Cav Giarre / Seminario su “La tutela della vita nascente tra scienza e diritto”

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“La tutela della vita nascente tra scienza e diritto”, il tema del seminario tenutosi il primo marzo nella parrocchia Gesù Lavoratore di Giarre, a cura dal Centro di aiuto alla Vita di Giarre.  Non casuale la scelta di tempo e luogo.

Attivo da un ventennio a Giarre e nei comuni viciniori (vedi nostro articolo del 18 settembre), il sodalizio festeggia il dodicesimo anniversario della Culla per la Vita istituita in tale parrocchia. Negli anni l’attività dei volontari ha consentito a più di duecento neonati, di venire alla luce; e a tante madri in difficoltà, di provvedere alla loro crescita. Guidato da Cesare Scuderi, che con spirito indefesso prosegue la mission condivisa per anni con la compianta moglie Ginevra, il Cav coniuga l’attività di servizio operativa a quella di sensibilizzazione verso la tutela della vita.

Dott.ssa Nunzia Decembrino, prof. Aldo Vitale e il parroco don Antonio Pennisi

Tema illustrato dal prof. Aldo Rocco Vitale, docente di Filosofia del Diritto all’Università Europea di Roma, che ha poi letto la relazione dell’avv. Angela Verbaro, responsabile del servizio legale della Azienda osped. universitaria Rodolico-S. Marco, assente per virus influenzale; e trattato dalla dott.ssa Nunzia Decembrino, specialista di terapia intensiva neonatale al Policlinico di Catania.
Il prof. Vitale individua il substrato culturale che orienta sempre più la società a negare il diritto alla vita, in tre dinamiche concorrenti: il tecnicismo, il laicismo e il nichilismo morale e giuridico. Per cui, se la tecnica dovrebbe seguire l’uomo, invece è sempre più l’uomo a seguire la tecnica. Così gli ultimi progressi in ambito d’embrioni e intelligenza artificiale lasciano presagire scenari inquietanti.

Sostenere la natalità a tutela della vita

Nella sua ampia e approfondita prolusione sul tema “Sostenere la natalità è promuovere il futuro”, la dott.ssa Nunzia Decembrino si è soffermata su molteplici aspetti non solo di tenore scientifico ma anche di natura etica, in chiave ricognitiva dello stato attuale e con spunti propositivi per il futuro.

Tenendo vivo il monito di Giovanni Cantoni per cui chi sbaglia storia, sbaglia politica, la relatrice rassegna il trend di progressiva diminuzione delle nascite registrato in questi anni nel nostro paese. Con esso fanno pendant politiche di incentivazione dell’aborto latrici della chimera di una falsa libertà. Per la ragione, per nulla scontata, che non tutto ciò che la scienza può fare, la scienza deve fare.
Basti citare l’intento di facilitare l’utilizzo della pillola RU486, con la sua assunzione in sede domiciliare, incoraggiando nelle donne, giovani e non solo, il falso convincimento della mera natura   anticoncezionale di questa terapia. E con il rischio di complicanze emorragiche gravi e persino letali.

Il parroco don Antonio con i relatori e il presidente del Cav

Promuovere la cultura della vita

Da qui la necessità di non adagiarsi sulla legge 194/78 e promuovere politiche di cultura della vita. A esempio sviluppando le potenzialità del d.m. 77/2022, per l’assistenza nelle Case della comunità. Onorando l’eredità di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la vita e della campagna One of us. E così concorrendo a coltivare la speranza, in quanto promuovere la vita significa costruire il futuro.

Nella relazione su “Il diritto alla vita come principio non negoziabile”, muovendo dalla dottrina di Benedetto XVI, l’avv. Verbaro riconduce l’egida del Diritto alla Vita al Diritto Naturale; come tale esteso all’intera comunità umana. In tale ottica, quello alla vita è il diritto primigenio, da cui ogni altro discende e a cui inerisce. Esso è inderogabile e ineguagliabile, poichè poziore rispetto a ogni altro. Perciò la sua primazia deve essere propugnata e difesa in ragione di principi non negoziabili. Non solo dai credenti, per il rispetto dovuto alla persona umana quale Imago Dei, ma da tutti i cittadini, trovando tutela negli artt.2, 3, 27, 32 della Costituzione.

Il diritto alla vita non può quindi subire compromissioni o condizionamenti. E a ciò bisogna orientare il nostro impegno culturale e la nostra tensione sociale, per ribadire l’intangibilità della vita, dal concepimento all’ultimo respiro.
Come rilevava Papa Ratzinger, senza il principio fondativo della dignità umana sarebbe arduo trovare una fonte per i diritti della persona. E impossibile giungere a un giudizio etico nei confronti di scoperte scientifiche che intervengono direttamente nella vita umana. Perciò per Benedetto XVI è pericoloso uno Stato che pretende di essere fonte e principio dell’etica.

La rilevanza dei temi trattati interpella il senso di responsabilità di ciascuno di noi verso ognuno. Memori che “La vita umana è sacra e inviolabile dal suo concepimento al suo naturale tramonto. Il diritto alla vita è inviolabile. Ciò implica una scelta positiva, una scelta per la vita. Lo sviluppo di una cultura orientata in questo senso si estende a tutte le circostanze dell’esistenza e assicura la promozione della dignità umana in ogni situazione. (Giovanni Paolo II, Lett. Enciclica Evangelium vitae, 1995). E di certo confidenti che è con questo stesso spirito che il Cav di Giarre proseguirà la sua missione.

                                                                                                          Giuseppe Longo