La Via dei Mulini abbraccia le strade in cui i grandi proprietari terrieri, sia del luogo, sia catanesi, sfruttando la presenza delle acque sulfuree comprese fra il territorio della Reitana e Capomulini, costruirono i loro mulini, tra il 1300 e il 1500, usati, principalmente, per la macinatura.
La piana di Catania e la zona del bosco di Aci erano luoghi fertili, dove l’agricoltura costituiva l’attività lavorativa e la fonte di sostentamento principale.
Fino al diciannovesimo secolo i mulini erano protagonisti della vita economica e sociale di Acireale. Poi, con l’avvento dell’elettricità sono stati piano piano dismessi; e, oggi, con il disinteresse degli organi competenti, la loro memoria, quindi la loro storia, è come se fosse stata cancellata. E con lei parte della storia di Acireale.
La Via dei Mulini non ha solo un valore storico e culturale. La bellezza paesaggistica che la avvolge, il bosco di Aci, i sentieri verdeggianti coi limoneti la rendono un luogo di interesse naturalistico unico.
Conferenza su la Via dei Mulini
Su questo argomento, si è tenuta, sabato 14 dicembre, presso la sala “Galatea” del palazzo del comune di Acireale, una conferenza molto accurata dal punto di vista storico, con il prof. Matteo Licari.
“Acireale è una città bellissima, il barocco, le vie caratteristiche e il patrimonio culturale in generale ne fanno una perla del nostro territorio. – ha esordito la presidente di “Sicilia antica Acireale” Silvana Cardì. E penso sia giusto valorizzare un volto meno conosciuto di questa splendida città: la Via dei Mulini. Come Sicilia Antica, io e i miei soci crediamo sia un dovere dare luce a dei luoghi che, volontariamente, o perché col tempo cambiano le cose e il modo di vivere, sono state lasciate nell’ombra”.
Il prof Licari è professore di sociologia dei gruppi, presso l’istituto universitario di Firenze – ha introdotto il presidente di “Sicilia antica” Nunzio Condorelli Caff. Si è specializzato in America e svolge, parallelamente, l’attività di storico. Valorizzare le bellezze storiche è un compito, che richiede tempo ed impegno. Cosa aggiungere, prima di cedere la parola al nostro storico? I mulini rappresentano un pezzo di cultura imprescindibile. E la via può essere visitata da tutti. Se il patrimonio nessuno lo conserva, muore. Il bello apre l’anima”, conclude Condorelli Caff.
L’arrivo dell’elettricità decretò la chiusura dei mulini
“Vorrei ringraziare l’amministrazione di Acireale, e augurare buone feste a tutti – è intervenuto Matteo Licari. Dovete immaginare la piazza su cui si affaccia questo edificio ricoperta di bosco. Fino al 1200 Acireale si presentava così, poi, da quel momento, iniziò l’urbanizzazione. E, nel 1300, vennero costruiti i mulini che, furono fondamentali per lo sviluppo della città.
Aci era una zona che viveva di coltivazione. E le acque fra la Reitana e Capomulini aiutarono molto il lavoro. Coloro che possedevano i mulini, ne trassero guadagno; e questo costituì la ricchezza che ha fatto di Acireale la bellissima città barocca che, oggi, possiamo ammirare. I mulini funzionavano solo di notte, poiché la giornata era dedicata alla semina e al raccolto. Nella metà dell’Ottocento l’arrivo dell’elettricità determinò l’abbandono dei mulini. Ormai, come è ovvio, non hanno alcuna utilità; ma la via che li ospita è un tratto magnifico. Un patrimonio storico da salvaguardare”.
Il coro lirico “Opera mundi” ha allietato il convegno.
La Via dei Mulini, oltre a essere un documento storico di straordinaria importanza per la storia acese – ad andarci, sembra veramente di ritrovarsi nel 1500 – è un’attrattiva turistica irrinunciabile. Troviamo sintetizzati storia, natura, cultura e civiltà. E’ ideale anche per chi voglia fare una passeggiata in bicicletta. La domenica, invece di bazzicare i centri commerciali, perché non fare una camminata sulla Via dei Mulini? Certo, la salita è un po’ faticosa, ma almeno non si corre il rischio di annoiarsi.
Giosuè Consoli