Libri / La vocazione sociale di Giorgio La Pira ci invita al Sentiero di Isaia

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Ad ottant’ anni dalla pubblicazione, La nostra vocazione sociale, raccolta di articoli, interventi e saggi di Giorgio La Pira, conserva immutata attualità. E continua a interrogarci. Oggi come allora.
Il suo retaggio, in una dialettica irradiata dalla fede, nella mediazione fra opposte visioni, non solo della politica ma della vita stessa, ha ispirato alcuni dei principi fondamentali della Costituzione.

Intangibilità ontologica e cogente del diritto naturale. Infungibilità del lavoro, costitutivo della persona umana e della società. Inderogabilità dei principi di solidarietà ed eguaglianza sostanziale. Ineludibilità delle prerogative dei corpi sociali intermedi. In ognuno di essi la sua impronta indelebile.copertina la nostra vocazione sociale

E ognuno attende ancora attuazione piena; con una forte chiamata di responsabilità per i credenti. Ma si avverte ancora l’impegno a edificare una società fondata su valori etici primigeni e immutabili? Dal vortice dei mutamenti epocali emerge il dubbio che la nostra vocazione sociale non ci trovi pronti. Le risposte dei sistemi economici e politici alle esigenze comuni si limitano ad adattamenti ex post. Si è quindi smarrita la capacità di anticipare le contingenze, elaborando delle prospettive ex ante? Mirate ad una umanità che sappia rispecchiarsi nei fratelli, in quanto immagine comunitaria di Dio?

Istanze naturali; ovvie, persino pleonastiche, si direbbe. Ma vengono tuttora recepite in quanto tali? Sottese a esiti di intenti e azioni, condivisi? Al di là di petizioni di principio o effimeri slanci emotivi?

Le reazioni istintive hanno sempre più diffusa eco e le tensioni ideali degradano in slogan ripetitivi; e, per progressive semplificazioni, a polarizzazioni che finiscono per relegarci al ruolo di comparse.

La realtà sociale è però, e per fortuna, ben più variegata di quanto ci si voglia far intendere; e piuttosto che ad un aut-aut lo spirito inclusivo evocato dal Magistero ci induce sempre ad un et-et. La Pira sovviene a suggerirci che la soluzione è insita in nuce nell’accezione di quella vocazione. Con pensiero fecondo e fede coerente. E come la dimensione contemplativa, il giardino segreto da dover coltivare con cura, sia la scuola dell’impegno sociale per abbattere i muri e costruire i ponti. Perché ogni conquista individuale è incompiuta se non è integrata e coronata da quella collettiva.

Eppure si fa sempre più fatica ad affrancarsi dalla fatua ricerca di facili consensi, in ragione di una progettualità preordinata alla vera promozione umana. Di cui il Nostro è stato assertore e paladino.

La Pira e l'Annunciazione del Beato Angelico
La Pira dinanzi all’Annunciazione del Beato Angelico

Il dibattito corrente su come affrontare le emergenze sociali offre una narrazione che sull’impiego di risorse vuole contrapposte politiche di sostegno a lavoro e impresa a quelle con finalità solidaristiche. Dispute sterili. Sin da L’attesa della povera gente, La Pira ci ricorda che siamo tutti membra del Corpo di Cristo e che il discernimento delle scelte di rilevanza sociale trova soluzione nella Parola. Se il lavoro forgia l’uomo quale custode delegato del Creato, come disposto dal Padre (Genesi,2); la prossimità misericordiosa ai fratelli con opere di solidarietà, lo assimila a Cristo (Matteo, 25).

Dinamiche non antitetiche, ma concorrenti verso dei doveri da ottemperare uti singulis e in societate. La nostra vocazione sociale suggerisce corretti criteri interpretativi e indica sicure linee operative. Con via maestra, il riferimento, creduto e vissuto, alla nostra figliolanza in Cristo. Da qui l’onere per il credente di riferirsi sempre ai modelli divini costitutivi della sua persona. Per ciò il Venerabile di Pozzallo ci invita a ripercorrere il Sentiero di Isaia.
Siamo disposti a accoglierne l’invito? Ad aprirci all’afflato rivelatore e conducente dello Spirito, Guida nel cammino? Consapevoli, come il sindaco santo che “Le stagioni non le fa il contadino; vengono, e lui le aiuta. Si orientano tutte verso l’estate, verso i giorni della maturazione. Così fa la storia”? Risoluti, concorriamo anche noi a fare la storia…

                                                                                                                                    Giuseppe Longo