Giornata mondiale / L’Aifvs ricorda a Catania e Messina le vittime della strada

0
78
messa in ricordo delle vittime della strada

Anche quest’anno, l’Aifvs (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada), in occasione della ricorrenza della “Giornata mondiale Onu e nazionale del Ricordo delle Vittime della strada”, (III domenica di novembre, secondo la L. n. 227/2017) richiama la comunità a porgere virtualmente un fiore alle vittime della strada.
Così, in varie parti d’Italia, si sono svolte commemorazioni con l’intento “Ricordare per cambiare. Ricordare le vittime, per cambiare i comportamenti”, (www.vittimestrada.org). Dare rilievo alla Giornata predetta, con iniziative religiose e di sensibilizzazione sociale, significa invero finalizzare le azioni dei singoli e della collettività alla prevenzione e sicurezza stradale.

In più, commemorare le vittime della strada significa reiterare messaggi di sensibilizzazione verso le istituzioni, per invitarle a una fattiva collaborazione con iniziative dedicate di educazione civica. In particolare, si evidenzia che la legge n. 227/2017 sollecita le istituzioni a promuovere “ogni iniziativa utile a migliorare la sicurezza stradale e ad informare gli utenti della strada, in particolare i giovani, sulle gravi conseguenze che possono derivare da condotte di guida non rispettose del codice della strada”.messa nella chiesa Badia di Sant'Agata

Cerimonie a Catania e Messina

In Sicilia, le cerimonie più significative si sono svolte a Messina e Catania. A Messina, si ricorda la Santa Messa nella “Basilica Cattedrale Santa Maria Assunta”, al Duomo, con la partecipazione del presidente dell’Aifvs, Giuseppina Cassaniti Mastrojeni unitamente a istituzioni e cittadini. Ivi, ha officiato la funzione religiosa l’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, che ha esteso l’iniziativa a tutte le chiese e ai sacerdoti della Diocesi.

A seguire, nella città metropolitana di Catania, l’evento commemorativo si è celebrato nella chiesa “Badia di Sant’Agata”. Per l’evenienza, ha officiato la Santa Messa il rettore, padre Massimiliano Parisi. Hanno partecipato all’evento catanese rappresentanze della Prefettura e Questura, del Comando dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco. Riguardo alla Prefettura è intervenuto il vice prefetto Sebastiano Fabio Plutino, in rappresentanza del prefetto Maria Carmela Librizzi. Per la Questura è intervenuto il vice questore Fabio Aurilio, in rappresentanza del questore Giuseppe Bellassai.

Per il Comando Provinciale Carabinieri ha presenziato il luogotenente Sebastiano Russo, in rappresentanza del colonnello Salvatore Altavilla. In più, era presente il Comando dei Vigli del Fuoco, con l’ispettore Orazio Schillaci che rappresentava il comandante Felice Iraca.

Ed ancora, ha preso parte al momento liturgico anche l’Udepe di Catania, guidato dal dirigente Maria Pia Fontana, unitamente al direttore del giornale “Paese Italia Press” Mimma Cucinotta. Anche il direttore de “La Voce dell’Jonio”, Giuseppe Vecchio ha aderito all’iniziativa. Inoltre, si rammentano gli inviti rivolti ai rappresentanti del Comune di Catania, del Compartimento Polizia Stradale Sicilia Orientale, sez. Catania e alle associazioni Asaec e Fildis di Catania. Si menziona altresì, l’adesione del Liceo artistico ‘Emilio Greco’, di Catania, guidato dal ds Antonio Alessandro Massimino.

Autorità alla messa per vittime della strada
Autorità presenti

Riflessioni dell’officiante “sul fine” e “sulla “fine” della vita

Nel momento liturgico, dedicato alla preghiera dei fedeli, sono risuonate singolari e autentiche invocazioni. La prima supplica recita di conseguenza che “Nella ricorrenza della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della strada, preghiamo perché non cadano nell’indifferenza della Comunità cristiana e delle Istituzioni civili, le stragi che si consumano sulle strade; nel ricordo delle vittime e del dolore dei loro familiari vengano promossi il rispetto per la vita e la sicurezza di chi viaggia”. La seconda declama, a seguire, “Perché la giustizia sia sempre un efficace strumento di alleanza tra l’uomo e la verità, e perché Dio trasformi gli uomini timorosi in coraggiosi testimoni, preghiamo”.

L’intento universale è di dare voce al silenzio delle vittime, cadute a cagione di incidenti stradali.
Di grande eco sono apparse le parole dell’officiante, dopo la parte consacrata alla liturgia della parola. Egli ha incentrato l’attenzione sulle espressioni “il fine” e “la fine”. Partendo da un linguaggio letterario escatologico, ha ripercorso aspetti ciclici addentro al genere delle scritture sacre. Ponendo termini di riflessione sulla realtà. In particolare, indagando il lemma “fine”, si evidenzia come esso significhi la conclusione di qualcosa, secondo un’accezione negativa, in cui oltre “la fine” non rimane alcunché, se non vacatio. O diversamente, si può palesare un’accezione positiva, in cui “il fine” prospetta nuove rivedute realtà. Ad esempio, si può presumere l’itinerario di vita che ciascun uomo percorre, lungo la strada maestra, per esprimere al meglio “il fine” esistenziale.

