L’intervista di oggi è impregnata di antichi sapori e aromi familiari. È venuto a trovarci il noto pasticcere di Acireale, don Peppino Di Bartolo (Acireale, 15 febbraio 1915 – Acireale, 27 maggio 1994).
Bentrovato, don Peppino Di Bartolo. Vorrei innanzitutto chiedervi qualche cenno sulla vostra famiglia di origine.
Sono nato orfano di padre nel 1915, ultimo di sei figli. Carmelo, il fratello maggiore, dalla morte di papà assume il ruolo di capofamiglia, divenendo punto di riferimento per la famiglia.
Da bambino iniziate a lavorare per contribuire al sostentamento economico della famiglia.
All’età di cinque anni andavo a raccogliere i limoni nelle numerose tenute sparse nel comprensorio acese. A dodici anni sono avviato come apprendista muratore presso il cimitero di Acireale.
Come nasce la vostra passione per la pasticceria: l’avevate fin da bambino o l’avete acquisita da adulto?
I miei fratelli Carmelo e Rosario decidono di arruolarsi nella Guardia di Finanza; Sebastiano apre un negozio di frutta e verdura, mentre Salvatore e Nunzio lavorano come camerieri presso le famiglie aristocratiche di Acireale. Nunzio mi recluta come garzone nella famiglia Carpinati, il palazzo è in via San Martino ad Acireale, dove mio fratello da diversi anni lavora come cameriere. Grazie agli insegnamenti di Nunzio inizio a gustare l’arte del servire.
Quando avviene la svolta professionale?
Quando Nunzio è costretto a svolgere il servizio di leva, mi viene affidato il suo ruolo, divenendo ufficialmente cameriere della nobile famiglia. Il servizio nella famiglia Carpinati dura un paio di anni, perché a diciotto anni svolgo il servizio di leva nella Marina Militare di Brindisi.
![Pasticceria Di Bartolo](https://www.vdj.it/wp-content/uploads/2025/02/Pasticceria-Di-Bartolo--204x365.jpg)
Che ruolo rivestite all’interno della Marina?
Consolidata l’esperienza come cameriere, continuo a svolgere la stessa mansione nel circolo degli ufficiali.
Quando tornate ad Acireale, dopo aver completato il servizio militare, di cosa vi occupate?
Vado a lavorare come cameriere nei migliori bar di Acireale: Bonanno, Giuffrida e Grasso. In quel periodo inizia anche la stagione dei “trattamenti” di matrimonio. In un primo momento si svolgevano presso i magazzini agrumicoli delle aziende familiari e degli oratori parrocchiali, poi presso “La Zagara” dei fratelli Gulisano, in viale Principe Amedeo ad Acireale, un locale adibito ai ricevimenti.
Arriva il grande momento, il giorno in cui aprite una vostra pasticceria.
Negli anni ‘60 del Novecento, dopo alcuni tentativi andati male, rilevo il bar del fratello dell’onorevole Giuseppe Aleppo, in via Ruggero Settimo 3, chiamato “Treff Pavillon”, dove accanto si trovava la sede del Liceo Scientifico. Nei primi anni mi fornisco nei laboratori di pasticceria più rinomati di Acireale, come Bella di corso Umberto. La preparazione degli arancini è affidata a mia suocera Enna; dopo la sua morte il testimone passa a zia Rosa, sua sorella. Decido di aprire un laboratorio quando con la famiglia andiamo ad abitare a piazza Dante. Il Bar Pasticceria Di Bartolo diventa meta non solo per i lumiari che lavorano nelle terre di limoni e aranci, anche dagli autisti dei pullman della Zappalà e Torrisi e dagli impiegati di banca, nonché dai comuni cittadini che apprezzano i miei prodotti.
A dicembre 2024 è stato pubblicato il vostro ricettario, fortemente voluto dai vostri tre figli, Salvatore, Antonino e Carmelo. Il documento non ha unicamente un valore affettivo per la vostra famiglia, rappresenta anche un pezzo di storia della pasticceria acese e un utile strumento per comprendere le trame di un passato non lontano da oggi.
Ho ammirato con meraviglia il mio quaderno a quadretti con macchie di unto e di alimenti vari, da me intitolato “Ricette per dolci”, pubblicato su un libro arricchito di foto dell’epoca e di immagini dei dolci per ogni ricetta da me annotata.
Marcello Proietto