Nella Sala “Vito Finocchiaro” del Palazzo di Città, giovedi 20 febbraio si è tenuta l’Assemblea Territoriale di “Cittadinanza Attiva” alla presenza del dott. Rosario Cunsolo, direttore medico del Presidio Ospedaliero di Acireale e con la partecipazione dei membri del “Tribunale Diritti del Malato” di Acireale.
Il prof. Carmelo Musmeci, responsabile Territoriale di Cittadinanzattiva e Tribunale Diritti del Malato, in qualità di Coordinatore dei lavori, ha aperto l’incontro accennando agli albori della nascita dell’Ente Tribunale -nel 1987- ad Acireale e al successivo percorso per raggiungere l’apertura del nuovo Ospedale di Acireale.
Tanti i momenti vissuti per offrire ai cittadini una guida e un sostegno nell’approccio con la Sanità pubblica e tortuoso il cammino per contribuire a una crescita del Presidio acese.
Non indifferente l’impegno – nato in occasione della “giornata del pronto Soccorso” il 23 maggio 2015 – in cui si ventilava la “rifunzionalizzazione” del Pronto Soccorso ad Acireale.
Anni di attività che hanno fatto apprezzare la presenza del Tribunale dei Diritti del Malato ad Acireale che si è fatto “tramite responsabile e attento” per i bisogni dei cittadini nei confronti dell’organizzazione ospedaliera.
Garantire i diritti del malato
Come da programma, sul tema “Percorsi di garanzia per i cittadini utenti in ambito territoriale ed ospedaliero” ha relazionato il dottor Domenico Torrisi, Coordinatore Territoriale del Tribunale Diritti del Malato di Catania.
Sia che si tratti dei servizi offerti dalla Medicina del Territorio o di quelli offerti dall’Ospedale, il cittadino ha bisogno di essere orientato e assistito.
Il dottor Torrisi si è soffermato, avvalendosi della sua sapiente esperienza, sulle “procedure” per l’accesso del cittadino ai servizi sanitari. Ha evidenziato, quindi, la necessità e, perciò, l’impegno per favorire i disabili e le persone fragili. Interessante l’attività orientata a realizzare un percorso “rosa” per le donne in particolari situazioni di disagio e un percorso agevolato per i “cronici”. E si è anche soffermato sulla prospettiva di un “servizio integrato” per concretizzare un rapporto tra la medicina del Territorio e quella Ospedaliera.
Il dottor Rosario Cunsolo ha offerto un quadro alquanto reale della situazione sanitaria. Ha distinto due momenti:
1. La lettura dello stato attuale della sanità italiana.
2. Il cammino di ripresa del nostro Ospedale.
In quanto allo stato generale della Sanità è innegabile che la prima impresa da affrontare è la carenza delle risorse umane. È innegabile che mancano i medici e gli infermieri. Teniamo presente, anzitutto, che per avere a disposizione un medico specializzato ci vogliono un minimo di undici anni di preparazione. Alla lunga strada dei concorsi si è aggiunta la triste esplosione del COVID che ha limitato e, a volte, ha stroncato l’attività ospedaliera.
Se si aggiunge la crisi delle sale operatorie e la tortuosa via per gli opportuni finanziamenti, emerge il dramma delle liste d’attesa.
La situazione dell’Ospedale di Acireale
Il dottor Cunsolo si è, quindi, soffermato sulla svolta dell’Ospedale acese. Si è riusciti, anzitutto, a completare il recupero dei ritardi delle liste relative all’anno 2023. Questo 2025 ha già iniziato a recuperare la sequenza delle richieste 2024 e a rivalorizzare alcuni reparti del nosocomio.
Ma la prospettiva a cui ci si sta orientando è l’attuazione dei programmi DEA di Primo livello sulle strutture ospedaliere con sede di pronto soccorso. Agli interventi di medicina generale e chirurgia generale, di ortopedia e traumatologia, di cardiologia e di prestazioni di laboratorio si andranno ad aggiungere le funzioni di emergenza-urgenza per altre patologie che presentano altre complessità. Evidentemente sarà necessario attivare posti letto nella previsione di un incremento di personale medico e infermieristico.
Per quanto riguarda le “liste d’attesa” è stato utile conoscere l’ordinamento delle quattro “Classi: A, B, C e D” e il modo come provvedere alla loro regolare attuazione.
C’è stata anche la possibilità di favorire l’intervento di alcuni presenti per rivolgere qualche domanda ai due relatori.
E’ parsa interessante e confortante la conclusione evidenziata dal dottor Domenico Torrisi. “Il Tribunale dei Diritti del Malato di Acireale – ha detto – rimane la più antica realtà del settore e si è rivelata la più efficiente con una presenza alquanto significativa nel territorio e nel panorama sanitario nazionale”.
La Sanità intesa oggi più come Azienda che come Servizio
Ai margini di questo evento mi permetto di aggiungere una mia personale riflessione: quando nel 1987 Carmelo Musmeci mi fece conoscere il progetto di un Tribunale dei diritti del Malato ad Acireale, ne rimasi molto colpito. Mi fermai a considerare che, in questa nobile Istituzione, c’è il seme del grande statista Aldo Moro: il ruolo della politica e di ogni componente dello Stato è quello del “SERVIZIO”. E questo hanno capito i suoi figli che hanno ideato questa Istituzione di un “Tribunale” per proteggere i diritti di una persona malata.
La Sanità pubblica, quindi, può e deve rappresentare il primo campo di attuazione di questo “principio”. Ogni cittadino ha bisogno di una Sanità intesa come servizio. E credo che la crisi della Sanità in Italia sia iniziata proprio quando questo principio di “servizio” si è trasformato in “AZIENDA”. Con una umanità annullata da una fredda e calcolata organizzazione orientata a una funzione produttiva su un piano economico-formale.
Tutti abbiamo sperimentato che il valore della vita prende subito il primo posto nei nostri programmi. È bella la vita. Dal risveglio quotidiano con l’incontro con lo sguardo amico della persona a te più cara, all’approccio col sorriso di amici e conoscenti, con i problemi del giorno che ti chiamano alla responsabilità e all’impegno. È bella la vita protesa al bene personale e al bene comune. E ti accorgi che una buona salute è la migliore componente della tua vita.
La Sanità è proprio un “servizio” in cui non si tratta solo di curare il fisico, ma di effondere umanità. La sanità è la sfera che ci abilita a vivere pienamente il vero, il buono, il bello.
Personalmente ho sempre intensamente desiderato un Paese democratico dove la Sanità -pubblica o privata che sia- si rivelasseun fiore all’occhiello di una Nazione.
Perché la salute dei cittadini è una pedana di lancio per ogni sviluppo. È il fondamento che alimenta il tessuto sociale e tonifica quel “corpo sano” che supporta ogni “mente sana”.
In tutto l’arco di una esistenza”.
Antonino Leotta