Mater Agata / Simbolismo di una maternità trascendentale negli abiti in mostra a Catania

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abiti mostra Mater Agata

Quest’anno la mostra dedicata a Sant’Agata compie 27 anni, abilmente curata dalla prof.ssa Maria Liliana Nigro, docente di Storia del Costume e dello spettacolo. Si potrà visitare a Palazzo dei Minoriti, a Catania, fino al 6 febbraio.
Gli abiti creati dalle ragazze dell’Accademia delle Belle Arti di Catania sono 117, il titolo della mostra a cui ispirarsi quest’anno è “Mater Agata”, come  ha ben sottolineato la presidente dell’Accademia, prof.ssa Lina Scalisi: “Incarna un ideale di forza, purezza e dedizione, che va oltre la dimensione religiosa, toccando profondamente il simbolismo della maternità, qui da intendersi in senso più trascendente che materiale”. 

abito primo classificato
L’abito di Adriana Centamore si è classificato al primo post

Una delle novità di quest’anno è la partecipazione di 43 associazioni umanitarie che hanno sfilato con il proprio gonfalone nella serata inaugurale. La giuria ha premiato con borse di studio: 1° Adriana Centamore, 2° Maria Paola Galifi, 3° Stefania Agata Piccinini, 4° Roberta Cassata. Ad allietare la serata inaugurale, prima del taglio del nastro, la Corale Tovini di Catania. La campionessa olimpica Giusi Malato è stata la madrina dell’evento.

Quest’anno, un’altra importante iniziativa legata alla mostra sarà la possibilità per soggetti bisognosi di accedere gratuitamente a servizi medici, visite oncologiche e cardiologiche, per la durata di  un mese presso le seguenti strutture private accreditate: Gibiino, Mater Dei, Vidimura Gretter, Villa Sofia, Centro riabilitativo Calaciura, Centro Catanese di  Medicina e Chirurgia -H7.
Abbiamo parlato della mostra con la prof.ssa Nigro, sua curatrice.Un abito della mostra

Qual è la novità della mostra Mater Agata?

La novità è la stessa tradizione che da sempre si perpetua, rinnovandosi da chi guarda per la prima volta. Il tangibile innovativo è dato dal coniugare arte e solidarietà, opere di sartoria a operato solidale verso gli ultimi. A tal  fine 43 associazioni sostengono e si ergono a fianco dei nostri ragazzi, e della curatrice che crede nella finalità della contaminazione: “la bellezza salverà il mondo”, questo è il momento giusto.

Gli abiti realizzati quest’anno cosa rappresentano?

Gli abiti/costumi rappresentano il racconto di un grande amore, il più grande, la madre che abbraccia i propri figli, che protegge, che lotta e combatte a tutela della sua creatura.
E’ un amore coraggioso, lo stesso amore che Agata dona ai suoi devoti, li abbraccia ogni qualvolta implorano il suo amorevole aiuto. L’AMORE vince: oggi più che mai serve questo messaggio affinché  ognuno di noi possa sentirsi curato e protetto da questo abbraccio culturale ed amico.

Maria Paola Galifi Adriana Centamore Stefania Piccinini
Da sx: Maria Paola Galifi, Adriana Centamore, Stefania Piccinini, assegnatarie di borse di studio insieme a Roberta Cassata

Il focus di quest’anno è la celebrazione della figura materna: attraverso quali forme sartoriali viene realizzata?

La figura materna viene affrontata dai colori caldi, dai toni intensi, dalle fogge morbide. Gli abiti diventano reminiscenza della gestazione, attaccamento carnale tra madre e figlio, ogni stoffa è un ricordo di un rapporto pieno, di un dialogo fatto di parola e di carne, di madre e figlio.

Sant’Agata come viene vissuta dalle nuove generazioni?

Agata non ha tempo né luogo, il suo “vivere” è  infinito, sacro e profano, terreno e celeste, si racchiude nel tutto e diventa metalinguaggio. Dal tema della fede cristiana, all’attuale piaga del femminicidio, alla libertà di scelta di opporsi ad un uomo che non amava, diventa Donna libera, non solo Santa ma Guerriera. Oggi i ragazzi hanno bisogno di credere, ma serve far conoscere loro, narrare i fatti con uno slag moderno, veloce. Agata è una di loro, Agata è la madre che abbiamo scelto.

 Mirella Cannada