La regione Sicilia ha sottoscritto un accordo decisivo per la costruzione di due termovalorizzatori. Due grandi inceneritori che trasformeranno i rifiuti indifferenziati direttamente in energia. Il presidente della regione Schifani ha firmato una convenzione che dà ufficialmente il via alla preparazione di bandi per la costruzione di due termovalorizzatori a Palermo e a Catania. La società Invitalia preparerà e gestirà i bandi dal valore complessivo di 800 milioni di euro.
Termovalorizzatori Sicilia / Il progetto
Il progetto è finanziato dal governo nazionale attraverso l’accordo per la coesione con fondi europei, firmato dal presidente della regione Schifani in qualità di commissario straordinario per la gestione dei rifiuti e dall’amministratore delegato dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti Bernardo Mattarella. L’autorità nazionale anticorruzione collaborerà durante tutto il processo per avere un’ulteriore garanzia sulla trasparenza e sulla legalità delle varie fasi. La costruzione di due termovalorizzatori si propone l’ambizioso progetto di risolvere la crisi dei rifiuti nell’isola. Tramite le due nuove strutture si vuole ridurre al minimo il ricorso a discariche e azzerare l’esportazione di rifiuti, che attualmente sono i metodi primari di gestione dell’indifferenziato. Tramite i termovalorizzatori in Sicilia si prova anche a sopperire alla grande mancanza di impianti pubblici per la gestione dei rifiuti, che fa alzare notevolmente il costo finale per i cittadini. Le due strutture secondo l’iter appena iniziato, dovrebbero sorgere a Bellolampo a Palermo e nella zona industriale di Catania entro il 2028.
Come funzionano i termovalorizzatori
Il termovalorizzatore è un impianto che brucia i rifiuti indifferenziati e con il calore prodotto genera energia elettrica. Il processo è lo stesso dell’inceneritore per quanto riguarda il metodo di smaltimento e le emissioni generate. La differenza sostanziale sta nel fatto che tramite il termovalorizzatore si può dare nuova vita ai rifiuti convertendoli in energia. Le emissioni sono filtrate numerose volte attraverso un sistema di depurazione e raffreddamento. I fumi vengono analizzati affinché siano conformi ai limiti di legge e infine rilasciati nell’atmosfera attraverso un camino. Le ceneri invece nella maggior parte dei casi sono riutilizzate in edilizia. È sicuramente fondamentale una minuziosa gestione e manutenzione dell’impianto affinché funzioni correttamente e non inquini oltre le norme di legge. Il termovalorizzatore non è sicuramente un impianto ecologico e idealmente sarebbe meglio ridurre a 0 i rifiuti indifferenziati. È altrettanto vero però che siamo lontani da quell’obiettivo, e almeno nel breve periodo i rifiuti continueranno ad ammassarsi nelle città e nelle discariche. Questo molte volte provoca un impatto ecologico ben più grande del termovalorizzatore. Un termovalorizzatore è quindi uno strumento efficace se accompagnato da una diminuzione dei rifiuti indifferenziati.
La raccolta differenziata in Sicilia
L’attuale gestione dei rifiuti in Sicilia presenta molte criticità. Una buona parte dell’isola presenta dei buoni tassi di raccolta differenziata, specialmente i piccoli centri, il problema sotto questo punto di vista sono le città di Palermo e Catania. Queste due città hanno dei livelli di raccolta differenziata tra i più bassi d’Italia secondo Legambiente (Catania ultima, Palermo quintultima). Lo standard europeo è fissato sul minimo del 65% di raccolta differenziata, le due città siciliane nel 2024 si attestano al 15% Palermo e al 22% Catania. Il nuovo piano oltre che alla costruzione dei termovalorizzatori si propone il raggiungimento della soglia minima europea come obiettivo. Questo problema è dato soprattutto dalla mancanza di un piano pluriennale di prevenzione ed educazione all’accumulo di rifiuti indifferenziati. Per arrivare ad una sana gestione dei rifiuti si dovrebbe quindi perseguire una lunga strada di educazione della cittadinanza di questi territori su nuovi modi di concepire la gestione dei rifiuti, in un’ottica di economia circolare. Non basta rendere obbligatoria la raccolta differenziata, ma bisogna soprattutto impegnarsi affinché diventi uno stile di vita e si integri con il contesto sociale del territorio.
Termovalorizzatori in Sicilia / Opposizioni e impatto ambientale
Questo è sicuramente un progetto che potrebbe portare dei passi in avanti nella gestione attuale dei rifiuti nell’isola. Rimangono molti dubbi sull’impatto ambientale. Mancano ancora delle garanzie basate su parametri ambientali e socio economici pertinenti che diano la possibilità a cittadini esperti e non di capire le ripercussioni che il progetto avrà sul territorio. Non ci sono ancora i progetti di fattibilità tecnico economica e soprattutto
l’autorizzazione da parte della commissione tecnico specialistica che dovrà approvarlo e ne dovrà calcolare l’impatto ambientale secondo i limiti imposti dalla legge. Inoltre preoccupano i parametri fissati dall’Unione Europea in ambito di emissioni inquinanti entro il 2030. Nell’opposizione c’è la paura che quando questi termovalorizzatori saranno finiti, non potranno essere utilizzati per via delle nuove norme ambientali.
La gestione dei rifiuti indifferenziati
La gestione attuale dei rifiuti è dispendiosa e disorganizzata. La carenza di impianti pubblici costringe a ricorrere a società private proprietarie di discariche e all’esportazione di rifiuti all’estero. Nel 2022 sono state esportate 260 000 tonnellate di rifiuti all’estero, dove spesso poi vengono smaltiti tramite termovalorizzatori. Tutto questo ha un costo per i cittadini, il costo per smaltire una tonnellata di rifiuti in Sicilia è sui 380 euro, molto più della media nazionale. Un prezzo che si traduce in tasse più elevate. Inoltre affidare la gestione della materia a privati è un rischio anche per la trasparenza. Qualche anno fa ad esempio la Sicula Trasporti s.r.l. società che detiene una delle discariche più grandi della regione e che serve 200 comuni è stata multata. I proprietari sono stati arrestati con l’accusa di associazione a delinquere, traffico di rifiuti, corruzione e frode in pubbliche forniture. Queste vicende hanno portato ovviamente grossi disagi a chi abita nei 200 comuni a cui la società fornisce il servizio oltre che andare contro a svariate norme ambientali.
Il progetto dei termovalorizzatori agisce dunque su una situazione già critica. Era sicuramente necessario un intervento pubblico in questo campo ma è importante che non rimanga isolato. Il termovalorizzatore non deve e non può diventare una scusa per non adeguarsi agli standard nazionali ed europei di riciclo. Deve essere un provvedimento volto a risolvere un’emergenza nel breve periodo, al quale però deve seguire un sostanziale cambio della concezione della differenziata e un potenziamento dei servizi collegati ad essa nella regione.
Carlo Nibali