Acireale / Sebastiano Mauro ordinato diacono dal vescovo Raspanti

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Nella Basilica Cattedrale di Acireale, colma di fedeli nonostante le avverse condizioni climatiche, lo scorso martedì 18 febbraio, il vescovo della nostra diocesì, mons. Antonino Raspanti, presiedeva la santa messa con il rito dell’ordinazione diaconale del giovane seminarista accolito Sebastiano Mauro, della comunità parrocchiale ‘San Michele arcangelo’ di Acireale.

Sul diaconato, che attualizza la figura di Cristo servo e della Chiesa serva della società di ogni tempo e primo dei tre gradi degli ordini sacri (diaconato, presbiterato ed episcopato), si era riflettuto ampiamente nella veglia di preghiera la sera della vigilia nella parrocchia San Michele.

Il giovane Sebastiano, durante il proprio itinerario vocazionale, era stato precedentemente istituito ‘lettore’ ed ‘accolito’. L’ordinazione diaconale, può anche essere ‘permanente’ per i laici. Ma, come nel caso del giovane seminarista, essa è ‘transeunte’, cioè propedeutica al momento dell’ordinazione presbiterale.

L’ordinazione diaconale è propedeutica a quella presbiterale

La solenne cerimonia dell’ordinazione diaconale iniziava con il canto dell’inno giubilare ‘Fiamma viva della mia speranza’. Inno che accompagnava la processione introitale verso l’altare del vescovo mons. Raspanti, del cardinale Paolo Romeo (Primate emerito della Chiesa di Sicilia), del vicario generale della diocesi mons. Agostino Russo, della comunità del Seminario e di un nutrito gruppo di presbiteri.

Dopo la proclamazione della Parola di Dio e la pericope evangelica, aveva inizio il rito dell’ordinazione diaconale. Il rettore del Seminario diocesano mons. Giovanni Mammino introduceva l’ordinando al vescovo. Questi chiedeva al rettore se il giovane seminarista fosse degno di accedere al ministero diaconale. Il rettore rispondeva positivamente, a nome suo personale ma anche e soprattutto di chi in Seminario ne ha curato negli anni la progressiva formazione spirituale.

Nella propria omelia, il vescovo affermava che ogni vocazione spirituale è alla base della chiamata da parte di Dio, alla luce della cui Parola il germe vocazionale cresce e si sviluppa nel tempo e va progressivamente coltivato ed arricchito.

Sebastiano Mauro si sottopone al rito dell’ordinazione diaconale

Il vescovo chiedeva all’ordinando di manifestare pubblicamente la propria volontà di essere ordinato diacono e l’impegno a porsi senza riserva alcuna sulla strada del servizio alla mensa eucaristica, a fianco dei sacerdoti celebranti, per l’annuncio del Verbo divino.

Sempre il vescovo accertava nell’ordinando la promessa, che è poi un impegno, di fedeltà alla gerarchia ecclesiastica; di seguito, l’ordinando si prostrava con la faccia a terra, per l’esecuzione del canto della Litania dei Santi. Infine, si inginocchiava dinanzi al vescovo, il quale gli imponeva sul capo le mani e pronunciava la preghiera di ordinazione diaconale.

A questo punto, il neo-ordinato riceveva in consegna i ‘segni’ del servizio diaconale, con la vestizione dei paramenti sacri che egli indosserà nelle celebrazioni liturgiche (cioè la  dalmatica e la stola trasversale) ed il segno ‘esplicativo’, cioè l’evangeliario per la proclamazione del Verbo divino.

Nando Costarelli