Acireale / Con la rigenerazione di Vico Alliotta si ricorda il canonico Cherubino

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vico Cherubino Alliotta

I ragazzi delle cooperative sociali  “A Casa di Momo” e Identità hanno continuato il progetto “La mia piccola Città” e, con la collaborazione del Comune di Acireale e di tanti cittadini che hanno incoraggiato l’iniziativa, hanno abbellito Vico Alliotta con vasi dipinti e piastrelle decorative interamente realizzate dalle loro mani. Una mamma li ha definiti “creatori di bellezza”.
Non a caso i ragazzi di oggi continuano a vivere l’esempio di amore verso la propria città offerto, quasi 400 anni fa, da Cherubino Alliotta.

Chi è Cherubino Alliotta?

Ma chi è Cherubino Alliotta che ha dato il nome a questa via?
Viveva ad Acireale agli inizi del 1600, tra le altre famiglie benestanti, la famiglia Alliotta. Queste famiglie avevano grandi possedimenti di terreni nel circondario. Si trattava, perlopiù, di vigneti, frutteti, uliveti, gelsi e ortaggi. Le rendite erano consistenti e le famiglie erano composte da numerosi figli. Perciò, tra questi figli, c’era qualche suora e qualche prete.
Nella famiglia Alliotta, il figlio Cherubino scelse di farsi prete. Lo troviamo nella storia come giovane sacerdote che si introduce attivamente nella vita cittadina.rigenerazione di Vico Alliotta

Siamo nella prima metà del 1600. Anni di rinnovamento ma segnati da grandi difficoltà. Infatti, nel momento fiorente della organizzazione dei numerosi “Casali” delle “ACI” che vivevano da tempo stretti insieme col nome di “Aquilia”, avvenne una grande separazione: il 2 dicembre 1639 i Casali di Aci S. Filippo, Acicastello Acitrezza, Aci S. Antonio, Acibonaccorsi, Acicatena e Aci S. Lucia si organizzarono insieme e chiesero al Re di staccarsi da Aquilia. Presero il nome di Aci superiore. Restava separato il centro di “Aquilia Nuova” a cui rimaneva unito il Casale di Aciplatani. Questo territorio avrebbe dovuto chiamarsi Aci Inferiore.

Cherubino Alliotta entra in scena nella vita cittadina

E qui entra in scena anche il giovane Cherubino Alliotta. Il nostro territorio era sotto il dominio spagnolo.
Cherubino Alliotta doveva essere un tipo ottimista, simpatizzante della satira leggera ma, soprattutto, dotato di un carattere estroso e vivace. Era un cultore di scienze, lettura, scrittura e belle Arti.
Nella vicina Catania era nata l’ “Accademia dei Chiari”. Questa riuniva persone che amavano la cultura e che, attraverso gli interessi culturali, potevano contribuire alla crescita della Città.

Con singolare spirito piuttosto giovanile, il giovane Alliotta, il 3 aprile 1640, fonda, in Aquilia Nuova, la prima Accademia col nome di “Accademia degli Oscuri” (per ironica opposizione ai “Chiari” di Catania). Gli “oscuri” erano per la maggior parte dei sacerdoti con la veste nera. Alliotta inizia a mettere insieme un gruppo di persone che si riuniscono periodicamente per approfondire tematiche culturali e sociali, creare una biblioteca e lanciare un movimento di idee.
Diciamo che si fa strada una concezione “laica” che, accanto alle varie Confraternite legate alle chiese, punta su valori umani che devono essere incrementati. Le “belle arti” quali la musica, la pittura, la scultura, la poesia puntano a una meravigliosa crescita umana. Tenete presente che siamo nel periodo in cui si completano le costruzioni della Cattedrale, e delle chiese di San Sebastiano e dei Santi Pietro e Paolo.

applicazioni sulle pareti di Vico Alliotta
Applicazioni sulle pareti di Vico Alliotta

La nascita di Aci Reale

Quello che conta è il fatto che questo gruppo di cittadini contribuì a realizzare una consistente raccolta di danaro e preziosi e, nel 1642, mentre gli altri Casali delle Aci (chiamati Aci Superiore)verranno venduti a vari feudatari, il nuovo centro di Aquilia ottenne dal Re Filippo IV la sottomissione diretta al Regno di Spagna e una sua autonomia non soggetta a nessun feudo. Perciò, il Re Filippo IV volle che questa città portasse il nome di Aci Reale perché apparteneva esclusivamente al demanio del Re.

Nel 1656 si riaffacciò il pericolo che un banchiere genovese di nome Agostino Ayroli comprasse il grande feudo di Acireale. Venne organizzata una nuova raccolta e il nobile Giuseppe Calì e il canonico Giuseppe Cavallaro raggiunsero la Spagna con la nave ed ottennero dal Re la conferma della piena autonomia.

Opere realizzate ad Acireale

Il 3 ottobre 1671 nacque ad Acireale l’ “Accademia degli Zelanti” e Cherubino Alliotta fu tra i soci fondatori e fece confluire nel nuovo organismo l’Accademia degli Oscuri.
Ma ecco l’opera più interessante che realizzò Cherubino Alliotta nel 1674 ad Acireale: capì che le rappresentazioni che si facevano ad Acireale per le feste di San Sebastiano e dei Santi Pietro e Paolo, per diversi motivi, non potevano tenersi all’aperto. Pensò, quindi, di costruire il primo teatro ad Acireale. Nasce così il Primo Teatro ad Acireale, per volontà e per dono del canonico Cherubino Alliotta, a cinquanta metri dal Palazzo di Città in quel largo dove, in seguito, verrà costruito il Teatro Bellini.

Intanto, avvenne che i Francesi, chiamati in aiuto dai Messinesi, sbarcarono in Sicilia per fare guerra agli Spagnoli. I Francesi iniziarono a conquistare parte della Sicilia orientale sino a Taormina. Acireale pensò subito di organizzare una difesa. Vennero rafforzate le mura di cinta e la grande porta che si chiamava Messina e prese il nome di “Porta Cusmana” in onore del Vicerè De Gusman. Nel 1672 si formò un piccolo esercito capitanato da Alessandro Grasso. Il 25 settembre 1677 l’esercito acese fermò l’avanzata dei Francesi in zona San Leonardello. E così, nel 1678, il Re Carlo II di Spagna e Sicilia concesse alla nostra città il titolo di Amplissima per la fedeltà dimostrata.

Alliotta fu anche presidente dell’Accademia degli Zelanti

Nel 1684 Alliotta venne eletto presidente dell’Accademia degli Zelanti e vi rimase per dodici anni. Nel 1691, per venire incontro alle difficoltà economiche dei cittadini meno abbienti, Cherubino Alliotta fondò il “Monte di prestito Santa Venera”.
E, alla sua morte, a perpetua memoria della sua generosa attività per lo sviluppo della città, Acireale gli dedicò una originale via a pochi metri dal Duomo.
I ragazzi di oggi, a distanza di oltre tre secoli, ridestano il suo spirito impegnandosi a rendere più bella ed accogliente la nostra città.
Per onore di cronaca devo aggiungere che, sull’esempio di Cherubino Alliotta, nascerà ad Acireale un altro teatro nella Villa Filippina ad opera dei Padri Filippini, nella zona di San Martino (dove oggi si trova la Fondazione Pennisi-Alessi). E, a seguire, un’altra sala-teatro accanto la chiesa del SS.mo Salvatore.

 

Alfio Leotta