Interviste siciliane – 28 / Pinella Musmeci, docente, studiosa, figura di spicco nella cultura acese

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Pinella Musmeci

Nel 2015 è scomparsa un’importante studiosa che amava in modo viscerale la sua terra, in particolare la sua città, Acireale. Figlia illustre di una comunità intrisa di storia, tradizioni popolari e personaggi: è venuta a trovarci la professoressa Pinella Musmeci (Acireale, 1 agosto 1942- Acireale, 28 marzo 2015).

Bentrovata, Pinella Musmeci. Come amico, sono piacevolmente contento di poterla intervistare. Ci vuole parlare della sua famiglia d’origine?

Sono cresciuta in una famiglia in cui si respirava ogni giorno cultura. Mio padre Mario è stato violinista e pittore, e gestiva un negozio di pelletteria ad Acireale. La mamma, Camilla, laureata in Lettere, si è dedicata all’insegnamento. Eravamo tre fratelli, Michele, il primogenito, io e Liana.

Che studi intraprende dopo la scuola media?

Frequento il liceo Classico presso l’Istituto Santonoceto di Acireale. Dopo il conseguimento del diploma, mi iscrivo alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, dove mi laureo in Lettere Classiche. Sono stata allieva di grandi professori come Santo Mazzarino, Quintino Cataudella, Enrico Turolla e Giuseppe Giarrizzo. Dopo aver insegnato in alcuni licei, mi trasferisco presso l’Istituto Magistrale Regina Elena di Acireale, e ivi rimango fino al pensionamento.

Ritratto di Pinella Musmeci
Un ritratto di Pinella Musmeci

Pinella Musmeci, il 1970 è un anno importante per la sua vita.

Il 29 aprile 1970 mi sposo con Luigi Benintende, anch’egli docente. Da questa unione nascono tre figli Giusi, Enzo e Mario.

Il nostro primo incontro è avvenuto nella piccola sede di SiciliAntica sezione di Acireale, in via Ardita, dietro la chiesa della Madonna dell’Odigitria.

Ricordo benissimo il giorno in cui ci siamo incontrati. In quegli anni, primi 2000, rivestivo la carica di presidente e di consigliere regionale dell’associazione, un sodalizio costituito per la valorizzazione del nostro territorio.

Ha ricevuto tanti riconoscimenti lungo la sua carriera professionale, premi e nomine rilevanti.

Nel 2014 ho ricevuto il premio Aci e Galatea per la mia abnegazione di studiosa nella mia città. L’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici mi nomina socia corrispondente e come tale pubblico diversi contributi in Memorie e Rendiconti, la rivista annuale del prestigioso sodalizio acese.

Parliamo della sua attività di giornalista pubblicista e della sua ricca bibliografia di scritti.

A parte la mia assidua attività di giornalista su diverse testate, mi occupo principalmente di numerose tematiche che riguardano diversi ambiti culturali, da Tito Marrone a Ginevra Bacciarello, da Giacinto Platania alla poesia.

Del 2015 è la pubblicazione sul professore Riccardo Di Maggio, suo collega all’Istituto Magistrale, personaggio intervistato qualche mese fa.

Le figlie di Di Maggio, Rossella, Francesca e in particolare Antonella, mia amica, ha voluto che mi adoperassi a scrivere un saggio su suo padre. Pubblichiamo Oblitus Obliviscendus La riscoperta dello studioso e scrittore acese Riccardo Di Maggio con contributi del professore accademico Nicolò Mineo e del docente Salvatore Valastro.

La Giunta Comunale della Città di Acireale il 20 maggio 2016 le dedica il Centro Culturale ubicato nei nuovi locali della Villa Belvedere. Un atto di riconoscenza a una studiosa che ha speso tanti anni della sua vita alla ricerca storica locale. Ancora oggi i suoi figli si prodigano nell’organizzazione di incontri ed eventi per non dimenticare la sua autorevole figura.

Mi ha sorpreso vedere il mio ritratto nella casa del danzastorie del maestro Alosha in piazza Marconi, ex piazza dei Commestibili. Mi hanno raffigurato insieme a personaggi illustri della storia e della letteratura siciliana.
Per chiudere vorrei ricordare che nel 2010 ho pubblicato con Guido Leonardi e Rodolfo Puglisi la Guida di Acireale, un lavoro corale di approfondimento su luoghi, monumenti e personaggi del comprensorio acese.

 

Marcello Proietto