Esotismo e povertà richiamano alla mente l’Africa, dove miseria e guerra sono espressione di un disagio sempre crescente. Qui la costruzione di ospedali e la realizzazione di scuole è sicuramente un punto di partenza per combattere questo disagio.
A farsi carico di queste migliorie sono spesso i missionari che, una volta l’anno, si “avventurano” in paesi come il Congo e la Guinea-Bissau. Salvo Gambino è uno di questi, anche se preferisce definirsi un “semplice volontario”.
La sua missione, in tono favolistico, è stata raccontata nel libro “La nostra Africa aldilà di qua” di Vladimir Di Prima, presentato presso l’ex collegio “Santonoceto” di Acireale, sotto l’egida dell’associazione culturale “K-diem”.
“La nostra Africa aldilà di qua – ha esordito l’autore – è una favola, che si ispira alle missioni in Africa. Il libro è corredato da scatti in bianco e nero fatti da un ragazzo venuto in missione, in Congo, insieme a Salvo Gambino.
Ho voluto mettere su carta le suggestioni di questi viaggi, cercando di essere più fedele possibile alla realtà. Per quanto io non sia mai stato in questi luoghi. Gambino, da imprenditore, ha abbandonato tutto diventando missionario. Mi sono reso conto che la felicità non è un concetto materiale; per questo, ho scritto questa favola ironica”.
Il contributo di Maria Grazia Patanè
“Come scrittrice ho contribuito a scrivere una piccola parte del libro – ha spiegato Maria Grazia Patanè. Mi sono chiesta cosa accomuna me e Salvo? Il mondo delle missioni umanitarie non lo conosco. E allora ho capito: ci lega la perdita di un figlio, un guscio che si spezza e ti lascia scoperto. Non importa se a ventitré anni, come è successo a me, o a cinquantacinque giorni. La morte del figlio gli ha fatto cambiare vita: da imprenditore immerso nella mondanità, a umile e tenace volontario”.
“In Congo ho dato la possibilità di scegliere: scegliere fra lavorare i campi e studiare in una scuola– è intervenuto il diacono Sebastiano Genco. Abbiamo realizzato tre facoltà universitarie, e pozzi d’acqua, e in ultimo degli ospedali per far partorire le donne”.
La parabola di Salvo Gambino è esemplare: da imprenditore amante della bella vita e degli sport a moderno San Francesco. Non è facile, ci vuole tanto di quello zelo! Ma se ce l’ha fatta uno come lui, perché non potremo riuscirci anche noi?
Giosuè Consoli