Concerti / Il “Sicily Brass Quintet” rende omaggio a San Sebastiano

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concerto per san Sebastiano

La solennità di S. Sebastiano, il 20 gennaio, rappresenta per gli acesi un momento di tradizione e forte sentimento religioso. E i giorni, prima della festa, sono un’ulteriore occasione per omaggiare il santo patrono. Quale miglior modo se non un concerto di un quintetto di ottoni?

A tal proposito, sabato 18 gennaio, nella chiesa di S. Antonio di Padova, ad Acireale, il “Sicily Brass Quintet”, diretto dal m°. Carmelo Sapienza, ha eseguito un ricco concerto spaziando dalla musica barocca a quella cinematografica e chiudendo in bellezza con l’inno a San Sebastiano.

“Sono grato della possibilità datami stasera, di esibirmi in questa storica chiesa – ha esordito Carmelo Sapienza. Come Sicily Brass Quintet, siamo attivi dal 2006, e nel corso della nostra lunga carriera abbiamo ottenuto diversi riconoscimenti. Noi arrangiamo i brani pensati per orchestra, adattandoli alla nostra formazione”.concerto del Sicily brass quintet

Il “Sicily Brass Quintet” ha eseguito un programma ricco e vario

L’inno di Charpentier ha introdotto l’evento musicale. A seguire la “Sinfonia n.5” di Tchaikwosky. “Venuta alla luce, dopo un periodo di depressione e stasi creativa dell’autore, nel 1888, inizialmente è stata stroncata ferocemente dalla critica. Solo col passare del tempo ne è stato riconosciuto il valore, ed è entrata stabilmente in repertorio”, ha precisato il direttore del quintetto, che ama particolarmente quest’opera per l’impiego del corno francese.

Dopo, la trascrizione per ottoni della cavatina “Casta diva” tratta dalla “Norma” di Vincenzo Bellini. Poi, dall’ottocento al barocco, o meglio, a quel barocco che anticipa il classicismo: la suite della “Musica sull’acqua” di George Friederich Handel.
Si ritorna un’altra volta all’Opera con l’intermezzo di “Cavalleria rusticana” di Mascagni – musica a non finire in un frammento-  e con “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Giacomo Puccini.Sicily brass quintet san Sebastiano

Il “Sicily Brass Quintet”, successivamente, si è esibito in un frizzante medley di Tchaikowsky, Rossini ed Offenbach – come a dire, mischiare sacro e profano- ma l’ensemble è stato godibile. L’ “Amazing Grace” di John Newton ha dato vita a un’atmosfera in armonia con l’architettura romanica della chiesa, profonda e, allo stesso tempo, solenne.

E dopo il gospel, Ennio Morricone: “Il pianista sull’oceano”, “Nuovo cinema paradiso” e“Gabriel’s oboe” sono le colonne sonore adattate ed eseguite dal quintetto. Un pezzo per ottoni, scritto dall’ensemble stesso, e l’inno a S. Sebastiano hanno chiuso il concerto.

Il gruppo ha ottenuto l’approvazione del pubblico per l’indubbia musicalità e bellezza di suono. Ma senza voler fare polemica, perché le esecuzioni sono state emozionanti, la “Casta diva” e il “Nessun dorma” senza soprano e tenore hanno perso il loro significato e fascino. Se il quintetto si fosse limitato allo strumentale e alla musica cinematografica sarebbe stato inappuntabile.

                                                                                                                            Giosuè Consoli