti pensare alla famiglia Celso che, nella propria casa in via Galatea teneva dei cenacoli a cui partecipava la borghesia degli inizi del Novecento. Francesco Celso fu, anch’egli, stimato musicista. Nel 2019, la moglie di Francesco Pennisi, che oggi non ha potuto essere presente, ha donato alla Zelantea il fondo “Francesco Pennisi”, ossia i dischi e le partiture del maestro”, ha concluso la musicologa.
Visto che quest’anno ricorre il bicentenario della “Nona” di Ludwig Van Beethoven, Mauro Loguercio al violino ed Emanuela Piemonti al pianoforte hanno parafrasato la sinfonia in versione cameristica. Alla fine dell’esecuzione i due musicisti hanno presentato un fuoriprogramma: il terzo movimento dell’“Eroica”.
Giosuè Consoli