autorità varie
Da sx: Schillaci, Russo, Plutino, Trovato, Fontana e Aurilio

Perseguire “il fine” per un sano ed etico vivere

Occorre approcciarsi, dunque, alla realtà secondo le norme del fine e non della fine! Il pendolo della vita oscilla tra il presente e il futuro. Avendo chiare alcune dinamiche apprese dalla natura, il seme tenderà sempre a germogliare e a fruttificare. In egual modo, l’uomo singolo o la collettività deve maturare “fini” che seminati nell’oggi diano proventi nel futuro. Originando pensieri e azioni, con la consapevolezza di assicurarsi un raccolto futuro.
Fare nel presente, dunque, assicura un futuro secondo “il fine” preposto e non “la fine” con l’incognita o la medesima distruzione di un futuro. Così è bene avere cura del fine a cui tenere, al fine di perseguire “fini” giusti e nobili ideali per un sano ed etico vivere, inseguendo fini di giustizia e grazia.

Di risonanza evocativa risulta anche la riflessione di Maria Melluso, vicepreside del Liceo artistico ‘Emilio Greco’ che ha rivolto parole accorate di educazione civica da destinare alla collettività e, in particolare, alle nuove generazioni. Ecco di seguito il pensiero esplicitato: “la sicurezza stradale si ottiene con il rispetto dei regolamenti. Deferenza che si manifesta anche e, soprattutto, con la prudenza e il senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri. L’ebbrezza della velocità e dell’alcool provoca scariche adrenaliniche che annientano la lucidità mentale e il senso del pericolo. Così, basta un attimo ed è ‘la fine’. Bisogna educare ed educarsi alla consapevolezza delle logiche del buon senso per tratteggiare più alti ‘fini’ che celebrano invero azioni di vigilanza e cura, nonché la sicurezza sulla strada, declamando in ogni ancorato fine l’Amore per la vita”.

La mission dell’AIFVS

Si specifica che l’AIFVS è un’associazione di promozione sociale (a norma della L. n. 383/2000, con riguardo alle indicazioni contenute negli artt. 2 e 3).
Il presidente dell’Aifvs Cassaniti riferisce che il ricordo espresso come “voce del silenzio” è la voce delle vittime che ci interroga chiedendoci di cambiare. Perché i comportamenti siano caratterizzati dall’esercizio responsabile della libertà, dall’amore per la vita, la verità, la giustizia. E ricorda che, con le nostre scelte, noi possiamo contribuire a costruire o, all’opposto, distruggere la civile convivenza. In più, la voce del silenzio di ciascuna vittima si palesa nell’espressione: ‘Se potessi parlare ancora, ti direi…’. Tale estrinsecazione è un invito a fare verità sui fatti, per fare emergere le reali responsabilità, inerenti all’accadimento funesto.

Ed ancora, continua il presidente Cassaniti – Necesse est riguardare la carta d’identità interiore, affinché ciascun essere sia in grado di riconoscere la bellezza che alberga addentro quella interiorità. Per riscoprire, così, quale sia “il fine” della propria esistenza. E innanzitutto, con coscienza, è importante proiettare la riconosciuta bellezza interiore verso gli elitari “fini” che rimano con benevolenza e rispetto per la propria vita e quella altrui.

Per la sicurezza stradale necessaria collaborazione tra mondo istituzionale e associazionistico

In realtà, sulla strada, una delle armi letali è la distrazione. Si richiama, pertanto, l’attenzione delle istituzioni, affinché si adoperino con alacrità ai problemi attinenti alla mobilità urbana ed extra urbana -, contribuendo de facto ad un cambiamento di mentalità e cultura. Si deve aspirare a una più trainante collaborazione tra il mondo istituzionale e quello associazionistico. Enti che, a seconda della specifica identità e vocazione, sono adusi alla promozione/prevenzione della sicurezza stradale, secondo scelte di responsabilità condivisa.

Tra le attività dell’Aifvs, si ricordano quelle di mentoring e supporto, anche psicoterapeutico, effettuato nelle scuole del territorio. Ed ancora, si evidenzia la partecipazione agli incontri del tavolo tecnico sulla prevenzione della sicurezza stradale, promossi dall’Unità Operativa per l’Educazione e la Promozione della Salute dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania.

Infine, l’intento dell’Aifvs si fonda sulla challenge di anticipare con tappe territoriali nelle città entro il 2030 l’obiettivo “Zero vittime”. A tal ‘fine’, si porge l’invito a sottoscrivere l’obiettivo “Vittime Zero” con una raccolta firme nell’apposita sezione del sito istituzionale (www.vittimestrada.org). Assecondando l’accezione positiva del ‘fine’ rilevato, il presidente Cassaniti testimonia, per l’appunto, che il “fine” indicato sia una sfida possibile. In tal caso l’obiettivo, al fine di essere raggiunto, richiede interventi mirati in ogni settore istituzionale e associazionistico che ha, tra le finalità, il sostegno a prodromi di tutela e prevenzione.

Si eleva infine un coro di speme, il cui ‘fine’ collima con l’estrinsecazione: “Istituzioni e cittadini insieme per raggiungere il fine della sicurezza stradale”.

Luisa Trovato