Acireale / Lorenzo Russo alla guida della Consulta della Cultura

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La Consulta comunale della Cultura ha scelto i suoi nuovi vertici: Lorenzo Russo, già presidente dell’ associazione “L’Impulso”, è stato eletto presidente. Il ruolo di vicepresidente è stato affidato a Dario Liotta, rappresentante dell’Associazione “Coriandolata”. L’elezione, avvenuta alla presenza della presidente della commissione consiliare Cultura Simona Postiglione, della vicepresidente Teresa Pizzo e della responsabile dei Servizi culturali Nunzia Torrisi, segna un nuovo capitolo per l’organo consultivo.

Si tratta di un momento di passaggio significativo, accompagnato dagli auguri del sindaco Roberto Barbagallo e dell’assessore alla Cultura Enzo Di Mauro, che hanno sottolineato l’importanza della Consulta nel promuovere e coordinare le attività culturali della città. Abbiamo parlato con lui per conoscere meglio le sue idee e i progetti per i prossimi tre anni.

Cosa significa per te essere stato eletto presidente della Consulta della Cultura di Acireale? Quali sono le prime sensazioni dopo questa nomina? 

Significa avere una grande responsabilità con la volontà di essere incisivo. Voglio riportare in alto questa assemblea, fare gli interessi delle associazioni e dei cittadini. Il mio obiettivo non è solo organizzare eventi, ma lasciare un segno, avere una programmazione chiara e concreta. Per me, essere utile è la priorità. La mia visione della Consulta è quella di un organo che si occupi degli interessi culturali delle associazioni dei cittadini, in un senso ampio. Cultura non significa solo spettacolo, studio ma soprattutto crescita collettiva. Il target a cui mi rivolgo principalmente è la mia generazione.

In che modo l’esperienza come presidente dell’associazione L’Impulso influenzerà il tuo operato nella Consulta?

Riguardo la mia esperienza con l’Impulso, quest’ultimo influenzerà il mio operato a pieno. Vorrei portare avanti temi già affrontati con l’associazione, ampliandoli grazie alla Consulta. Chiaramente, è inevitabile che il mio background e la mia esperienza influenzino il mio approccio. Con l’Impulso ho imparato l’importanza della comunicazione, della rete associativa e della collaborazione. Il mio obiettivo è creare sinergie tra le associazioni, in modo che un’iniziativa possa diventare dieci volte più grande, proprio grazie alla Consulta.

Per quanto riguarda i rapporti con l’amministrazione, voglio mantenere un rapporto collaborativo con un’indipendenza che ci permetta di muovere opinioni, critiche ed osservazioni. Voglio che sia un organo che proponga proposte migliorative. L’Impulso ha sempre dialogato con tutte le amministrazioni, di qualsiasi colore politico, con l’unico obiettivo di portare avanti gli interessi della comunità. Farò lo stesso con la Consulta!

Quali saranno le prime iniziative su cui lavorerà la Consulta Giovanile sotto la tua guida?

Prima di pensare alle iniziative, la priorità è la riorganizzazione interna. La Consulta è stata ferma per un po’ e ora bisogna ripartire, strutturarsi, conoscersi. E’ necessaria una base solida. Infatti, dobbiamo rivedere lo statuto, chiarire il regolamento sui fondi alle associazioni, stabilire con precisione ruoli. Questo lavoro è fondamentale per costruire qualcosa di duraturo. Un’altra priorità sarà, inoltre, ampliare la partecipazione: oggi la Consulta conta quindici associazioni, ma voglio che questo numero cresca. Voglio coinvolgere più realtà, soprattutto quelle giovanili. Prima ancora di organizzare eventi, dobbiamo capire cosa manca nella città, quali sono i punti di forza e le criticità della nostra scena culturale. Faremo una sorta di fotografia della situazione, per poi definire le priorità di intervento.

Da sx, Lorenzo Russo, Dario Liotta e Francesco Felix.

Ci sono progetti culturali già in cantiere per i prossimi mesi?

Le idee ci sono, le proposte pure…ma niente spoiler! 

In che modo la Consulta Giovanile intende valorizzare il patrimonio culturale di Acireale? Quali sono le sfide principali che la cultura acese deve affrontare oggi?

Ho la sensazione, a volte, che tutto rimanga chiuso nei palazzi e che certe cose le sappiano solo i più anziani. Questo, non perché i giovani non vogliano interessarsi ma perché manca anche un’apertura da parte di chi custodisce questa profonda conoscenza.
Quindi, uno degli obiettivi è proprio quello di far emergere il patrimonio culturale di Acireale. 
Dunque, serve una strategia comune per capire la direzione da prendere. Altrimenti, si corre un rischio: quello di disperdere le nostre energie in tante iniziative sparse. 

Come pensi di coinvolgere le associazioni locali e la cittadinanza nelle attività culturali?

Le associazioni locali e i cittadini hanno due principali necessità. La prima riguarda gli spazi: molte associazioni chiedono all’amministrazione di aumentare gli spazi a disposizione. Fosse per me, creerei aree di co-working e spazi condivisi dove le associazioni e i cittadini possano riunirsi e lavorare insieme. Qui, invece, l’unica aula studio della città è stata aperta nel 2018 (dall’associazione L’impulso) e richiede ancora un permesso, per tempo, che penalizza l’utenza. 
Per questo, come Presidente della consulta, chiederò di facilitare l’accesso all’aula studio. Oltre agli spazi di lavoro e co-working sarebbe ottimale, inoltre, aprire una biblioteca comunale aperta a tutti. 

Un’altra sfida riguarda i fondi. Attualmente, l’amministrazione destina 2.000 euro a quindici associazioni. Dobbiamo lavorare per aumentare questa cifra, ma anche per essere credibili agli occhi dell’amministrazione, affinché investire su di noi sia conveniente.
Inoltre, abbiamo bisogno di una fotografia chiara della situazione. Più occhi osservano, più nitida sarà l’immagine. Bisogna raccogliere le istanze della cittadinanza e identificare le priorità su cui concentrarsi. 
Dunque, le sfide principali sono aprire e creare nuovi spazi, per la cittadinanza e per le associazioni poiché per fare cultura sono del tutto necessari. Questo perchè, fare cultura significa creare spazi di condivisione, confronto e crescita, dove il sapere diventa accessibile a tutti e arricchisce la comunità.

Quale eredità culturale speri di lasciare al termine del tuo mandato?

Mi auguro che, più di un’eredità culturale, si possa lasciare un’eredità di metodo, di impegno e di altruismo. Perché la cultura non è solo memoria, ma anche azione, partecipazione e volontà di costruire qualcosa che resti. Serve una macchina alleata, funzionante, in cui istituzioni, associazioni e cittadini collaborino per rendere la nostra comunità più viva, più aperta e più consapevole del proprio valore. Solo così possiamo davvero fare la differenza.

 

Giorgia Fichera