Al “Fudda festival” di Catania è stato presentato il libro Manifeste pour une démocratie déviante. Amours queer face au fascisme (éditions trouble) dell’autorə Costanza Spina.
Il testo, prima del festival, è stato oggetto di una “traduzione collettiva” guidata da enrico floriddia, co-organizzatore del festival. Durante il workshop, infatti, i partecipanti hanno cercato di restituire una traduzione del libro, a prescindere dalle proprie conoscenze linguistiche ed il prodotto finale presentato al festival. Il libro non è ancora in commercio in Italia.
Il testo di Costanza è un’importante riflessione sullo stato della società odierna. Analizza la continua avanzata delle destre a livello globale e cerca di trovare una possibile soluzione a quest’avanzata con la costruzione di una società alternativa, a quella tutt’ora nota. Una società queer, fondata sul rispetto e sulla costruzione di legami e di cura, punto chiave e di partenza dell’opera di Costanza Spina.
Spina, giornalista catanese, riside in Francia, dove vive da più di dieci anni e dove ha conseguito una laurea in Scienze Politiche presso la facoltà di Sciences Po.
Il manifesto della società queer
All’interno del suo progetto editoriale, nella prima parte del volume, Costanza Spina descrive ed analizza la società contemporanea. Nella seconda parte, invece, scrive il manifesto della società queer, manifesto tradotto durante il workshop antecedente le giornate del festival.
Nella società queer, infatti, si legge che è necessaria e possibile l’abolizione delle gerarchie verticali, per costruire una società che invece sia basata su legami di amore e di cura. La rivoluzione più grande, infatti, è quella dell’amore.
Spesso, spiega Costanza Spina, le persone queer hanno bisogno di scegliere queste comunità poiché isolati o isolate dalle proprie famiglie naturali. Quindi, trovano in nuove comunità la possibilità di costruire nuovi legami che vanno oltre quelli di sangue. La famiglia allargata è, quindi, una scelta.
La sfida, si legge sempre nel volume, è quella di trovare dei modi di costruzione di legami di cura e di costruzione in un territorio che non è il nostro. Non è, quasi sempre, quello di provenienza.
Un tipo di società di difficile realizzazione
Spesso in contesti dove non c’è attenzione verso il prossimo, dove manca la cura, è difficile che questo tipo di società possa realizzarsi. E’ certamente più semplice in contesti del Sud, dove non vi è una diffidenza nei confronti del prossimo, dove si è disposti ad interagire e ad interloquire. In questi casi è in atto un fenomeno di municipalità radicale.
Costanza, dunque, riportava l’esempio dei bar del nord Europa e del nord Italia: se le sedie sono tutte disposte le une difronte le altre come posso interagire, guardare negli occhi il mio vicino, la mia vicina “di sedia”?
Questo fa si che si sollevi un altro importante problema, ovvero quello legato alla questione meridionale, legata ai sud di Europa, di Italia, del mondo. Qui chiaramente vi sono delle differenze socio culturali con i nord, che, a loro volta, sono guidati dal suprematismo capitalistico.
L’allestimento editoriale del volume è, anch’esso strutturato per essere inclusivo. Il formato è quadrato per poter essere facilmente maneggevole. Vengono usate delle accortezze per agevolare la lettura a persone con dislessia. Infine, è utilizzata una tipografia non binaria. In Italia, purtroppo, questo genere di distorsioni tipografiche sono ancora limitate. Un esempio per tutti è l’uso della schwa, “ə” per indicare il genere neutro, non presente nella grammatica della lingua italiana.
Giulia Bella