Nella bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, Papa Francesco scrive: “La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita. Come ogni mamma, tutte le volte che guardava al Figlio pensava al suo futuro, e certamente nel cuore restavano scolpite quelle parole che Simeone le aveva rivolto nel tempio: «Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,34-35).
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E ai piedi della croce, mentre vedeva Gesù innocente soffrire e morire, pur attraversata da un dolore straziante, ripeteva il suo “sì”, senza perdere la speranza e la fiducia nel Signore. In tal modo ella cooperava per noi al compimento di quanto suo Figlio aveva detto, annunciando che avrebbe dovuto «soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31), e nel travaglio di quel dolore offerto per amore diventava Madre nostra, Madre della speranza” (n.24).
Massimiliano Ferragina descrive la sua opera
Dalla riflessione di questo brano, l’amico Massimiliano Ferragina – artista contemporaneo – ha fatto dono di un dipinto che ha titolato la “Madonna dei pellegrini di speranza”.
A dare spiegazione del dipinto (vedi foto) è lo stesso autore che, così, la presenta: “In una Roma dal cielo infuocato dallo Spirito Santo la Vergine Maria appare immensa, il manto stellato gonfio d’amore avvolge il Figlio di Dio, da Lei generato, che teneramente si affaccia e viene offerto all’umanità. Una Chiesa, simboleggiata dal “cupolone” che custodisce la tomba di Pietro, diventa faro di Speranza nel mondo sempre più bisognoso di essa.
Schiere di pellegrini, prostrati ai piedi di Maria, chiedono la Grazia della conversione. L’ancora crociata, simbolo paleocristiano di salvezza, emerge nel buio dell’umanità e come i marinai gettando l’ancora gioivano per la fine del viaggio così i cristiani si aggrappano alla Croce che redime, che conduce a Dio. Che diventa bussola sulla barca della vita stessa, unico strumento di salvezza appunto, e gioiscono per questo immenso segno d’amore divino.
Le stelle oro del manto di Maria illuminano la notte, ed in questo anno di Giubileo di speranza, splendono di luce viva e infondono gioia e consolazione”.
Il dipinto di Massimiliano Ferragina fa meditare sul ruolo degli uomini pellegrini di speranza
L’impatto con il dipinto genera una profonda meditazione. Nel burrascoso mare della vita, siamo chiamati – come ci ricorda il Papa – ad ancorarci alla speranza (che è Cristo Signore), non come singoli, ma come Chiesa – popolo di Dio in cammino – protetti dallo sguardo, vigile e premuroso di Maria.
Osservando bene il dipinto vengono immediatamente in mente le parole del cantore di Maria, San Bernardo di Chiaravalle:” Se insorgeranno i venti delle tentazioni se incorrerai negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella invoca Maria. Se sarai sbattuto dalle onde della superbia, e dell’ambizione, della detrazione, della rivalità aspra Guarda la stella, invoca Maria Tu che capisci come in questo scorrere del tempo siamo come naufraghi sbattuti tra tempeste e marosi piuttosto che gente che cammina sulla terra solida. Non distogliere lo sguardo da questa stella, se non vuoi essere travolto dalle tempeste”.
Ringrazio Massimiliano che con il suo genio, ispirato, ci ha fatto dono di questa immagine. Un segno di filiale devozione verso la vergine santa, ma – ancor più – una riflessione che ci porta a considerare la nostra dimensione non di camminatori solitari, ma di pellegrini di speranza!
Don Roberto Strano