Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports ha evidenziato qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa: i lettori non riescono a distinguere le poesie generate dall’IA da quelle scritte da un essere umano e sono addirittura più propensi a preferire quanto creato tramite l’intelligenza artificiale. I ricercatori Brian Porter ed Edouard Machery, del Dipartimento di Storia e Filosofia della Scienza dell’Università di Pittsburgh, hanno svolto due esperimenti su un totale di 2300 partecipanti.
IA vs Shakespeare 1-0 / I lettori preferiscono le poesie generate con l’intelligenza artificiale: il primo esperimento
Il primo test ha visto il coinvolgimento di un campione di 1.634 persone. I partecipanti hanno cercato di distinguere tra poesia generata dall’IA e quella scritta da un poeta umano, fra dieci poesie in ordine casuale. Fra queste cinque erano di fattura umana, scritte da dieci poeti famosi (tra cui William Shakespeare, Lord Byron, Emily Dickinson e T.S. Eliot). Altre cinque poesie fra quelle proposte erano frutto dell’elaborazione di ChatGPT 3.5, a cui i ricercatori avevano chiesto di scrivere utilizzando lo stile dei suddetti poeti.
I risultati dell’esperimento sono stati abbastanza sorprendenti: i partecipanti hanno avuto la tendenza a identificare le poesie generate dall’IA come scritte da un umano. Le cinque poesie considerate più probabilmente di matrice artificiale, invece, erano tutte scritte da poeti reali. I partecipanti hanno ottenuto solo il 46,6% di risposte corrette, un risultato che non supera nemmeno il livello casuale (50%). Quasi la metà dei partecipanti non è quindi riuscita a distinguere tra una poesia scritta da un autore umano e una prodotta dall’IA.
IA vs Shakespeare 1-0 / I lettori preferiscono le poesie generate con l’intelligenza artificiale: il secondo esperimento
Il secondo test, invece, ha visto la collaborazione di un campione di 696 persone che hanno valutato le poesie in base a 14 caratteristiche, come qualità, bellezza, emozione, ritmo e originalità. I ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi. Al primo gruppo gli studiosi hanno detto che le poesie erano scritte da un umano, al secondo le hanno proposte come creazioni delll’IA e al terzo hanno riferito che non vi erano informazioni sull’autore delle poesie.
I partecipanti che avevano ricevuto l’informazione che le poesie fossero “artificiali” hanno dato valutazioni più basse sulle 13 caratteristiche rispetto a quelli a cui è stato detto che le poesie erano scritte da un umano, a prescindere dal fatto che le poesie fossero effettivamente di matrice artificiale o umana. I partecipanti a cui i ricercatori non hanno detto nulla sull’autore hanno valutato più favorevolmente le poesie generate dall’IA rispetto a quelle scritte dai poeti. Questo fenomeno ha già avuto luogo in altri domini dell’arte e della cultura digitale, come la produzione visiva, ma era impensabile che potesse riguardare la poesia.
IA-Shakespeare 1-0 / I lettori preferiscono le poesie generate con l’intelligenza artificiale: possibili spiegazioni
Gli autori suggeriscono che i partecipanti abbiano sorprendentemente preferito le poesie generate dall’IA perché le trovano più semplici e accessibili rispetto al lavoro dei poeti. Inoltre, vi è probabilmente un bias per cui i partecipanti si aspettano di preferire la poesia scritta dall’uomo. Trovando la poesia generata dall’IA più facile da interpretare e comprendere, configurano erroneamente questo aspetto come un segno di scrittura umana. La percezione che queste poesie siano “più umane” potrebbe quindi derivare dal fatto che le emozioni e i temi sono più accessibili, creando una connessione immediata con il lettore. Le poesie scritte da poeti noti, invece, spesso si contraddistinguono per la loro complessità e l’uso di metafore difficili da decifrare. L’approccio a quest’ultime spesso richiede una comprensione più profonda, una lettura più attenta e un’analisi del contesto storico-culturale.
IA vs Shakespeare 1-0 / I lettori preferiscono le poesie generate con l’intelligenza artificiale: prospettive future
Con l’evoluzione rapida e continua dei modelli di intelligenza artificiale ci troviamo di fronte ad una situazione che prima sarebbe stata considerata impossibile. Le creazioni generate dalle macchine stanno raggiungendo una qualità talmente elevata da risultare indistinguibili rispetto a quelle prodotte dalle persone. Il campo della poesia, in particolar modo, è sempre stato considerato un aspetto peculiare della creatività umana e di suo esclusivo appannaggio. Il crescente sviluppo dell’IA non solo cambia la nostra concezione della creatività, ma apre la strada anche ad interrogativi sulla regolamentazione nell’uso delle tecnologie generative.
Maria Maddalena La Ferla