Libri / “All’ ombra del castello di carte”, rappresentazione di un futuro apocalittico

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Presentazione libro All'ombra del cstello di carta

2070, Etnacity una megalopoli in cui la tecnologia ha pervaso tutti gli aspetti e le attività dell’umanità. Una megalopoli alla mercé delle multinazionali in cui l’essere umano è sempre meno umano, vittima e schiavo del gioco.
In un clima post-apocalittico, la ludopatia la fa da padrone ritraendo una situazione sociale e politica già di per sé misera e squallida. Il protagonista è Lino Savieri, antieroe rispetto agli eroi del romanzo di fantascienza cyberpunk, filone a cui questo racconto si ascrive. Esperirà, in prima persona, le contraddizioni di un progresso la cui luce genera lunghe ombre, che finiranno col soffocarlo.
Tutto questo è “All’ombra del castello di carte” di Mario Cunsolo, presentato in una sala dell’ex-macello di Paternò, in occasione dell’idiomatica rassegna letteraria “Un macello di libri”.

Rita Vinciguerra Mario Cunsolo Carmelo Caruso
Rita Vinciguerra, Mario Cunsolo, Carmelo Caruso

Un romanzo post-apocalittico

Questo momento è un’opportunità per rilanciare Paternò nel circuito letterario e culturale– ha esordito il moderatore Carmelo Caruso. Tra le altre cose, la letteratura fantasy è fra i generi che preferisco”.
“All’ombra del castello di carte’, romanzo cyberpunk ambientato nella megalopoli Etnacity in un futuro non troppo lontano descrive un universo distopico – ha spiegato la relatrice Rita Vinciguerra. Le tinte noir, la regia di Hitchcock, la contaminazione di più generi e messaggi filosofici producono un senso di estraniamento  nel lettore. Realtà e finzione si amalgamano descrivendo una realtà priva di congetture morali. Un romanzo post-apocalittico dove la degradazione dell’uomo e della società porta a modificazioni dello stato di coscienza. Un’ambientazione dispotico-cyberpunk e un paesaggio orrorifico sono i luoghi in cui un uomo consapevolmente fragile è vittima di algoritmi di scambio”.Paternò, pubblico in sala</em>

Il cyberpunk, genere a cui mi sono appassionato fin da bambino ha la capacità di denunciare i mali contemporanei proiettandoli nel futuro– ha precisato l’autore.
>Non è fantascienza spicciola; ma un indagare i mali e i vizi inoculati nell’uomo, sempre più stritolato dalla tecnologia, che lo ha sostituito degradandolo a una condizione di disumanità. E’ la rappresentazione di un futuro apocalittico”.

A fine serata il primo cittadino paternense Antonino Naso, arrivato in ritardo, ha avuto parole di apprezzamento  per la rassegna letteraria. Gli intervalli musicali, tratti da poesie in siciliano, sono stati eseguiti dal chitarrista Giacomo Pistone.
Il romanzo è una distopia cupa e il destino dell’uomo sembra essere quello di una disumanità senza via di ritorno.

Giosuè Consoli