L’11 e il 12 gennaio 2025, le comunità di Trepunti e San Leonardello di Giarre, guidate dal parroco don Alberto Nicita, hanno accolto la venerata Immagine di Maria SS. della Catena, proveniente dal Santuario di Mongiuffi in Messina.
Questo momento di fede, come ha spiegato durante la celebrazione don Alfio Licciardello, parroco di Pasteria, ha rappresentato “l’incontro” tra Maria e i fedeli accorsi per vivere un tempo di preghiera insieme.
Nel primo pomeriggio dell’11, sul sagrato della chiesa “San Matteo” di Trepunti è avvenuta la festosa accoglienza, a seguire un momento di catechesi a ragazzi e famiglie.
Poi la solenne celebrazione Eucaristica presieduta da don Daniele Paolo Truscello, rettore del
Nel pomeriggio di domenica 12, invece, è stata la comunità di San Leonardello ad accogliere gioiosamente il venerato simulacro nonostante il maltempo, con a seguire la Messa solenne.
“L’incontro” con i devoti – spiega sempre durante la messa di sabato, don Alfio Licciardello – è un momento importante, una tappa che ci aiuta a vivere intensamente questo tempo Santo del Giubileo e ci descrive Maria come “Madre di Speranza”, Donna che ci infonde la più autentica “Speranza”.
A Mongiuffi il culto della Madonna della Catena risale al 1500
La devozione alla Madonna della Catena inizia a prendere vita a Mongiuffi agli inizi del XV secolo, e in seguito si svilupperà maggiormente.
La festa ricorre ogni prima domenica di settembre presso il Santuario a lei dedicato. Qui è traslata ogni anno in questo periodo dalla chiesa “Santa Maria del Carmelo”, nello stesso Comune.
Numerosi fedeli, durante la notte tra il venerdì ed il sabato precedenti la festa, accorrono dai paesi viciniori in pellegrinaggio a piedi. Tanti, racconta don Alberto Nicita, sono anche i giarresi. La loro devozione ed il legame deriva soprattutto dall’appartenenza, fino alla prima metà dell’800, della città di Giarre alla Diocesi di Messina.
Il Santuario sorge nelle vicinanze delle sorgenti del fiume Ghiodàro, in contrada Fanaca, alle falde del Monte Kalfa.
Il culto della Madonna della Catena è molto radicato in tutta la Sicilia. Non c’è provincia che non abbia una chiesa ed una festa a lei dedicata.
Emblematico è il caso di Acicatena, cittadina appellata appositamente per il suo Sacrario, la chiesa della Vergine della Catena. L’11 gennaio 1693 il terremoto catastrofico che coinvolse tutto il Val di Noto, interessò tantissimi territori fino a Messina. Anche l’antica borgata, appellata Scarpi, fu danneggiata gravemente. Furono distrutte tutte le abitazioni ed anche la chiesa parrocchiale; rimase illesa la cappella della Madonna della Catena con l’affresco ed il Simulacro. Le vittime furono meno di cento, un numero esiguo in confronto alle centinaia e centinaia di morti delle vicine borgate. Gli abitanti attribuirono a Maria questa protezione. Secondo la tradizione popolare già nel 1694 si cominciò a festeggiare il ringraziamento a Maria Santissima.
Altri Santuari dedicati alla Madonna della Catena
A Castiglione di Sicilia, all’interno della Basilica che da lei prende nome, possiamo ammirare una statua, interamente marmorea, di fattura gigantesca.
A Termini Imerese è la gente di mare (pescatori, armatori, portuali ecc.) la più devota. I pescatori, prima di aver preso il largo ed al rientro, a prescindere dalla quantità del pescato, hanno sempre dedicato un ringraziamento.
Ne ricordiamo altri, come: il Santuario Maria SS. della Catena a Castel di Tusa, in provincia di Messina; il Santuario nel comune di Scillato, in provincia di Palermo. Impossibile citarli tutti.
In tutti i luoghi comune “messaggio” è il significato dell’appellativo, che identifica la Beata Vergine come la “potente liberatrice” dei suoi figli da qualsiasi “catena”, sia materiale, dalla prigionia o schiavitù, sia quelle spirituali del peccato. Nonché le “catene” metaforiche dei problemi che ne angustiano la vita.
Adele Maugeri