In occasione del 25 novembre 2024, l’Università di Catania ha confermato il suo ruolo centrale nella sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, trasformando il Monastero dei Benedettini in un luogo di riflessione e impegno.
Il messaggio e gli obbiettivi
L’evento, dal titolo evocativo “Se domani tocca a me“, ha coinvolto studenti, docenti e in invitato la cittadinanza. Il programma ha affrontato una delle piaghe più drammatiche della nostra società: la violenza di genere. Questo fenomeno, che purtroppo non accenna a diminuire, è ancora oggi una realtà che segna la vita di molte donne, in Italia e nel mondo, lasciando cicatrici profonde e durature. Il titolo scelto, “Se domani tocca a me”, ha una forza simbolica straordinaria. Riassume la paura costante che molte donne vivono ogni giorno: di diventare vittime di un sistema che ancora spesso minimizza, ignora o addirittura giustifica la violenza. La giornata è stata un’opportunità per affrontare temi cruciali come il femminicidio, la violenza psicologica, l’abuso fisico e sessuale. Ma anche per ribadire l’importanza di un’educazione che promuova il rispetto, la parità di genere e una cultura del non tollerare qualsiasi atto di sopraffazione.
Parole che rompono il silenzio / la forza del confronto
Il convegno ha visto la partecipazione di esperti, giuristi, psicologi e rappresentanti di associazioni come il Centro Antiviolenza Thamaia. Le riflessioni si sono concentrate sull’importanza della prevenzione e del supporto alle vittime, con interventi accurati che hanno sottolineato il valore del coraggio e della solidarietà. Di grande impatto la testimonianza di una donna sopravvissuta alla violenza domestica: “Essere ascoltata mi ha salvato la vita. Non dobbiamo smettere di parlare di questo, mai“. Le sue parole hanno toccato profondamente i presenti, ricordando che dietro ogni statistica ci sono storie di dolore, ma anche di speranza.
L’arte visiva / uno strumento di consapevolezza
Uno dei momenti più significativi dell’evento è stata la performance artistica intitolata “Se domani tocca a me: voci spezzate, vite interrotte”. Performance ideata e curata con grande sensibilità dagli studenti dell’ateneo. Questo progetto ha rappresentato un momento di profonda riflessione, durante il quale i giovani partecipanti hanno messo in scena un intenso racconto collettivo attraverso una combinazione di letture toccanti, monologhi emozionanti e installazioni visive di forte impatto. Ogni elemento della performance era volto a dare voce alle vittime, narrandone non solo il dolore vissuto, ma anche il coraggio di farsi avanti e denunciare le ingiustizie subite.
Il minuto di rumore / un appello per rompere il silenzio
Un atto simbolico di grande forza è stato quello in cui gli studenti hanno fatto un rumore assordante con oggetti come chiavi, tamburi e altri strumenti che avevano a portata di mano, creando un suono che ha attraversato l’intero cortile. Questo momento ha avuto una grande valenza simbolica, rappresentando il grido collettivo contro l’indifferenza e l’omertà che spesso accompagna le situazioni di violenza. Il suono, in quel preciso istante, ha voluto rappresentare la rottura del silenzio che troppo spesso avvolge le vittime di violenza, ma anche l’urgenza di agire, di denunciare, di fare sentire la propria voce. Un appello a non ignorare più il dolore delle vittime, ma a fare fronte comune per fermare gli episodi di violenza. Il coinvolgimento degli studenti ha reso l’esperienze ancora più significativa, sottolineando la forza della creatività e dell’impegno come strumenti di sensibilizzazione e memoria collettiva.
Un ateneo promotore di cambiamento sociale / l’impegno dell’Università di Catania
Il Rettore Francesco Priolo, presente all’evento, ha ribadito l’importanza del coinvolgimento dell’Università di Catania: “La lotta contro la violenza di genere non può essere confinata a una sola giornata. E’ una sfida quotidiana che coinvolge tutti noi, come cittadini e come educatori. L’università deve essere un luogo di dialogo e di cambiamento. Il nostro compito non è solo formare professionisti, ma cittadini consapevoli.”
Se domani tocca a me / Un impegno collettivo dal Monastero dei Benedettini di Catania contro la violenza sulle donne
Grazie all’iniziativa, l’Università di Catania ha ribadito il suo ruolo di promotore culturale e sociale, ispirando una comunità più consapevole e solidale. “Se domani tocca a me” non è solo un titolo, ma un richiamo a un impegno collettivo, per costruire una società in cui nessuno debba mai più vivere nella paura. Un invito a non voltarsi dall’altra parte, ma a costruire una società più giusta e solidale, dove nessuno debba più chiedersi: “E se domani tocca a me?”.
Flavia Maria Vella